Australian Open

Robson: Paolini può giocare per vincere ovunque. Gauff impressiona

Siamo ormai alle porte del primo Slam del 2025, con l’Australian Open che ha alzato il sipario mostrando i tabelloni principali dell’edizione che partirà nella nottata italiana tra sabato e domenica. Con oltre 250 ore di tennis LIVE su Eurosport 1 (match di cartello) ed Eurosport 2 (match italiani) dai campi di Melbourne Park, Warner Bros. Discovery rinnova nel 2025 la sua squadra di campioni oggi autorevoli opinionisti: Boris Becker, Alex Corretja, Justine Henin, Tim Henman, John McEnroe, Laura Robson, Barbara Schett, Roberta Vinci, Mats Wilander e per la prima volta il due volte vincitore dell’Australian Open Jim Courier al commento per Eurosport.

L’Australian Open sarà commentato in Italia da una grande e ormai storica squadra di telecronisti e autorevoli spalle tecniche: Riccardo Bisti, Gianmario Bonzi, Andrea Campagna, Mario Castelli, Simone Eterno, Federico Ferrero, Alessandro Lettieri, Jacopo Lo Monaco, Francesco Paone, Michele Pedrotti, Dario Puppo, Francesco Sessa; Marco Bucciantini, Paolo Canè, Lorenzo Cazzaniga, Guido Monaco, Barbara Rossi, Roberta Vinci e, novità di questo Slam, Giulia Gatto Monticone, ex-tennista professionista che nel 2019 ha disputato Wimbledon e il Roland Garros.

Ogni giorno al termine della sessione serale dell’Australian Open, all’ora di pranzo italiana, Schiaffo al Volo sarà il format italiano dedicato al tennis condotto da Jacopo Lo Monaco e Simone Eterno, con Roberta Vinci e i collegamenti da Melbourne Park dell’inviato Matteo Zorzoli. Dal 12 gennaio per tutta la durata del torneo, Schiaffo al volo sarà in versione Podcast (sulle migliori piattaforme a disposizione) e LIVE sul nuovo canale Youtube di Eurosport Italia (anche on demand).

Intanto, siamo riusciti a intervistare in esclusiva Laura Robson.

Ciao Laura, per prima cosa buon anno. Con l’Australian Open riparte per te il cammino con Eurosport/Discovery+, è una routine o c’è sempre la sensazione di primo giorno di lavoro?
È un po’ una routine per me. Arrivo in Australia prima di Natale perché i miei genitori e la mia famiglia vivono qui. Questa almeno è la parte che intendo come routine, so che posso ambientarmi, far passare il jet lag con calma. Però più si avvicina l’Australian Open e più sale l’eccitazione di poter tornare sul posto. Credo che per il day-1 di ogni Slam non ci sia volta in cui tu non possa essere emozionato. C’è gran caos quel giorno, nel primo giorno, ma è un bel caos.

Quest anno poi ho sentito che avete come aggiunta Jim Courier. L’hai già incontrato?
Sì ho lavorato con lui un paio di volte, abbiamo poi fatto di recente la United Cup da Sydney. È un grande, ha sempre tanta buona energia e qualcosa di bello da dire e le sue analisi… è bello lavorare con persone così, hai sempre da imparare e son veramente contenta sia con noi ora. C’è una dinamica molto diversa quando persone così preparate sono nel tuo gruppo.

A proposito di United Cup, vorrei chiederti del lato WTA perché ho avuto la sensazione che quest anno i match femminili abbiano davvero lasciato il segno. Swiatek per esempio ha trovato partite molto intense e combattute, Gauff ha mostrato enorme resilienza e ha vinto con un livello davvero alto. Come è stato per te vedere questo da bordo campo?
Oh è stato il mio periodo migliore di sempre. Ho pensato che nulla potesse superare il match tra Swiatek e Katie Boulter, perché il livello generale era davvero alto ed è durata quasi tre ore, ma guarda nel complesso alla settimana di Iga. Cioè, ha giocato contro Muchova, Rybakina, Coco. Forse ora Coco è una delle giocatrici più difficili per tutti da affrontare. No in termini di preparazione è stata una settimana perfetta e abbiamo già visto tenniste ad alto livello così presto in stagione e io da bordo campo pensavo spesso: ‘Se questo è il livello ora, pensa cosa avremo di fronte nelle finali dell’Australian Open in un paio di settimane’. Credo semplicemente che loro abbiano un altro livello ora, guarda alla finale tra Iga e Coco: i movimenti erano ridicoli, il bilanciamento che hanno, l’intensità degli scambi… È stato veramente incredibile guardarlo da bordo campo, un momento meraviglioso. Davvero questo è il mio lavoro? Non mi staccherei mai, tutti i giorni della mia vita.

