Wta Stoccarda – Kerber all'ultimo respiro: battuta Wozniacki in una finale thriller

TENNIS – Dal nostro inviato a Stoccarda Diego Barbiani

Si conclude con le lacrime di Angelique Kerber il torneo Wta di Stoccarda 2015. La tedesca, ad un passo dal baratro ha trovato, ha ribaltato l’esito dell’incontro contro Caroline Wozniacki, anche lei presa dalle lacrime prima dela premiazione a bordo campo.

3-6 6-1 7-5 il punteggio finale in due ore di gioco vissute in un continuo crescendo di emozioni. Proprio queste, alla fine, sono la causa della grande emotività che ha preso le due giocatrici, ‘vittime’ del momento, della consapevolezza che più si andava avanti nel punteggio e più i punti pesavano di più, il margine di errore si assottigliava ed ogni movimento imperfetto poteva costare caro. Chiedetelo proprio alla danese, che dopo un primo set di livello altissimo ha lasciato che suo padre la portasse ‘fuori strada’ con una discussione inutile, prima ancora che deleteria, con la giudice di sedia. Dopo aver messo a segno il punto che le è valso il primo parziale, suo padre le ha detto che la racchetta che aveva fatto accordare stava arrivando. Marija Cicak, sentendo questo, ha dato un warning alla figlia per ‘coaching’. Piotr a quel punto non ci ha più visto e si è precipitato in campo per discutere con la giudice di sedia: “Pensa alla partita, non a queste stupidate (un po’ più colorito, ndr)”. E’ cominciata una discussione tra loro dove poi è intervenuta anche la supervisor per placare gli animi. Caroline, che aveva staccato l’attenzione dalla partita, ha permesso a Kerber di riportare tutto in parità. Presa confidenza, per la tedesca è stato tutto più facile affondare i colpi da fondo campo cercando molto di più il contropiede rispetto al parziale precedente.

Mancava l’equilibrio, non le emozioni. Nel terzo set però Wozniacki sembrava essere nuovamente padrona del proprio destino. Kerber, che cominciava ad accusare un problema alla coscia destra vistosamente fasciata, stava pescando dal proprio serbatoio ogni energia rimasta. Fin dal suo primo turno di servizio sembava essersi accesa la spia della riserva. Già per arrivare all’1-1 si era salvata con le unghie, poi però pochi minuti dopo un nastro danese regalava a Wozniacki un primo allungo. Quando però doveva cominciare a spingere sull’acceleratore per dare la sterzata definitiva, si è incartata ed ha perso il controllo nei propri turni di battuta. Il segnale più evidente è stato l’aver perso quel dritto che per tutta la settimana le aveva dato tanto, con un movimento del polso più accentuato ed un aumento di spin e velocità. E’ tornato a colpirlo spingendo solo con la spalla, perdendo potenza ed efficacia. Il rovescio è arrivato dopo, sbagliando tanto nei momenti delicati. 

Nelle fasi finali, dove la tensione raggiungeva il suo limite massimo, Wozniacki è tornata a giocare di rimessa, abbandonando la fase d’attacco e limitandosi il più delle volte ad alzare solo pallonetti. Kerber invece, nonostante le tante difficoltà, non ha mai mollato il piede dell’acceleratore. Ha rischiato di più, ha pescato una ventina di jolly da un mazzo infinito come il suo serbatoio di energie. 3-1 Wozniacki, poi 5-3 30-15. Non è mai riuscita a trovare la soluzione vincente mancando per tre volte il punto che le avrebbe dato il match point. Ripreso il break nel nono game, la tedesca aveva ancora una montagna da scalare, ma avvertiva che dall’altro lato del campo c’era una giocatrice che non era affatto padrona del gioco. Nonostante le difficoltà fisiche sempre più evidenti, Kerber è riuscita a riagguantare la parità ed a salire sul 6-5 tra le urla del centrale. Il dodicesimo game è stato il più duro: la tedesca ha chiesto l’intervento del trainer all’arbitro nel caso di tie-break, è salita 40-15 ma non riusciva a chiudere. Provava a spingere ogni colpo, aveva sempre in mano il gioco, ma dall’altro del campo c’era un muro invalicabile. Wozniacki però ha sempre regalato quando il punteggio era sulla parità, così al quarto match point il dritto lungolinea di Kerber ha chiuso la paritita.

In lacrime, è corsa ad abbracciare il nuovo (vecchio) allenatore con cui lavora da un mese. Prima Charleston, ora Stoccarda. In un mese ha ricomposto il puzzle che per almeno un paio d’anni l’ha vista come una delle giocatrici più difficili da affrontare. Solida, forte, ora anche più aggressiva, ha portato a casa uno dopo l’altro i due titoli più importanti della sua carriera. Nessuno, probabilmente, voleva credere a quando ad inizio settimana Andrea Petkovic l’aveva pronosticata come vincitrice del torneo. Ancora erano in corsa tutte le più forti in un torneo e la connazionale, nonostante fosse n.14 del mondo, non godeva neppure della testa di serie. Dalla vittoria contro Maria Sharapova, però, questa pazza idea ha cominciato a prendere forma. Ora tutto quanto è realtà, nella maniera più thriller possibile.

 

 

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