Sembrava essere il quarto di finale meno appetibile del WTA 1000 di Madrid, è divenuto ben presto un match dai contorni di un giallo di cui era difficile capirne l’esito. Yulia Putintseva è stata avanti per lunghi tratti, contro una Elena Rybakina oggi lontana parente di una versione brillante di se stessa, ma coi ruoli di forza in campo era sempre difficile non immaginarsi una reazione da parte della numero 4 del mondo. Che è arrivata, solo si è dovuto attendere praticamente l’ultimo rettilineo prima del traguardo.
È finita 4-6 7-6(4) 7-5 per Elena, in oltre due ore e mezza di fatica e gestione, spesso fuori tempo coi colpi, lenta coi passi e in ritardo, incartatasi il più delle volte nei complicati scambi di Yulia, tennista scomoda da affrontare per tante quando non si è in giornata. Ed è arrivata così, tra mille sbuffi e un gran sollievo dopo l’ultimo punto, la prima semifinale per lei alla Caja Magica.
Stava faticando e sbagliando tantissimo, non riusciva a mettere i piedi dentro al campo per anticipare i propri colpi sulla diagonale e togliere il tempo a Putintseva, che continuava a essere una grande spina nel fianco con quel top spin sul dritto, coi suoi spostamenti rapidi e la sua facilità di muovere il gioco. Il break sul 2-2 segnava il primo parziale, chiuso nel decimo game senza particolari affanni. Yulia avrà poi un break di vantaggio anche nel secondo e nel terzo set, e se nel secondo lo perderà subito nel terzo era anche riuscita a confermarlo. Rybakina ha cercato di resistere e gestire una giornata piena di frustrazione perché gli errori banali continuavano, la palla non era penetrante come al solito, se cercava di aprirsi il campo finiva poi per dover avanzare nel campo e non essere mai pronta alla voleè.
È stata brava, se non altro, a tenersi avanti nel punteggio e garantirsi il tie-break, lì dove ha retto meglio delle due la pressione, cosa intravista in Putintseva già dalla brutta smorzata a liberarsi del punto sul 2-1. In qualche modo, pur sbagliando col dritto sul 5-3, troverà il varco per il 6-4 divenuto poi 7-4. Gli equilibri però non cambiavano nel set decisivo con Elena che riusciva in qualche modo a salvarsi da un 15-40 sull’1-2 ma non poteva granché pochi minuti dopo. Molto irregolare e con scarsa continuità, Rybakina si presentava così al servizio per rimanere in partita e al di là di una buona prima di servizio l’avversaria l’aveva in pugno fino al 15-40. Lì, con un mezzo miracolo, Elena raggiungeva una smorzata di Yulia e con l’aiuto del nastro la palla riusciva a passare divenendo vincente. Un ace, un’altra prima vincente, e Putintseva da che sentiva di aver praticamente vinto si è trovata a dover servire per il match. Lei si era tolta dalla comfort zone e Rybakina, nel frattempo, cominciava a colpire come forse mai prima d’ora nel match. Finalmente tutta la sua qualità stava venendo fuori, con impatti puliti ed efficaci ad accelerare le operazioni e mettere sempre più pressione, strappando la battuta e rientrando completamente nel match, completando un altro rapido game per il 5-5.
Putintseva, rimasta con la testa a quel primo match point, era sempre più in difficoltà e scivolava sempre più nel punteggio, immediatamente sotto 0-40. Subirà l’ultimo break della partita e, malgrado Rybakina fosse tornata un po’ tesa sui match point avuti sul 6-5 dove era 40-0 e si è fatta riprendere, ha giocato con calma il punto sulla parità e alla quarta occasione ha trovato la prima vincente a uscire da destra. Così, dopo un match vissuto spesso indietro nel punteggio, la numero 4 del seeding è ancora viva e ha ottenuto la vittoria consecutiva numero otto, la quindicesima sulla terra battuta (anche se in mezzo c’è il ritiro dal Roland Garros 2023). E adesso attende la sua prossima avversaria: Aryna Sabalenka o Mirra Andreeva.
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