TENNIS – WIMBLEDON – Dall’inviata a Londra ROSSANA CAPOBIANCO – Delusione e consapevolezza, sollievo e rimpianti: questi i contenuti delle risposte dei due finalisti. Djokovic ringrazia Wimbledon di essere programmato subito dopo il Roland Garros: “Non ho avuto tempo di interiorizzare quella sconfitta”, dice. Federer si dichiara soddisfatto del torneo ma non considera una “routine” perdere le finali dello Slam.
Anche se non avessero parlato, sapresti benissimo chi ha vinto e chi ha perso. E’ chiara l’espressione di Federer e Djokovic, due che non si nascondono dietro un dito. D’altronde, se il campo ha parlato, le facce e le bocche adesso sono in primo piano.
Il primo ad arrivare è naturalmente lo sconfitto, Roger Federer, che avverte subito:
“Ho giocato una finale migliore lo scorso anno; come partita credo non ci sia paragone. Non sono deluso dal mio gioco in generale ma di sicuro Novak è stato più solido di me. E ha fatto scelte migliori. Anche se è finita in quattro set dei punti e dei momenti chiave hanno cambiato l’inerzia della partita”.
“Salvare sette set point nel quarto set mi ha dato fiducia? Non proprio, avevo ancora dentro di me il rimpianto di non aver sfruttato il vantaggio del break nel primo set”.
“Ho disputato un grande torneo, sicuramente e questo mi fa continuare a credere in me. Andare via a mani vuote per me però non sarà mai la normalità, se lo fosse smetterei di giocare subito”.
“Il tifo ed il supporto che ricevo qui tutte le volte conta quasi come la vittoria. Sono tanti anni che gioco e la gente ancora non si è stancata di me, questa è una delle ragioni per le quali continuo ancora a giocare. La continuità di Djokovic negli anni è spaventosa, ma il bilancio del posto che occuperà nella storia lo potremo fare solo alla fine”.
E sull’immediato futuro:
“Deciderò nelle prossime settimane in base a come mi sentirò cosa giocare quest’estate”.
Djokovic, ovviamente, è soddisfatto, anche se sembra più rilassato e sollevato:
“Il sollievo appena finisce un torneo dello Slam è la prima cosa: sprechi così tante energie che quando finisce ti puoi rilassare”
“l terzo titolo qui è un grande risultato, non lo avrei mai immaginato,ci sono finali Slam che so di aver avuto l’occasione di vincere e non l’ho fatto ma devo andare avanti. Mi sento bene e so che ho anni davanti a me parecchi anni ancora”
“Il tifo per Roger? E’ normale perché Roger è un campione dentro e fuori dal campo e ha mantenuto questo livello per tutti questi anni, dentro e fuori dal campo. Sono abituato ormai al tifo per lui, spero un giorno di potere eguagliare la cosa”.
“La chiave? Credere di fare la cosa giusta al momento giusto. Ero nervoso, la pressione c’è sempre: giochi a WImbledon la finale contro il più grande campione di Wimbledon. Ma sapevo che dovevo provare a vincere, lui certamente non me l’avrebbe regalata. Sono riuscito a sostenere la pressione, anche la frustrazione dopo il secondo set. Mi sono detto “torna a fare le cose base”.
Le luci si spengono, si aspetta un altro anno. L’erba verrà estirpata, i campi di nuovo coltivati. Perché vittorie o sconfitte, a Wimbledon non c’è mai fine.
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