Iga Swiatek è rientrata in campo dopo due mesi e, come accaduto anche a Elena Rybakina nell’esordio di ieri contro Jasmine Paolini, il rendimento in campo ha pesantemente risentito almeno per un set e mezzo della lunga assenza. Al contrario della kazaka, però, per la numero 2 del mondo è riuscita a riemergere dalle grandi difficoltà contro Barbora Krejcikova e ribaltare la partita grazie al finale del secondo set.
La ceca, “intrusa” di lusso a queste WTA Finals grazie al successo nella finale di Wimbledon, è stata abbastanzza vicina a cogliere la terza vittoria consecutiva nei confronti della polacca quando è stata avanti per 6-4 e 3-0 col servizio a disposizione su un campo probabilmente ancora troppo veloce per una Swiatek visibilmente fuori ritmo a cui è mancato buona parte del suo gioco fin dai primi punti.
Nei loro precedenti c’erano sempre state battaglie, escludendo la finale di Dubai del 2023 dove Krejcikova giocava la settimana praticamente perfetta battendo numero 1, 2 e 3 del mondo e la polacca cominciava ad avere problemi alle costole che l’avrebbero costretta a un mese di stop dopo Indian Wells. Resta il fatto che Barbora su un campo come questo di Riyad si stava sentendo molto meglio e, come prima avversaria dopo mesi e su un terreno difficile da capire, Swiatek probabilmente non poteva chiedere tanto peggio di così. A Iga serviva ritmo, palleggiare, e non ha mai ottenuto nulla con scambi che non superavano quasi mai i quattro colpi quando si riusciva a cominciare il punto.
Krejcikova è riuscita a farle malissimo per un set e mezzo facendola giocare male e vincere un primo set dove Iga quel poco di buono che ha fatto è stato con la prima di servizio a cui ha dovuto chiedere da subito tanto. L’inizio incerto, il dritto non registrato col rimbalzo un po’ troppo alto, la ruggine generale e la ceca scappava già abbastanza facilmente. Lei pur senza un servizio potente sapeva usare molto bene gli angoli ed evidenziare gli spostamenti ben poco “oliati” della rivale, che era quasi sempre in balia di un’avversaria molto efficace. Da notare, per esempio, la buona quantità di rovesci colpiti piatti e profondi, senza forzare ma giocando su quanto la palla potesse schizzare via rapida dal terreno ed essere impossibile da gestire. L’unico momento che poteva dare vita alla polacca è stato sul 3-2 Krejcikova, quando grazie a un paio di buoni punti si era portata 0-40. Da lì, però, non ha saputo prendere nemmeno una chance: ace, rovescio nei pressi della riga della ceca e dritto ancor più rischioso rimasto dentro al campo.
Il 6-4 per la numero 12 del mondo, in quel primo parziale, è stato tanto giusto quanto “risicato” ma l’ottimo inizio del secondo sembrava aver instradato definitivamente la partita dalla sua mentre Swiatek si perdeva tra scoramento, dialoghi sempre più continui con il suo angolo e doppi falli che cominciavano ad arrivare con più frequenza. Il doppio break del 3-0, da che sembrava ipoteca sulla partita, ha visto invece l’inizio di un copione completamente diverso. Swiatek, spalle al muro, è riuscita a trovare quel qualcosa in più da se stessa che spesso anche quest anno l’ha tolta da situazioni pericolanti. Non c’erano veri cambiamenti tattici e la sua prestazione rimarrà comunque poco più che sufficiente nel complesso, ma quella voglia di non lasciare il campo battuta l’ha spinta a una nuova rimonta. Il dritto ha cominciato a salire in cattedra per il controbreak dell’1-3, poi la prima di servizio l’ha salvata sulla palla dell’1-4 e successivamente prima le gambe poi l’atteggiamento hanno cominciato a crescere. Trovata la parità, dal 3-3 ha vinto ogni volta i punti più importanti per tenersi avanti nel punteggio (fondamentale il rientro da 15-30 sul 5-5) approfittando poi del crollo verticale della ceca sul 5-6.
Risorta, la numero 2 del mondo ha poi vissuto un set decisivo più semplice complice il suo miglior rendimento e un calo continuo di Krejcikova, che ha cominciato a soffrire anche di qualche fastidio fisico tra ginocchio e schiena, ha rotto definitivamente l’equilibrio e la polacca è scattata rapidamente sul 3-0 prima che trovasse un doppio break alla quinta occasione e con tre ace si è issata fino al 5-0. Anche lei, confermando la giornata molto altalenante, ha avuto ancora un momento di calo con diversi errori arrivati sul 5-0 che sono costanti anche un controbreak sul 5-1. Non c’è stato però molto altro da fare per Barbora, che con poca energia rimasta ha perso un’altra volta la battuta sul 2-5.
Vittoria sofferta ma molto importante per Iga, che ha fatto vedere come star ferma due mesi ha fermato completamente il suo gioco e dovrà lottare parecchio per uscire dal girone in condizioni che non le daranno vantaggio né contro Coco Gauff né tantomeno con Jessica Pegula, che l’ha battuta nell’ultimo precedente allo US Open.
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