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Caso Troicki / Djokovic furioso: «Non ho più fiducia nell'anti-doping!»

Dal nostro inviato a Londra, Diego Barbiani.

Novak Djokovic si è duramente sfogato contro i membri dell’anti-doping. Durante la conferenza stampa dopo la vittoria contro Federer, il serbo alla domanda di chi gli chiedeva un’opione sulla riduzione della pena a Victor Troicki non ha usato mezze misure, attaccando l’agenzia della WADA e della IDTM.

Dieci giorni fa Marin Cilic ha visto la propria pena per doping ridursi fino a nove mesi, tanto da potergli permettere di tornare subito in campo a Bercy. Di questi giorni invece la riduzione della pena da diciotto a dodici mesi per Troicki, anch’esso accusato di doping. Nessuno dei due, però, è risultato positivo alle analisi di doping svolte.

«Questa notizia non è brutta solo per lui (Troicki, ndr), – ha detto – è stato provato anche come WADA e l’agenzia anti-doping non lavorino! Dico questo perché come tennista ho regole da conoscere e da rispettare. Ma quando si è scelti per effettuare il test, per il sangue o per le urine, ci si deve aspettare che la WADA e l’agenzia anti-doping possano specificare bene quali siano le indicazioni da seguire ed in quali severe conseguenze potremmo capitare».

Qui entra in gioco Troicki,: «Per prima cosa, sia ben chiaro: lui non è stato trovato positivo ad alcuna sostanza! E non voglio dire che non abbia la minima colpa per non aver voluto effettuare il test, ma ha ricevuto un permesso per effettuare il test il mattino dopo. Quel giorno Troicki non aveva nulla da nascondere, semplicemente non stava bene!». Nonostante stesse per lo più leggendo dei fogli che si era preparato prevedendo che gli fossero poste domande su questo argomento, il suo tono era molto scosso. Sta parlando di un amico che ha sbagliato ma che a sua volta non può difendersi da un’accusa molto grave a livello sportivo. «Io stesso – ha proseguito – non posso più sentirmi tranquillo durante un controllo anti-doping proprio a causa della negligenza e della scarsa professionalità di questa dottoressa!». Ed ha aggiunto: «Io non ho più fiducia in loro, non ho più fiducia di quello che sta succedendo! Non so neanche se domani al torneo ci sarà il DCO, che rappresenta sia IDTM e WADA, e dopo che mi hanno fatto fare il test magari lo faranno sparire per chissà quale ragione. Tutto a causa della loro scarsa professionalità, della loro negligenza, della loro incapacità nell’esprimere le regole in modo chiaro!».

Più il soliloquio improvviso proseguiva, più ha spiegato le sue idee proprio come se dovesse ora difendersi da accuse più o meno gravi. «Per me tutta la procedura in queste circostanze è totalmente contro il giocatore». Poi si è sentito in dovere di chiarire un particolare: «Se non ne siete al corrente, voi una volta accusati di doping dovete andare al tribunale dell’anti-doping qui a Londra, un posto finanziato dalla stesso IDTM e dalla WADA. Ad oggi – scandendo bene ogni parola – non esiste un solo giocatore che sia riuscito ad uscire vittorioso da un’accusa di doping ai suoi danni».

A questo punto è stato menzionato anche il croato Cilic: «Ci ho parlato non più di una settimana fa. Mi ha detto che inizialmente gli avevano trovato una sostanza proibita, poi dalle rianalisi non era emerso nulla nel sangue».

Djokovic ormai era un fiume in piena. «Cosa è successo dunque? Chi è il responsabile di tutto ciò? Chi pagherà per la brutta situazione in cui si è trovato Cilic? Ha perso punti in classifica, soldi, tutto. Lui vive per questo, gioca a tennis per questo. Chi risponderà di tutto questo? In più – tornando su Troicki – lui tornerà a giocare a tennis solo nel Luglio del prossimo anno mentre la dottoressa che era con lui quel giorno domani potrà continuare la sua attività. Nessuno mi risponderà mai per questo! Solo lui paga, perché? Per me tutto ciò è un’ingiustizia, una grave ingiustizia!». La sala stampa, non più piena visto l’ora ormai tarda in previsione della chiusura della metropolitana, era tutta intenta a non perdersi una parola del discorso di Djokovic, che piano piano stava sfociando tutti i suoi malumori.

«Dalla sentenza di Losanna – conclude – si capisce che chi realmente è costretto a pagare siamo noi giocatori! L’Atp, che dovrebbe essere un’associazione composta dai tennisti, che si suppone essere il corpo governante, non dice nulla e non farà nulla per Troicki! Questa per me è un’altra grande ragione per cui le regole devono cambiare. Ieri Cilic e Troicki hanno pagato per la negligenza e la scarsa professionalità di questi rappresentanti, ma in futuro potrebbe toccare ad uno qualsiasi di noi!». A buon intenditor..

Diego Barbiani

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