Wta Champs Istanbul: Williams a mezzo servizio, ma è comunque in finale

DIEGO BARBIANI – Ha rischiato fino all’ultimo, Quando dopo oltre due ore si era vista riprendere da 5-1 a 4-5 ed offrire la palla dell’isperato pareggio a Jelena Jankovic, Serena Williams ha forse visto passarsi davanti tutte le paure di questo mondo. Alla fine però è riuscita a venire a capo di una sfida che le ha riservato molti grattacapi, non meno importante quello strano problema fisico che ha accusato fin dall’inizio dell’incontro.

Durante i cambi campo nascondeva il volto nell’asciugamano e sembrava piangere dal dolore. Con la sua camaleontica capacità di nascondere ogni emozione, non lasciava trasparire sensazioni o smorfie, almeno fino a metà match. Così nell’incertezza generale è riuscita passo dopo passo a riprendere un break di vantaggio della sua avversaria ed a portarsi sul 5-3 nel primo parziale. Dal 5-4 in poi ha iniziato piano piano a mostrare segni di insofferenza, giocando solo con il braccio e spendendo al di la della rete vere proprie fucilate con cui ha anche saputo annullare una pericolosa palla del 5-5.

Chiuso il primo parziale per 6-4, Serena ha continuato a mostrare un body language molto negativo. La velocità della prima calava in maniera inesorabile e da 180km/h di media ci sono stati picchi negativi fino a 125km/h. Qualcosa non funzionava come al solito e lo stesso Mouratoglu, da bordo campo, era impietrito, Nel frattempo Jankovic, ottenuto un nuovo break, consolidava il vantaggio. Verso la fine del secondo set sono arrivati anche i primi fischi per la n.1 del mondo, spesso rinunciataria nel proseguire lo scambio quando capiva di non poter arrivare sulla pallina.

La situazione si faceva molto complessa. Sul 5-1 un sussulto d’orgoglio di Serena le permetteva di riprendere uno dei due break di ritardo, ma subito dopo un nuovo pessimo game di servizio le costava il primo set ceduto nel torneo ma in generale il primo set che cede dal 2007 (al Master) ad una giocatrice che non sia sua sorella.

Jankovic però ha diverse colpe. Ad inizio del terzo set la qualità della Williams era sempre più bassa eppure la serba non sapeva approfittarne. Scambio di favori nei primi tre giochi e poi è stato un monologo americano. Serena era sempre più sulle gambe, ma finché la sua avversaria le permetteva di giocare da ferma era devastante. Forse il non averla mossa più di tanto le ha permesso di riprendere qualche energia. Soprattutto è stato molto importante per lei il quarto gioco, tenuto con tranquillità e che le ha permesso di consolidare il break appena ottenuto.

Jankovic era entrata nel pallone: aveva di fronte una Williams sfatta eppure lei stessa non riusciva ad approfittarne fino in fondo. Il treno verso la finale sembrava ormai passato quando si è trovata sotto 1-5. Invece con coraggio ed un po’ di fortuna si è rifatta sotto fino al 4-5. Nell’ultimo tiratissimo turno di battuta della Williams ci sono stati altri due match point annullati dalla serba, che si è vista a sua volta annullare una vitale palla del 5-5. Alla fine è Serena che ha potuto esultare, ma con tanta tanta fatica. Nella breve intervista rilasciata a bordo campo si è detta sorpresa di essere sopravvissuta all’incontro. A suo dire il problema fisico è solo dovuto alla stanchezza di tante partite giocate ad altissimo livello in stagione. Sarà stata realmente questa la motivazione? Intanto è di nuovo in finale e proverà fino all’ultimo a rimettere le mani sul trofeo conquistato dodici mesi fa.

(1) Serena Williams b. (7) Jelena Jankovic 6-4 2-6 6-4

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