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Djokovic verso la paternità: che impatto avrà sulla sua carriera?

TENNIS – DI FEDERICO PARODI – Tra poche settimane – probabilmente verso la metà di ottobre – Novak Djokovic diventerà padre per la prima volta. Il serbo è nel pieno della carriera, ma la nascita del primogenito cambierà qualcosa nel suo approccio alla professione o sarà un ulteriore stimolo per continuare a vincere?

La vita è un’altalena di emozioni, belle o brutte che siano. Diventare genitori rappresenta uno degli apici emozionali più intensi che un essere umano può raggiungere nell’arco della sua esistenza. E questo, ovviamente, vale anche per i tennisti, pagati sì per impugnare una racchetta e colpire una pallina gialla e pelosa, ma allo stesso tempo chiamati a continui spostamenti aerei da una parte all’altra del mondo per giocare tornei quasi ogni settimana dell’anno. Se sei un tennista professionista e hai sempre la valigia in mano, ecco che il mestiere del padre si complica e non poco. Anche perché, quando viene al mondo il pargoletto di casa, è fisiologico voler passare un po’ di tempo in famiglia, tra le mura domestiche a godersi ogni attimo del lieto evento.

Nole si è sposato con Jelena Ristic pochi giorni dopo Wimbledon e la vittoria in finale su Federer. Tra champagne e luna di miele il campione di Belgrado ha staccato mentalmente con il tennis per circa un mese, riflesso involontario che ha causato due battute d’arresto sorprendenti, con Tsonga a Toronto e Robredo a Cincinnati, e inciso in negativo sulla sua preparazione a Flushing Meadows, insufficiente per rivincere il titolo andato poi a un outsider come Cilic. Djokovic ha poi rinunciato alla scomoda trasferta indiana di Davis, preferendo riposare accanto alla moglie e al suo pancione. Difficile prevedere quanto e come si sia allenato in questi giorni. Sarà sicuramente al via del torneo di Pechino che inizia lunedì prossimo e poi dovrebbe giocare anche Shanghai, sempre che non siano quelli i giorni buoni per il parto. Nelle successive due settimane si metterà alla prova nei panni del neopapà e solo allora deciderà se andare o meno a Parigi. Molto dipenderà dalle condizioni della moglie e dell’erede, ma al momento potrebbe essere proprio il torneo parigino il 1000 sacrificato nel calendario del numero uno del mondo. E c’è già chi parla di primato nel ranking in pericolo.

È pur vero che nel 2013 il serbo infilò un quartetto da sogno, portandosi a casa Pechino, Shanghai, Bercy e ATP World Tour Finals in poco più di un mese. In questo finale di stagione, Djokovic è chiamato a difendere 4.000 punti, mentre Nadal, il suo diretto inseguitore, soltanto 2.020. Ma i due sono separati in classifica da 3.485 lunghezze, vantaggio che dovrebbe far dormire sonni tranquilli al leader della classifica, perlomeno fino al 2015. Come se non bastasse, il maiorchino non ha mai brillato nella stagione indoor ed è reduce da un infortunio al polso. Tra una distrazione e l’altra, sarà però difficile rivedere il Nole concentrato e imbattibile dell’anno passato. «La nascita di un figlio cambia le cose. Il tennis non sarà più la mia priorità», aveva fatto sapere in tempi non sospetti. Parole che vanno interpretate nel modo giusto, ma che hanno fatto venire i brividi ai suoi tifosi.

L’impatto che avrà il nascituro sulla vita del tennista belgradese sarà straordinario, c’è da scommetterci; quello sulla sua carriera, invece, è tutto da scoprire. Anche perché, a un evento che in un modo o nell’altro ti cambia la vita, le persone possono reagire in maniera diversa. Il parallelismo con Federer ci può stare fino a un certo punto. Nole può chiedere consigli finché vuole sull’organizzazione familiare dello svizzero negli spostamenti su e giù per il globo, ma non è detto che il modus vivendi dei due sia complementare o che Jelena accetti di buon grado di seguire da subito il marito a spasso per il Tour. E in tal caso, Nole rinuncerà a qualche torneo lontano da casa, oppure, per ragioni di classifica,  giocherà comunque, magari con la testa rivolta altrove?

Papà Federer ha riacquistato serenità e trovato nuovi stimoli. Nel 2009 è tornato ai vertici dopo un anno difficile, smentendo chi lo dava già per bollito. Myla Rose e Charlene Riva, insieme a Mirka, lo hanno aiutato a superare tanti momenti difficili e Roger ha sempre sostenuto di volerle rendere orgogliose, continuando a giocare anche per loro, perché possano rendersi conto di cosa faccia il papà. E chissà che anche Leo e Lenny non abbiano influito sul ritrovato smalto del fuoriclasse elvetico in questa stagione, con l’ottavo sigillo a Wimbledon soltanto sfiorato e il ritorno alla vittoria in un 1000 a due anni di distanza. Ecco, i tifosi del serbo si augurano che il loro pupillo segua in questa direzione le orme di Federer, che la paternità lo fortifichi anche sul rettangolo di gioco e magari gli dia la forza per vincere il Roland Garros e completare il Career Grand Slam. La dedica sarebbe già pronta. Auguri Novak e Jelena, per un futuro ancora tutto da scrivere.

 

Redazione

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