TENNIS – Di PIERO VASSALLO. Migliori e peggiori della settimana appena trascorsa: Kukushkin orgoglio kazako, Svitolina ed Henin la coppia funziona, male Wozniacki e la squadra australiana.
UP
Mikhail Kukushkin
Un “animale da Davis”: questa è la definizione perfetta per Mikhail Kukushkin, russo di nascita ma sedotto dall’allettante offerta kazaka. Insieme all’altro russo Golubev e all’ucraino Nedovyesov, “Kuku” sta facendo la storia del tennis del suo nuovo paese e in Davis è un avversario terribile per chiunque. Nel circuito ATP ha vinto un solo torneo ed è stato al massimo numero 46 in classifica, ma nella competizione a squadre diventa un demonio e batterlo è difficilissimo. A Belgrado ha battuto 3-0 Troicki e ha costretto Djokovic al quinto set, facendolo sudare per ben 5 ore, roba che era riuscita veramente a pochi.
John Isner
Lo scorso anno subì una brutta sconfitta a Glasgow cedendo 15-13 a James Ward, questo weekend si è preso una bella rivincita mettendo a segno due dei tre punti che hanno permesso agli USA di espugnare il Kooyong Lawn Tennis Club di Melbourne. Se quella contro Sam Groth è una vittoria che non fa notizia, quella contro Bernard Tomic in pochi potevano aspettarsela, ma la scelta dell’erba si è rivelata un’arma letale per i padroni di casa e le bombe al servizio di Isner hanno fatto la differenza. Ciliegina sulla torta: servizio a 253 km/h che stabilisce un nuovo record di velocità.
Elina Svitolina
La partnership con Justine Henin sembra funzionare alla grande e l’ucraina ne raccoglie i primi frutti: prima una buona semifinale nel Premier di Dubai e adesso il titolo a Kuala Lumpur, battendo Eugenie Bouchard in una finale molto dura ed equilibrata. Oggi Svitolina festeggia un nuovo best ranking diventando numero 14 della classifica, ma lei vuole di più e la vicinanza di una ex campionessa come la Henin può veramente farle bene. Il suo unico problema è la mancanza di un colpo “definitivo” che le permetta di ottenere punti “facili”, un handicap a cui è difficile rimediare.
DOWN
Alexander Zverev
Al debutto assoluto in Davis, il giovane tedesco ha rischiato di battere un top 10 come Tomas Berdych, cedendo 6-4 al quinto dopo essere stato avanti due set a uno. Quando il ceco si è ritirato durante il quarto match, permettendo alla Germania di pareggiare la serie e rinviare al verdetto al singolare decisivo, a Zverev è stata messa sulle spalle una responsabilità che il ragazzo non ha saputo reggere: Lukas Rosol lo ha strapazzato lasciandogli appena sei giochi, mettendo a nudo tutte le difficoltà di un giocatore probabilmente ancora troppo giovane per gestire una situazione del genere.
Australia
Inizio più difficile non poteva esserci per Lleyton Hewitt sulla panchina australiana: prima l’infortunio di Kyrgios che lo ha costretto ad autoconvocarsi e a schierarsi in campo per il match di doppio, poi le dichiarazioni di Tomic che attacca pubblicamente il giocatore di Canberra reo di aver millantato un problema fisico in realtà inesistente. E così non solo i sogni di gloria sono già tramontati, ma a settembre Hewitt dovrà affrontare lo spareggio per non retrocedere con un gruppo tutt’altro che coeso: il tempo per sistemare le cose c’è, ma di sicuro la sua avventura in panchina non è cominciata nel modo migliore.
Caroline Wozniacki
Nei servizi fotografici appare sempre più sexy, ma in campo Caroline non riesce più a incidere. Quest’anno ha rimediato una delusione dopo l’altra perdendo subito a Melbourne e a San Pietroburgo e incappando in scivoloni poco nobili contro Vesnina a Doha e contro Watson a Monterrey, un torneo che avrebbe anche potuto vincere. Le sue apparizioni in copertina aumentano e le sue vittorie diminuiscono: è solo un caso o la testa non è più del tutto concentrata sul tennis?
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