TENNIS – Di Diego Barbiani
CINCINNATI. Ed alla quarta finale stagionale in un Master 1000 la maledizione per Roger Federer si è spezzata. Lo svizzero ha battuto David Ferrer per la sedicesima volta in carriera, conquistando il sesto titolo a Cincinnati e l’ottantesimo della sua carriera.
6-3 1-6 6-2 il punteggio finale in favore del n.3 del mondo al termine di una partita non entusiasmante, vissuta molto sul rendimento (altalenante) dello svizzero. I precedenti, d’altronde, parlavano chiaro: 15-0 era un dato troppo importante da essere sottovalutato. Ferrer, per quanto spesso il suo impegno e la sua dedizione vengano considerati come esempio, non ha le armi per competere con Federer. Anche quando quest ultimo, come stasera, è al di sotto dei suoi standard e lui gioca al massimo alla fine ad alzare le braccia trionfante è l’altro. Lui, a guardare e sorridere in maniera beffarda.
Il primo set è stato vinto, da Federer, facendo sostanzialmente il compitino: molto attento nei propri turni di battuta e facendo fruttare l’unica palla break avuta grazie al grande aiuto dello spagnolo, con un doppio fallo sanguinoso. Avanti 5-3, lo svizzero ha ripreso un game da 0-40 dove Ferrer ha giocato il tutto per tutto con due colpi spettacolari, prima un pallonetto in allungo e poi un passante di rovescio fulmineo. Con bravura però Federer ha ripreso il game ed ha mandato in archivio il parziale.
L’inizio del secondo poteva dare un’impronta determinante alla partita, ma lo svizzero ha mancato quattro palle break e, improvvisamente, è uscito dal campo. Saranno cinque, in tutto, i giochi consecutivi racimolati da Ferrer. In questi, c’è tantissima complicità dell’avversario che è vistosamente calato. L’impressione, con lo scorrere dei punti, era che Federer avesse del tutto perso incisività da fondo e per fare punto a Ferrer ci voleva un mezzo miracolo.
C’è mancato poco che lo svizzero non subisse addirittura un pesantissimo 6-0. Una volta cominciato il terzo set, però, ha tirato fuori gli artigli: prima un game difficile tenuto a 30, poi un altro più comodo, poi il break con grandi soluzioni in lungolinea. Da lì la partita è nuovamente svoltata, questa volta definitivamente. Federer aveva aggiustato i problemi che lo hanno accompagnato lungo il secondo set e si era fatto nuovamente aggressivo, pimpante. Ferrer, per quanto potesse provare, la partita non l’avrebbe più ripresa.
Così sul 5-2 sono arrivati i primi match point. Sul secondo una palla dubbia viene chiamata fuori dal giudice di linea, corretta dall’arbitro che a sua volta è stato corretto dallo stesso svizzero che nel frattempo aveva chiesto la verifica con l’occhio di falco. Federer batte tutti, anche l’arbitro. Ed ora si volerà a New York, con Djokovic ancora non al meglio, con Nadal ancora indeciso, con Murray che non raggiunge una finale da Wimbledon 2013, con Federer che a 33 anni si sta divertendo a giocare come se ne avesse una decina di meno.
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