Raccontando Indian Wells: Pennetta si ritira, anzi no. Bacsinszky racconta l'urlaccio di Serena Williams

TENNIS – Dal nostro inviato ad Indian Wells Diego Barbiani

Flavia Pennetta ha battuto Maria Sharapova. Non avete capito? Flavia Pennetta ha battuto Maria Sharapova. Niente trucco e niente inganno. C’era solo tanta preoccupazione quando sono comparse sui monitor della sala stampa le immagini dell’azzurra in lacrime.

Che succede? Qualcosa l’ha punta? Come sta? «E’ colpa di Fognini – I due si sono lasciati – Non è vero, il fatto è che si ritira al termine di questo torneo! – Ma che dici, non c’è Fabio in panchina, sicuramente si sono lasciati – Ma no, guarda là, è là che si mangia le unghie! – E’ il suo ultimo torneo da professionista e non sta trattenendo la tristezza». Si è sentito di tutto La partita, qui, si è vissuta così: il punteggio, in certi frangenti, passava in secondo piano. La salute della Penna prima di qualsiasi altra cosa. Meno male che poi c’ha pensato lei a chiarire tutto: «E’ stato un momento in cui mi sono fatta prendere da mille emozioni forti tutti in una volta. Per liberarmene sono poi andata nello spogliatoio, ho pianto, mi sono sfogata e mi sono data una sciacquata alla faccia. Poi sono ripartita. Il ritiro? Ho 33 anni ormai, non sono più una ventenne e non ho più tanti anni davanti a me. Il momento del ritiro sta arrivando, ma non so dire quando sarà perché ancora non lo so». Grazie Flavia, era tutto ciò che volevamo sapere. Dunque ti sei lasciata con Fognini? «No no, sto benissimo». Caro giornalista ritenta, sarai più fortunato.

Cara Sloane ritenta, ma difficilmente sarai più fortunata. Oggi Stephens ha retto per un set e mezzo a livelli altissimi contro Serena Williams, che alla fine però ha prevalso come era scritto in ogni libro di storia. La n.1 del mondo, intervistata in campo, ha detto: «Faccio i complimenti a Sloane, se giocherà così potrà anche diventare n.1 al mondo». Sì. Forse. In un’altra epoca. Senza di lei.

Prima o poi qui si fanno male. La mania, vecchia tra l’altro, di lanciare le palline autografate in mezzo ad una mandria di bufali (perché è questo che sono le persone che ‘si ringhiano’ contro per afferrare una pallina come se fosse una reliquia) prima o poi mieterà delle vittime. Oggi la stessa Williams ha lanciato una pallina verso il pubblico ed uno spettatore, per protendersi ad affermare il sacro oggetto, è ribaltato all’indietro rimanendo incastrato nello spazio tra le due file di sedie. Oppure Simona Halep, che al termine della sua partita contro Karolina Pliskova ha lanciato una pallina verso una signora seduta al primo anello, piuttosto isolata da tutto il pubblico, con la bandiera rumena attorno al collo. La palla è rimbalzata su una gradinata poi sulla passerella, si stava fermando quando è arrivato dall’anello inferiore un uomo, sulla cinquantina, che con un gesto felino ha infilato la mano tra le due ringhiere ed ha afferrato al volo la pallina. La signora c’è rimasta malissimo, al limite delle lacrime, mentre questo girava braccia alzate come a sentirsi un eroe. Ma nessuno pensa all’eventualità che questi due possano incontrarsi fuori dal circolo e regolarsi i conti tra di loro?

Timea Bacsinszky ce l’ha fatta ancora. Ha ripreso una partita cominciata malissimo nel primo set con tante difficoltà contro Elina Svitolina, che sembrava averne molto più di lei. Risultato finale? 4-6 6-1 6-1, quindicesima vittoria di fila ed una gioia straripante. Lo senti dal tono di voce rotto nelle prime parole a bordo campo ma anche dal fatto che ad un certo punto non riusciva a connettere due parole di fila in inglese in conferenza stampa e simpaticamente ha esclamato: «Avete visto cosa vuol dire saper parlare sei lingue? Alle volte non sai cosa dire e come dirlo». Ad una domanda sulla sfida del 2010 a Serena Williams, che si riproporrà domani, ha esclamato: «Ricordo che giocai due smorzate su due seconde palle e feci il punto, poi lei mi giocò un servizio vincente ed urlò: “Fai il dropshot anche su questa?!”».

Prima di Timea, in sala stampa è stata la volta di Flavia Pennetta. Dopo l’intervista in inglese, hanno fatto alzare noi italiani per portarci nella player lounge, dove abbiamo poi fatto l’intervista con l’azzurra. Pensate ad aprire la porta del corridoio di passaggio e trovarvi Maria Sharapova a meno di 10 centimetri. Fatto? Bene. Flavia, che ha assistito alla scena, ha esclamato: «Ora vuoi anche intervistarmi? L’hai vista da così vicino ed hai ancora la forza per farmi delle domande?». #CantBuyMeLove

 

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