A proposito di Iga e Coco, sicuro sono tra quelle con più argomenti sotto la lente di ingrandimento ora tra aggiustamenti e miglioramenti, cambi di coach. C’è qualcosa che ti incuriosisce maggiormente?
Guarda, non potrei essere più impressionata che da quanto sto vedendo in Coco. Già avevo notato qualcosa a Riyadh, alla fine del 2024, ma già nella prima settimana della nuova stagione notavo come i miglioramenti fatti sul dritto e sul servizio fossero enormi. Per me degli accorgimenti nelle impugnature così cambiano le carriere. Non è facile per nulla e non sono tanti quelli disposti a certi cambiamenti una volta che la carriera si è in qualche modo stabilizzata: lei ha vinto già uno Slam e ha avuto la forza di provare una nuova via, che alla fine le ha portato così tanta fiducia nel suo gioco. Ora può veramente confidare in quei colpi. Aveva già un ottimo rovescio, movimenti eccellenti, atleticismo di alto livello. Credo proprio che da adesso vedremo tutt’altra Coco. E ho buone sensazione anche per Iga. Per me è stato molto positivo poter scambiare due parole con Wim a Sydney, lo conosco piuttosto bene da un po’ di tempo. Credo che già solo la dinamica di avere un nuovo coach, nuove idee, possa dare buon impulso al suo gioco. Credo anche sia già stato d’aiuto: ha battuto Rybakina su un campo veloce. Poi sì in finale ha subito una brutta sconfitta però tutto sommato ci sono stati passi in avanti anche per lei.

Per quanto riguarda Gauff, io credo lei abbia comunque sempre avuto un buon approccio a questo match up contro Swiatek. O quantomeno nelle ultime 5, 6 partite. Era completamente contro di lei, però vedevo questa determinazione di provare sempre a risolvere il problema. Cioè parliamo di un testa a testa che prima di Sydney era 11-2 e sicuro questi cambiamenti hanno dato grande slancio, ma alla fine penso davvero l’aver sempre creduto di poter fare qualcosa in più l’abbia anche aiutata a crescere. Per cui ti chiedo se possiamo in questi casi dare una percentuale di quanto incide la testa e quanto incide il gioco.
Per me vanno completamente a braccetto. Per me non poteva funzionare, a livello mentale, se c’era sempre un colpo che crollava. Puoi fingere quanto vuoi, ma se fai 34 errori di dritto in ogni singola partita, tutte le volte, non puoi avere la stessa fiducia. Per questo per me vanno così a braccetto. Una cosa aiuta l’altra. Nel momento in cui tagli completamente i doppi falli, cominci a tenere la battuta in maniera agevole e mentalmente sei in una posizione migliore in risposta, così cambia anche tutto la preparazione mentale a una partita. Penso facesse un po’ tutto quello che poteva per darsi fiducia, però alla fine la verità è che se davvero un colpo finiva per crollare nel rendimento, allora non c’era tanta differenza nella sua prova. Guarda, anche dopo Pechino ha avuto un momento delicato col servizio, però già a Riyad un paio di settimane dopo la differenza era enorme. E ancora adesso, grandi differenze perché magari si poteva essere in attesa di un crollo, di un calo, e non c’è stato. Sono elementi che fanno pensare possa davvero essere su un livello molto diverso di fiducia in se stessa per esempio sulle parità o sulle palle break, oppure chiudere le partite. Per questo faccio fatica a indicare una percentuale: uno aiuta l’altro.

L’ultima domanda che volevo farti invece era su Jasmine Paolini. Quando abbiamo parlato l’ultima volta era a metà maggio. Era prima di tutta l’estate incredibile che ha vissuto. Di recente era anche lei a Sydney per la United Cup, come l’hai vista? Hai qualche idea sulla possibile traiettoria che la sua carriera possa prendere da ora?
Oh, è numero 4 al mondo, no? Quindi sicuramente la traiettoria sembra positiva. Guarda, no, credo abbia giocato davvero bene in United Cup. Ha avuto un match difficile contro Karolina Muchova, sembra che per qualche ragione i loro stili di gioco non l’aiutino proprio ma credo anche che Jasmine, non avendo neanche avuto una pausa tanto lunga dopo la Billie Jean King Cup. In quei casi cerchi di gestire nella maniera migliore il poco tempo a disposizione. Per me non era male, mentalmente la vedevo pronta e carica per giocare. Questo è per me un bel segnale: quando sei a inizio stagione e vedi i tennisti contenti di ricominciare, anche se poi lei ha sempre questa grande voglia di essere in campo, tutto l’anno. E ripenso a tutti questi ultimi 12 mesi, com’era un anno fa quando arrivava a Melbourne in confronto a quest anno, ed è incredibile pensare a quanto abbia raccolto. Provando sempre a bilanciare tutto, non tanti sono stati in grado di cambiare la propria carriera con una stagione come quella che Jasmine ha appena avuto. Per me ora lei potrebbe mettersi nella lista di favorite alla vittoria del torneo ovunque giochi.

Diego Barbiani

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Tags: Laura Robson

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