TENNIS – Dal nostro inviato ad Indian Wells Diego Barbiani
Un Andy Murray a questo livello, forse, non si era ancora ammirato in tutta questa settimana e nei periodi successivi all’Australian Open. Il britannico, contro Feliciano Lopez, ha offerto una prestazione quasi perfetta di solidità da fondo campo.
Lo spagnolo è stato “spento” con il punteggio finale di 6-3 6-4 in un’oretta e mezza di bel tennis. C si poteva attendere di più dal n.12 del torneo? Forse, ma la domanda allora diventa: un Lopez più attaccato nel punteggio avrebbe dato fastidio a questo Murray? Molto probabilmente no. Murray solidissimo da fondo campo, subito a suo agio nonostante le folate di vento che spesso fanno capolino tra gli spiragli dello stadio centrale di Indian Wells. Lopez aveva bisogno di un aiuto, quello che sotto 2-5 nel secondo set gli ha permesso di riprendere uno dei due break di ritardo e di rendere meno pesante il risultato, altrimenti per lui lo scambio da fondo era una chimera. Quello che è peggio, però, è che l’attimo per attaccare non c’era, anche perché attaccando si esponeva al passante dello scozzese o al lob, come quello che gli aveva garantito il break per il 5-2 (sempre nel secondo set). Poco fa la notizia che Djokovic è approdato in semifinale senza faticare, ma anche il n.4 del tabellone non arriverà a quella sfida con il fiato corto. E’ tempo, per Murray, di ritrovarsi di fronte il serbo dopo quella finale di Melbourne conclusasi tra tante ombre.
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