Jasmine Paolini è arrivata in conferenza stampa dopo una vittoria netta e dominante nei confronti della compagna di doppio Sara Errani. Un 6-1 6-0 in 45 minuti scarsi dove lei ha avuto tutto che funzionava alla perfezione e non ha lasciato alcuna chance a Sara di provare a fare qualcosa.
Dove pensi di essere stata brava oggi? Cioè, giocavi contro una tennista per cui hai spesso speso ottime parole, lei ha fatto uguale con te… sei davvero riuscita a non pensarci?
“C’ho pensato, sicuro. Era un match che poteva essere difficile, perché lei mi conosce bene come io conosco bene lei, ci alleniamo spesso insieme… Sono entrata in campo estremamente attenta e devo dire che non mi aspettavo di giocare così bene. Ho fatto pochi errori, ha funzionato praticamente tutto e sono davvero contenta e credo non fosse per niente facile. Ci conosciamo benissimo e son sempre partite che possono essere complicate”
Hai avuto modo di parlare con Sara da dopo la partita?
“Ah sì, ci ho pranzato assieme (ride, nda)”.
Avevate fatto pegno per chi perdeva?
“No no (ride, nda). Per fortuna non abbiamo fatto niente. Però sì ci siamo viste subito dopo”.
Per quanto riguarda il passaggio alla terra battuta, hai avuto una buona preparazione o è stato un passaggio complicato?
“Nì. Abbiamo lavorato con Danilo Pizzorno sulla terra battuta e primi gironi son stati un pochino più difficili. È una superficie completamente diversa dal cemento, quindi non era facile, però è la superficie su cui sono nata e probabilmente alla fine l’adattamento è più veloce che nel verso opposto. Qua la prima volta che ho giocato venni due anni fa, però avevo male al ginocchio e dopo son dovuta stare ferma due mesi però sì tutto sommato questo posto mi piace davvero. È uno dei tornei più forti del circuito e col tabellone così ristretto è anche molto stimolante perché arrivi quasi subito a giocare col top che c’è nel circuito. Io cercherò di fare il mio, son contenta di questo risultato perché mi ha dato buone sensazioni e cercherò di continuare così”.
Eppure abbiamo tornei tutti molto diversi tra loro: Stoccarda indoor, Madrid con l’altura, Roma… è facile adattarsi?
“Sicuramente può aiutare andare qualche giorno prima ai tornei, perché anche le palline cambiano da torneo a torneo. Qua ci sono quelle di Parigi, però la terra è completamente diversa e tutti e tre sono tornei completamente diversi. Forse cambia più che sul cemento, no non lo so. Ogni settimana è diversa, però siamo abituati. Il lavoro del tennista è questo: adattarsi a palle, campi, alle volte anche fuso orario e tantissime altre cose. Siamo pronti a questo, credo, e chiaramente un pochettino prima vai ai tornei e un pochettino prima ti adatti… anche se alle volte nemmeno questo è detto (ride, nda)”
Tra l’altro era la prima volta che giocavi su questo campo, mi pare. Parlando di adattamento, ti ha dato fastidio avere quel maxi schermo gigante da un lato, le luci e le macchine subito dietro il campo…?
“Mah guarda, probabilmente ero abbastanza concentrata sulla partita (ride, nda). Indoor forse è un po’ più facile servire in ogni caso, perché hai più punti di riferimento, non c’è vento… No alle macchine non c’ho proprio fatto caso, il primo giorno quando son arrivata sicuro (ride, nda). Oggi no però”.
Mi dici che sei nata, ovviamente, sulla terra battuta ma hai un gioco che si basa su un gran anticipo per esempio sul dritto che potrebbe funzionare molto bene sul cemento. Sei sempre stata così votata all’aggressività?
“No sicuramente con Renzo abbiamo migliorato un po’ di aspetti, su tutti secondo me i colpi. Ogni volta cerchiamo di aggiungere qualcosa. In questo Danilo ci da una grandissima mano, ma anche con Renzo (Furlan, nda) facciamo spesso lavori per aggiungere qualcosa al servizio, al dritto… C’è sempre qualcosa da fare per alzare il livello”
Avevo parlato con Renzo di recente, mi diceva che la prima volta che ti ha visto era a un torneo under-14 a Livorno. Ormai questa è una collaborazione che va avanti da tanto tempo, come è partita?
“Io non mi allenavo più a Tirrenia e dovevo trovare una sistemazione. Renzo mi ha sempre ispirato fiducia, anche se non lo conoscevo molto sul campo. Lui lavorava con due ragazzi che erano lì, sono stata io a chiedergli qualcosa, però i primi anni non erano semplici perché lui lavorava anche per la federazione serba e io viaggiavo magari spesso da sola. Appena ho avuto modo gli ho chiesto se poteva seguirmi full time e ha accettato subito e da lì qualche miglioramento sinceramente s’è visto (ride, nda)”
Come hai vissuto quel passaggio a livello giovanile? Ti ho vista vincere l’ITF da 10.000 dollari a Viserba, ma ricordo anche che hai avuto in quel periodo alcuni stop tra la maturità e poi un infortunio complicato, mi pare alla schiena.
“Era un periodo in cui mi infortunavo parecchio, sì. Poi c’è stato il cambio di allenatore ed erano andate via un po’ di certezze. Mi son sentita un po’ in ritardo, da un certo punto di vista, sì, però piano piano ho cercato di vivere il più possibile il presente e cercare soprattutto di migliorarmi. Ognuno ha i suoi tempi, purtroppo o per fortuna (ride, nda)”
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