Alexander Zverev batte Nicolas Jarry per 6-4 7-5 nella finale degli Internazionali d’Italia e torna al successo in un Master 1000 dopo quasi tre anni. Il tedesco, numero 3 del seeding, si è aggiudicato il torneo per la seconda volta (la prima nel 2017), interrompendo un digiuno nella categoria principale dell’ATP che risaliva all’agosto 2021, quando, a tre settimane dalla medaglia d’oro olimpica in singolare conquistata a Tokyo, si era imposto a Cincinnati battendo Andrey Rublev.
L’episodio che ne aveva spezzato in due la carriera era avvenuto all’inizio del giugno seguente, con l’infortunio alla caviglia patito nel corso della semifinale con Rafa Nadal a Parigi. Poi l’intervento, la lunga convalescenza, il faticoso recupero. Oggi Zverev ha alzato il sesto trofeo “1000”, il ventiduesimo complessivo nel circuito maggiore, che gli vale anche il sorpasso al rivale di sempre Daniil Medvedev al quarto posto del ranking mondiale.
È finita come logica indicava, con Zverev uscito indenne dalla trappola cilena: Tabilo in semi, Jarry nel match clou. Se Alejandro lo aveva dominato nel parziale d’avvio e costretto a soffrire parecchio nel secondo, Nicolas ha provato stoicamente a restargli attaccato nel punteggio ma non è riuscito ad arrampicarsi al tie-break in nessuno dei due set.
Zverev è apparso fin dall’inizio centrato alla perfezione nei propri game di servizio e prontissimo ad approfittare di ogni chance in quelli dell’avversario. Il ventottenne di Santiago, al contrario, si è fatto subito travolgere in fase di risposta, senza mai dare l’idea di poter trovare il bandolo della matassa, ed è apparso via via più traballante alla battuta. Ha cominciato a soffrire già in un lungo quarto game e nell’ottavo ha concesso due palle break consecutive, salvandosi con una combinazione servizio-diritto e con un rovescio incrociato vincente. Due giochi più tardi, è arrivato il break che ha deciso la frazione d’avvio: il cileno si è trovato di nuovo 15-40, ma stavolta il diritto in uscita dalla battuta gli è scappato, di poco, in corridoio.
Simile l’andamento del secondo set. Nel quarto game Jarry si è salvato di nuovo da 15-40, nel decimo ha commesso due doppi falli consecutivi che hanno regalato a Sascha due match point, annullati con coraggio per l’aggancio sul 5 pari. Nel dodicesimo gioco il tedesco ha sciupato un’altra palla match, ma ne è giunta una quarta, concretizzata con un diritto imprendibile. Per Zverev è giunta così la quinta affermazione in sette confronti diretti, la terza in cinque head to head sulla terra.
Significativi alcuni dati statistici. Con soli quattro game di differenza, il tedesco ha ottenuto ben diciannove punti in più (70-51: primo set 31-21, secondo 39-30). Il sudamericano, che pure ha totalizzato lo stesso numero di winner (quindici), ha commesso ben ventuno errori gratuiti in più (ventinove contro appena otto). In tutto l’incontro, dunque in undici turni di battuta, Zverev ha concesso soltanto cinque punti (uno nel primo set).
Nella cerimonia di premiazione un emozionatissimo Jarry, accompagnato in tribuna dalla moglie Laura Urruti e dai due figli (oltre che dal nonno Jaime Fillol), non ha trattenuto le lacrime. Per lui, che in carriera non aveva mai superato i quarti in un “1000”, le settimane capitoline resteranno indelebili nella memoria, nonostante la conclusione non sia stata quella sperata. Domani, a ogni modo, Nicolas ritoccherà il primato personale (n. 18 a gennaio), passando dal ventiquattresimo al sedicesimo posto del ranking.
Al di là della lunga astinenza a livello “1000”, Zverev era ben più avvezzo a gestire situazioni del genere. Ha esordito disinvolto al microfono, permettendosi il lusso di scherzare con il pubblico: «My name is Jannik», sono state le sue prime parole, che hanno suscitato una, seppur contenuta, ilarità generale.
Il Foro Italico è tornato, dunque, a regalare grandi soddisfazioni al ventisettenne di Amburgo. Visti i tanti problemi fisici che affliggono gli altri top player, al Roland Garros, che due stagioni fa ne segnò il percorso in negativo, il Sascha ritrovato avrà un’opportunità importante per cancellare lo “zero” alla casella “titoli Slam”. «Quando gioco bene posso battere chiunque, quando gioco male posso perdere con chiunque», ha spiegato lui in conferenza stampa. «È tutto nella mia racchetta».
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