[1] I. Swiatek b. [12] J. Paolini 6-2 6-1
Il bellissimo cammino di Jasmine Paolini al Roland Garros si è fermato solo di fronte alla più forte che ci sia sulla terra rossa. Iga Swiatek non ha avuto pietà, una volta persa la battuta a inizio gara, e da lì è divenuta ingestibile mostrando alla toscana un livello che non ha mai visto di fronte prima nella sua carriera. Ingiocabile e letale, con 11 game consecutivi dal 2-1 e break per l’azzurra al 6-2 5-0, con ancora un urlo a caricarsi dopo aver ottenuto il punto del 15-15 in quel sesto game per puntare al 6-0.
Si sperava per Paolini di poter vivere meglio una giornata comunque speciale e indimenticabile, ma l’atteggiamento di Iga è qualcosa di perfetto. Jasmine non riusciva proprio a reggere il ritmo e la velocità della polacca, che ha ottenuto così la vittoria numero 35 a Parigi su 37 partite disputate, con l’unica capace di reggere quel ritmo è Chris Evert, con la leggenda statunitense capace di fare finale e quattro successi consecutivi nelle prime cinque edizioni giocate. Oggi è stato l’ennesimo dominio di questa ragazza che solo 10 giorni fa ha compiuto 23 anni e sembra amare questo torneo in maniera incondizionata da quando ha giocato qui per la prima volta, da junior.
Quest anno è stata a un punto dal tornare a casa, al secondo turno, in una partita che di secondo turno non aveva assolutamente nulla contro Naomi Osaka. Risorta dalle ceneri in una serata umida come poche e trattata sportivamente come mai successo prima da queste parti, ha perso la miseria di 23 game. Da quando si è riaperto il tetto, per gli ottavi di finale contro Anastasia Potapova, ha completamente acceso la lampadina. 6-0 6-0, 6-0 6-2, 6-2 6-4, 6-2 6-1. Oggi Paolini ha dovuto trovare di fronte a sé la miglior versione della polacca e ha fatto quello che ha potuto, salvando una palla break sullo 0-1 quando è stata recuperata da 40-0 con Swiatek che riusciva a prenderle il tempo e solo il nastro evitava già uno svantaggio che si tramutava di colpo in un piccolo passaggio a vuoto dell’avversaria che sbagliava qualcosa di troppo e cedeva la battuta.
Sul 2-1 e servizio, Jasmine ha avuto quei 90 secondi al cambio campo di libertà ma non appena è andata a servire è stata rapidamente investita da un ciclone. Marketa Vondrousova diceva l’altro giorno, dopo quel quarto di finale perso 6-0 6-2, alla stampa ceca che avere di fronte questa versione di Swiatek è come giocare contro “un folle. Un massacro psicologico. Tu riesci a fare un bel colpo e te ne ritrovi subito uno ancor più efficace. Poi la persona cade in questo stato dove sei completamente esausta”. Un rapido parziale di 8-1 ha riportato la numero 1 del mondo avanti nel punteggio, facendo scambi spesso a ritmi inarrivabili per una generosa Jasmine che cercava di star dietro ai contropiedi, agli angoli, ai cambi. Ma non c’era modo, era già aggrappata alla situazione con le unghie e con i denti. Il primo punto sul 2-2 è stato uno scambio allucinante di 25 colpi dove ha rigiocato ogni cosa che ha potuto prima di cedere all’ultimo rovescio.
Rialzatasi dalla panchina indietro 2-3, è capitata nel primo game senza l’aiuto della prima palla di servizio sul lato sinistro e ha trovato due ottime seconde rischiando parecchio sullo 0-15 e 15-30, ma sul 30-40 al terzo tentativo la palla è scappata appena lunga per il primo doppio fallo che purtroppo per lei è valso l’allungo di Iga. Erano errori che non poteva commettere, ma erano tutti forzati dall’atteggiamento della rivale che continuava a macinare punti e fiducia chiudendo il parziale con grande rapidità da quel momento in avanti e arrivando a un parziale di 27 punti vinti su 32 giocati dopo quel break subito. Si gestiva molto bene con la seconda palla, sfruttando il kick e la difficoltà che Paolini poteva avere a impattare, ma l’atteggiamento in generale era inscalfibile. Urla di incoraggiamento continue, una di queste giunta a un passo da quello che poteva essere l’undicesimo game consecutivo.
Non è arrivato, anche perché a essere proprio rigidi non ha angolato bene l’ultimo dritto sul 30-30 quando aveva fatto correre Paolini in ogni angolo del campo e l’ha rimessa nel punto. Sul 5-1, però, gestendosi ancora molto bene, è arrivata al traguardo con una gran prima vincente sul match point. A un punto dall’andare a casa alla vigilia del suo compleanno e ora riabbracciatasi al suo trofeo preferito. Cinque Slam in cinque finali disputate, titolo n.22 in carriera (superata anche Victoria Azarenka) e prima a giungere a cinque titoli da Maria Sharapova che ci riuscì al Roland Garros 2014. E siamo ancora all’inizio della sua carriera.
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