Si conclude con tanta amarezza già al venerdì sera il cammino delle tenniste italiane impegnate nel WTA 1000 di Roma. Un risultato di squadra piuttosto negativo, perché alle zero vittorie ottenute nel tabellone di qualificazioni si sono aggiunti i tre soli successi (tra cui uno in un derby) nel tabellone principale su 12 protagoniste al via. Il tennis non è sport si squadra e ognuna deve guardare al suo, certo, ma i dispiaceri ci sono eccome a cominciare dalla nostra numero 1 che aveva l’onere di tenere alta la bandiera azzurra.
Jasmine Paolini è franata contro Mayar Sherif, egiziana ora al numero 80 del mondo ma con un recente passato al numero 31. Una prova negativa, a tratti frustrante, conclusa con una sconfitta per 7-6(4) 2-6 6-4 in due ore e 43 minuti di gioco. Netto, per lei, il crollo fisico nel set decisivo e il lungo braccio di ferro da lei impostato sulla potenza non ha avuto effetto contro la difesa e il palleggio alto forse un po’ ortodosso di Sherif che però alla lunga l’ha sfiancata. Jasmine ha avuto alti e bassi per tutta la prima frazione, con l’allungo iniziale sul 3-0, l’aggancio subito e il testa a testa decisivo dove i rimpianti maggiori per lei sono sul primo dei due set point avuti sul 5-4 15-40. Sherif lì aveva giocato la voleè di rovescio angolata, ma la palla era sul rovescio della toscana che non è riuscita però a farla passare sopra il punto più alto della rete verso il campo aperto. Sul 5-6 Paolini recuperava il break subito nell’undicesimo game continuando a far male di dritto ma mostrando già alcuni segni di una fase poco fortunata, trasformatasi poi in un tie-break dove dal 2-2 l’egiziana ha vinto cinque dei successivi sette punti giocati.
Sherif ha un top spin di dritto davvero scomodo da intercettare, soprattutto per una che gioca così tanto in anticipo e piatto. Non per nulla in quella fase, ma un po’ per tutta la partita, Paolini faceva tanta fatica nel cercare il cambio in lungolinea dal lato destro. Mayar manca in potenza, ma su queste condizioni sembra stare benissimo e anche il passaggio a vuoto nel secondo parziale è stato cancellato da un terzo set in cui ha recuperato per due volte un break di ritardo nella fase iniziale contro un’avversaria che appariva sempre più alle corde. L’intensità delle prime due ore aveva lasciato un segno importante nel livello di Jasmine, calato parecchio e incapace in quel momento di tenere la battuta. Non si è mai risparmiata e aveva vissuto quello che nel ciclismo, in salita, si chiama “fuori giri”: quando si spende così tanto che si va oltre il proprio limite e le gambe, di colpo, smettono di pedalare. Jasmine ha dovuto rallentare, ritrovare controllo di se e del proprio gioco, ma non è bastato nemmeno annullare un match point sul 2-5 e trovare il controbreak sul 3-5, perché poco dopo scivolava nuovamente indietro 15-40 e il secondo match point complessivo era quello giusto, con il dritto lungolinea ancora a tradirla.
Enorme delusione per lei e per le altre connazionali. Sara Errani ha rimediato un pesante 6-0 6-2 contro Elina Svitolina, non riuscendo a gestire il 2-0 di vantaggio a inizio secondo set mentre Elisabetta Cocciaretto è stata battuta 6-2 7-6(5) contro Caroline Garcia.
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