Aryna Sabalenka contro Iga Swiatek, Iga Swiatek contro Aryna Sabalenka. Due settimane dopo, di nuovo l’una contro l’altra, ancora in una finale WTA 1000. L’undicesimo episodio tra le prime due tenniste al mondo varrà il titolo del torneo di Roma, col Foro Italico a fare da cornice a uno dei match più intriganti di questo periodo, soprattutto avendo ancora in mente cosa le due seppero fare due sabati fa alla Caja Magica di Madrid, le tre ore e 14 minuti, le emozioni e l’incredibile 9-7 al tie-break decisivo.
Dopo la vittoria di misura ma meritata di Iga Swiatek contro Coco Gauff, la seconda semifinale era quella che sulla carta poteva regalare lo spettacolo maggiore e invece il remake del match tra Sabalenka e Danielle Collins ha un po’ deluso, soprattutto a causa di una prestazione abbastanza negativa della statunitense col servizio. È finita 7-5 6-2 per la numero 2 del mondo, che mai prima d’ora si era spinta fino alla finale in questo torneo e che per arrivarci ha dovuto passare anche per quei dubbi sulle condizioni fisiche che sembrano forse essersi completamente dissipati dopo stasera.
A inizio partita c’era molta attenzione per come sarebbe evoluta la sua condizione generale perché le serate romane ancora adesso non sono proprio calde e l’umidità incide parecchio sul clima. Alcuni problemi alla parte bassa della schiena, come li ha accusati durante la partita contro Elina Svitolina, possono subire una riacutizzazione ma per tutta la gara non c’è mai stato (almeno non visibile) qualche smorfia o gesto negativo. Non ha avuto un buon rendimento alla battuta nel primo parziale ma nel duro braccio di ferro da fondo campo ha avuto abbastanza il controllo e il coraggio, come al solito, non le è mancato quando era ora di giocare una seconda di servizio. Collins doveva assolutamente cercare una buona partenza, ricordandosi anche del livello mostrato in Spagna due settimane fa quando dominava in risposta e con la battuta limitava l’aggressione, arrivando fino a pochi punti dalla vittoria. Stasera però è stato tutto molto diverso.
Si è accesa a, piccoli, sprazzi. La percentuale al servizio era bassissima, soprattutto se considerata l’avversaria che aveva di fronte. Per quasi tutto il primo parziale non è mai riuscita a mettere più del 50% di prime palle, raccogliendo meno del 50% con la seconda. Per lunga parte del set non aveva precisione, né profondità. L’unico momento favorevole è quando il dritto si è attivato, indietro 2-4, e le ha permesso di recuperare il break. Alla fine è facile dire dovesse sfruttare quella fase utile, ma nei fatti dopo aver tenuto a zero per l’aggancio sul 4-4 ha avuto un game in risposta dove Sabalenka, pure lei senza grandi numeri alla battuta per tutto il primo parziale, è stata completamente abbandonata dalla prima palla. In sei punti, però, la numero 2 del mondo teneva un turno di battuta cruciale e metteva da parte la frustrazione per il grande vantaggio (soprattutto psicologico) sulla partita dissipato. Nelle fasi decisive del parziale, Collins ha continuato a vacillare da fondo, facendo sempre più fatica a sfondare malgrado buona profondità e spesso costretta a mettere in campo una seconda si esponeva troppo all’errore, arrivato puntuale anche sul secondo set point concesso dopo la preghiera di dritto lungolinea con cui era riuscita a cancellare il primo. Un nuovo dritto, spentosi a metà rete, dava il set ad Aryna che conquistava così ulteriore vantaggio.
Sabalenka ha corretto un po’ i numeri al servizio nel secondo set, riuscendo a chiudere il match con appena oltre il 60% di prime palle in campo e riuscendo a salire sopra il 50% con la percentuale di punti vinti con la seconda. Non una serata spettacolare, ma il break del 3-1 giunto, ancora, sfruttando le tante seconde di Danielle erano l’ennesimo mattone che costruiva la sua vittoria. Dal 7-5 4-1 la partita era di fatto conclusa e sul 5-2 il nuovo break per Sabalenka metteva ufficialmente la parola ‘fine’ a una partita che si pensava avere molto più equilibrio e qualità. Bene così per Aryna, che ha potuto chiudere non troppo tardi e ritroverà dunque Iga tra due giorni, con la grande opportunità di rifarsi subito dopo la grande delusione spagnola e i tre match point volatilizzatisi davanti ai suoi occhi. Difficile dire adesso se sarà una partita di quella portata, visto che entrambe hanno due settimane in più di tennis nelle gambe e hanno fatto vedere meno freschezza qua e là nelle loro azioni, ma è la partita che tutti volevano fin dal momento del tabellone.
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