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Atp Finals Londra. Djokovic: «L'inizio più difficile che mi potesse capitare»

Dal nostro inviato a Londra, Diego Barbiani

Novak Djokovic ha battuto Roger Federer 6-4 6-7(2) 6-2 nel match d’esordio delle Atp Finals 2013. Questa, che è stata la semifinale di Parigi-Bercy di tre giorni fa, era anche la finale del Master dello scorso anno quando Djokovic si impose in due set.

In conferenza stampa, al termine, Djokovic ha espresso tutta la sua soddisfazione per la vittoria. «Questa è la partenza più difficile che mi potesse capitare. Ho giocato la finale a Bercy appena due giorni fa ed oggi mi sono trovato di nuovo in campo, sempre contro Federer, quando l’ho affrontato giusto tre giorni fa.

Penso – ha aggiunto, in un pensiero che va in controtendenza rispetto a quello degli altri suoi colleghi – che le condizioni del campo siano più veloci rispetto a quelle di Bercy, inoltre le nostre sfide sono sempre molto dure e le condizioni erano totalmente diverse. Non sapevo davvero come avrei potuto giocare stasera». A tal proposito ha anche aggiunto di non essere soddisfatto «di come ho servito nel secondo set. Ho perso un brutto game da 40-0 senza ragione. Avevo totalmente perso la prima di servizio, per fortuna nel terzo set tutto è tornato ok».

Nel secondo set, una volta smarrito quel turno di battuta (il quinto) ha ridato animo a gran parte del pubblico sparso sulle tribune, che quasi come in un’atmosfera di Coppa Davis era schierata solo con Federer. «Non era la prima volta – spiega – che mi trovavo in una situazione di questo tipo. Me l’aspettavo. Per me è stato molto importante mantenere alta la concentrazione. C’è stata tanta intensità, tante emozioni e molti alti e bassi. Lui poi ha iniziato a giocare meglio da quel turno di battuta, mentre io stavo perdendo la pazienza. Alla fine però sono riuscito a rimediare».

Roger Federer, al contrario, è entrato in sala stampa con il volto che era una maschera di delusione. Alla domanda se il serbo sia la persona più difficile da superare in difesa ha risposto: «E’ una tipologia difensiva diversa da quella di Nadal o Murray, ma comunque molto efficace. Penso comunque che stasera sia stata diversa dalle altre volte come tre giorni fa oppure nella scorsa finale. Forse quei match erano di più alta qualità ma è normale perché in fondo erano semifinali o finali, non il primo turno di un Round Robin». Gli hanno chiesto come mai di tutti quegli errori (45 non forzati in totale) ed ha affermato che «il campo è lento e questo è solo il primo match, è normale che ci siano tutti questi errori. Come ho detto, bisogna prendersi tante opportunità per far male ad un giocatore come Novak altrimenti poi si commettono errori».

Lo svizzero si è sciolto in un sorriso appena il tema si è spostato sul pubblico che l’ha calorosamente supportato fino alla fine. «E’ veramente carino ricevere tutto questo supporto dal pubblico ovunque io vada nel mondo. La O2 Arena è speciale per me, perché essere qui vuol dire essere tra i primi otto del mondo ancora una volta nonostante un anno così difficile. Apprezzo sempre tutto il sostegno che ricevo, soprattutto qui a Londra dove ho celebrato alcune delle mie migliori vittorie».

Analizzando la situazione rispetto allo scorso anno, Federer ha detto che dodici mesi fa aveva potuto avvicinarsi meglio all’evento perché non giocava a Bercy. Non avendo giocato lì, aveva preso come riferimento Basilea mentre quest anno, avendo disputato la prova parigina, aveva come paragone quello, che è decisamente più veloce rispetto alla superficie londinese. «Ora – ha aggiunto – è diventato ancora più difficile passare un giocatore da quanto è lenta. C’è ancora più costruzione del gioco e questo richiede ulteriori aggiustamenti. Anche Djokovic, sono convinto, ha combattuto duramente durante il match. Anche lui non era al massimo fisicamente e mentalmente. E’ stata una sfida dove ognuno voleva trarre vantaggio da un avversario non al 100%».

Da un’ultima analisi sul match appena perso Federer ha spiegato che è dispiaciuto «per tutte le opportunità che ho avuto e non ho saputo trarne vantaggio. Mi sento molto meglio fisicamente rispetto a quando ero a Parigi. Sono stato in grado di recuperare da un ultimo tour de force complicato. Dunque rimpiango davvero di non aver sfruttato le mie occasioni, forse avrei dovuto giocare in maniera più solida. Però devo guardare avanti, ora mi attendono due importantissime partite contro Del Potro e Gasquet (prima il francese, ndr) e devo prendere tutto ciò di positivo che ho visto oggi». Tutto, meno che una domanda di uno sventurato giornalista, che gli ha chiesto se aver preso un set in entrambi gli ultimi confronti a Djokovic (dopo un anno così difficile) sia un buon segno. Federer, con autoironia, ha replicato: «Certo! E’ molto positivo, ho tolto due set a Djokovic ma ne ho persi quattro. Perdere un match, è così eccitante!». In realtà, sotto sotto, forse non lo è.

Diego Barbiani

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