Roland Garros: il Canada, un'ambiziosa (nuova) potenza tennistica

TENNIS – Dal nostro inviato a Parigi, Dario Torromeo 

È storia recente quella del tennis canadese protagonista nel mondo. Tutto è cominciato nel settembre del 2007 quando la Federazione ha deciso di aprire il Centro Nazionale all’interno dell’Uniprix Stadium di Montreal. Con la creazione di un punto di ritrovo per lo sviluppo delle prestazioni di alto livello è nato anche il primo piano di rilancio.

Un quadriennale (2008-2011) con un investimento annuale a crescere da 6,5 milioni di dollari canadesi fino ad arrivare a 10,6. Visti i risultati positivi, la Federazione ha rinnovato l’impegno per un altro quadriennio (2012-2015) aumentando anche gli investimenti che sono così saliti fino a un massimo di 15 milioni.

Gli obiettivi principali erano quelli di avere un uomo nella Top 10 e un vincitore di uno dei quattro tornei dello Slam. Tre donne nella Top 50 e altre due nelle prime cento. Dopo l’ultimo Roland Garros hanno raggiunto al 50% gli obiettivi tra gli uomini (Milos Raonic è nella Top Ten, Vasek Popsil è 31), mentre sono ancora lontani nel settore femminile: Eugenie Bouchard è 12, Sharon Fichman 77. Ma è stato proprio sulla terra rossa parigina che il tennis made in Canada è finito in copertina. Raonic ha perso contro Djokovic, ma ha confermato grandi doti e già da Wimbledon potremmo ritrovarlo addirittura più avanti dei quarti di finale del RG. Ha fatto ancora meglio Eugenie Bouchard che si è fermata solo in semifinale al termine di una strenua battaglia con Maria Sharapova, dopo essere stata avanti di un set.

«Dopo anni di tentativi di mettere il tennis canadese sulla mappa, ora finalmente vediamo la luce alla fine del tunnel. È solo l’inizio». Parole di Eugene Lapierre, vice presidente della Federazione.

Oltre al Centro Nazionale di Montreal e a quello d’eccellenza di Toronto, la Federazione gestisce anche due grandi tornei: la Rogers Cup femminile (Premier con 2.440.070 dollari di montepremi) e la Rogers Cup maschile (Master 1000, 3.146.920 dollari di montepremi).

«Non tutti i bambini in Canada voglio giocare a hockey, lasciate che per una volta il loro sogno non sia mandare la palla in rete».

Una grande attenzione è riservata alle nuove leve. Sei tornei ITF finanziati direttamente e altrettanti gestiti, oltre a almeno dieci competizioni riservate agli Under 12, 14, 16, 18 che vanno a coprire l’intero territorio nazionale: non solo Montreal e Toronto, ma anche Edmonton, Vancouver, Ottawa, Missisagua, St Hyacruthe, Mont Treblant, Burlington, Calgary.

Il boom del tennis è ben rappresentato dall’assegnazione a Milos Raonic del premio come migliore sportivo dell’anno 2013. È il segnale di una raggiunta popolarità, come lo sono stati i quattro milioni di telespettatori (record assoluto del tennis in Canada) per la semifinale degli Australian Open 2014 tra Bouchard e Li Na, o la crescita del 25% di praticanti (da 4 milioni a 4,9 milioni) nel quadriennio 2008/2011.

Qualcuno dirà che Genie Bouchard e Milos Raonic non sono prodotti canadesi. La prima si è formata tennisticamente nell’Accademia di Nick Saviano in Florida e il secondo è cresciuto prima alla scuola dello spagnolo Galo Blanco e ora si sta perfezionando con la coppia Riccardo Piatti/Ivan Ljubicic.

Tutto vero. Ma né l’uno, né l’altra sarebbero mai diventati tennisti se non ci fosse stata la Federazione canadese e il Centro Nazionale a indicare loro la strada e a fornire il supporto tecnico per lanciarsi nella grande avventura.

Il tennis canadese è una realtà e lì in NordAmerica sono convinti che lo diventerà sempre di più.

 

(L’articolo completo verrà pubblicato

sul numero 6 di Matchpoint Tennis Magazine

in uscita il 20 giugno)

 

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