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Sinner, il rovescio della medaglia: gli appassionati casuali e zero memoria, il caso del “livello”

“Non ti fare fottere dalla nostalgia” ammoniva il saggio Alfredo al giovane Salvatore in una celeberrima scena di Nuovo Cinema Paradiso, la pluripremiata opera cinematografica di Giuseppe Tornatore. L’effetto nostalgia è effettivamente una delle più grosse fregature su cui si può andare a sbattere a mano a mano che la nostra carta d’identità si fa più vecchia: l’errata convinzione che tutto fosse meglio “prima” soltanto perché si era più giovani, belli e spensierati in barba all’oggettività delle cose. Esistono però le eccezioni, casi e situazioni in cui effettivamente sì: si stava davvero meglio prima, si stava meglio quando si stava meglio. Tutto questo preambolo nasce dopo aver letto i risultati di un sondaggio lanciato poche ore fa da Eurosport Italia, che in occasione delle imminenti ATP Finals ha chiesto ai propri follower il loro parere sul livello del tennis attuale dopo la notizia storica del primo “Master” dal 2002 che si disputerà senza nessuno tra Federer, Nadal e Djokovic. “Dopo 23 anni nessuno dei Big 3 alle ATP Finals. Il livello del tennis si sta alzando o abbassando?” è stata la domanda posta sui canali social di Eurosport. Risultato: con una clamorosa maggioranza bulgara l’83% dei votanti ha sentenziato che il livello attuale del tennis si sta, duite udite, alzando. “Subito una grande cagata”, come disse il dolcissimo Ivan Juric in un’iconica intervista post-partita al malcapitato Massimo Ugolini di Sky. Prima domanda che sorge subito spontanea leggendo i bizzarri risultati del sondaggio: come può un’epoca appena spogliata di tre dei più grandi atleti di questo sport (probabilmente i più grandi, ma lasciamo il beneficio del dubbio per i più pignoli) essere qualitativamente migliore dopo averli persi?. La risposta sta con ogni probabilità nel ciuffo rosso che occupa il primo posto del ranking ATP: la “colpa” è quasi tutta di Jannik Sinner. Tra virgolette, sia chiaro, perché che colpe ne ha il povero Sinner se la sua esplosione ha generato uno stuolo di tifosi neofiti del tennis e una bulimica corsa alla notizia su qualsiasi cosa riguardi l’altoatesino? È la normale conseguenza di quando in uno sport individuale emerge un italiano forte: quello sport si popola all’improvviso di adoratori poco avvezzi ad utilizzare la materia grigia. Capita così che le ATP Finals qualitativamente più povere quantomeno degli ultimi 20 anni – un totale di 7 Slam vinti presenti a Torino (i 4 di Alcaraz, i 2 di Sinner e l’1 di Medvedev), un numero così basso non si vedeva dalle edizioni degli anni ’70, quando si era agli albori della competizione – per più di qualcuno siano espressione di un movimento tennistico di altissimo livello. Tanto per rinfrescare la memoria, ecco il non breve elenco dei qualificati alle Finals dal 2004 a oggi:

2004 – Federer, Roddick, Hewitt, Safin, Moya, Coria, Henman, Gaudio

2005 – Federer, Nadal (rimpiazzato da Puerta), Agassi, Coria, Davydenko, Ljubicic, Gaudio, Nalbandian

2006 – Federer, Nadal, Davydenko, Ljubicic, Roddick, Robredo, Nalbandian, Blake

2007 – Federer, Nadal, Djokovic, Davydenko, Roddick, Ferrer, Gonzalez, Gasquet

2008 – Federer, Djokovic, Murray, Davydenko, Roddick, Tsonga, del Potro, Simon

2009 – Federer, Nadal, Djokovic, Murray, del Potro, Davydenko, Verdasco, Soderling

2010 – Nadal, Federer, Djokovic, Soderling, Murray, Berdych, Ferrer, Roddick

2011 – Djokovic, Nadal, Murray, Federer, Ferrer, Tsonga, Berdych, Fish

2012 – Djokovic, Federer, Murray, Ferrer, Berdych, del Potro, Tsonga, Tipsarevic

2013 – Nadal, Djokovic, Ferrer, del Potro, Berdych, Federer, Wawrinka, Gasquet

2014 – Djokovic, Federer, Wawrinka, Nishikori, Murray, Berdych, Raonic, Cilic

2015 – Djokovic, Murray, Federer, Wawrinka, Nadal, Berdych, Ferrer, Nishikori

2016 – Murray, Djokovic, Wawrinka, Raonic, Nishikori, Monfils, Cilic, Thiem

2017 – Nadal, Federer, Zverev, Thiem, Cilic, Dimitrov, Goffin, Sock

2018 – Djokovic, Federer, Zverev, Anderson, Cilic, Thiem, Nishikori, Isner

2019 – Nadal, Djokovic, Federer, Medvedev, Thiem, Tsitsipas, Zverev, Berrettini

2020 – Djokovic, Nadal, Thiem, Medvedev, Zverev, Tsitsipas, Rublev, Schwartzman

2021 – Djokovic, Medvedev, Zverev, Tsitsipas, Rublev, Berrettini, Hurkacz, Ruud2022 – Nadal, Tsitsipas, Ruud, Medvedev, Auger-Aliassime, Rublev, Djokovic, Fritz

2023 – Djokovic, Alcaraz, Medvedev, Sinner, Rublev, Tsitsipas, Zverev, Rune

2024 – Sinner, Zverev, Alcaraz, Medvedev, Fritz, Ruud, de Minaur, Rublev

Senza andare nuovamente a scomodare i Big 3 e nemmeno quel campione totale di Andy Murray, affermare che l’essere passati dai vari Davydenko, Ljubicic, Roddick, Nalbandian, del Potro, Tsonga, Berdych, Ferrer, Wawrinka, Thiem – tanta gente che in carriera ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto anche (o soprattutto) a causa della presenza dei mostri sacri di cui sopra – ai Fritz, Ruud, de Minaur e Rublev rappresenti un upgrade qualitativo è roba che meriterebbe una robusta dose di cura Ludovico come quella inflitta ad Alex DeLarge in Arancia Meccanica: basterebbero anche solo 5 minuti di match come la finale Federer-Nadal degli AO 2009, Djokovic-Nadal sempre a Melbourne nel 2012, Federer-Djokovic semifinale al Roland Garros 2011 – ma anche match con protagonisti i già citati del Potro, Wawrinka, Berdych tanto per non restare ancorati ai soliti tre nomi – per comprendere cosa fosse il vero tennis di qualità strappandosi dagli occhi quel velo di Maya del tifo ignorante che porta a bizzarre considerazioni su argomenti di cui probabilmente si parla solo per sentito dire senza capirne proprio un bel niente. Questo ahinoi è il caro prezzo da pagare per un tennis diventato ormai mainstream e che ci riporta alla nostalgia di inizio pezzo: si stava meglio quando a sapere cosa fosse un rovescio slice e come funzionasse un tie break eravamo i soliti “quattro gatti”. Sì, si stava meglio quando si stava meglio.

Piero Vassallo

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