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Paolini: “Serve capire meglio il momento del match contro queste giocatrici”

Jasmine Paolini si è presentata in conferenza stampa dopo la sconfitta per 6-3 5-7 6-3 contro Elena Rybakina, numero 4 del seeding, nei quarti di finale del WTA 500 di Stoccarda. Queste le sue parole ai nostri microfoni.

Jasmine, cominciamo così: come hai vissuto questa partita e come ne esci? c’è più rammarico o sensazione di essere sulla giusta strada?
“Entrambe. Ho avuto chance e chiaramente tornassi indietro proverei a sfruttarle diversamente, essere più incisiva magari col servizio che oggi ha funzionato peggio dei giorni scorsi, soprattutto nel corso del primo set. Serve imparare a capire un pochino meglio il momento contro queste giocatrici che appena vedono uno spiraglio si vanno a inserire. Poi con lei non è facile perché una volta che prendi break sei sempre sotto pressione, col fatto che serve così bene. Però tutto sommato credo sia stato un buon match, un buon livello di gioco. il servizio oggi ha chiaramente fatto la differenza. Ho servito anche peggio di ieri. Lo devo accettare perché non si può sempre ripetere certe prestazioni, si cerca di servire sempre al meglio però bisogna accettare che ogni tanto non ci sia certa costanza”.

Per quanto riguarda il concetto di consapevolezza era perché il secondo set lo hai preso di forza quando sembrava partita finita. Poi certo sul 5-5 puoi aver sentito tensione, lei pure… Questo quanto conta?
“Sinceramente quando sei lì cerchi sempre di vedere la chance. Anche nel terzo dicevo: ‘Dai con ‘sto game, dai con ‘sto game’. Magari avessi tenuto lei andava a servire sul 5-4 e se sbaglia un minimo, una prima di troppo, io riesco a mettere un po’ di pressione e rientro nel match. Sicuramente pensavo a quello: un punto alla volta, un punto alla volta e alla fine vediamo cosa succede. Avevo quell’idea anche nel secondo set e alla fine sono riuscita a portarlo a casa. Quello è un po’ l’obiettivo: anche quando le cose non vanno benissimo di rimanere attaccati, perché comunque qualche punto arriva anche se il livello è alto. A meno uno non giochi la partita perfetta, chiaro, di solito qualche punto arriva. Più il livello si alza e meno ci sono punti regalati, però uno deve cecare di star sempre lì, mettere sotto pressione e sotto stress l’altra. Io c’ho provato: nel secondo set è andata bene, nel terzo probabilmente lei è stata più brava di me. Anzi, senza il probabilmente”.

Per quanto riguarda il servizio, che dicevi del primo set e di quella percentuale non sufficientemente alta, era perché dall’altra parte avevi la sensazione di una giocatrice che poteva non sbagliare una palla e palleggiare ad alto ritmo in continuazione mettendoti sempre enorme pressione?
“C’ho pensato, sì. Secondo me facevo più fatica a servire di ieri. Capita, non è che ci siano troppe ragioni, però lei è una molto brava a coprire il campo, essendo molto alta. Non è nemmeno facile. La vedi che lo occupa praticamente tutto, ha leve lunghe. Può anche darsi sia stato quello, però credo che ho sbagliato tante palle lunghe perché non andavo troppo su col braccio. Non so come mai, ma oggi il servizio mi andava proprio male. Non so, magari davvero merito anche suo. Dopo sicuramente ho cercato di alzare un pochino il livello. Credo di avercela fatta ma non è bastato”.

Visto dall’alto il servizio di Rybakina fa ancora più impressione perché noti bene velocità, angolo… Secondo te c’è un modo per cominciare a leggerlo e intuire qualcosa di dove può servire e come?
“Uno credo vada a intuizione. Più giochi e più lo puoi capire, però non è una giocatrice che te lo fa leggere tanto. Da destra ogni tanto usava anche l’angolo a uscire, piano, ti frega perché ti aspetti la pallata e invece ti arriva un servizio più lavorato. Poi sai è alta, per cui gli angoli si possono trovare facilmente per lei. Da sinistra forse qualcosina puoi capire, però la palla va talmente forte che un po’ riesci a intuire ma non so sempre. Poi sì è un altro paio di maniche trovare la risposta e buttarla di là (ride, nda)”.

L’ultima domanda è sul ranking: da lunedì sei numero 13. Hai raggiunto Raffaella Reggi, sei al sesto posto tra le migliori italiane da quando abbiamo il ranking WTA. È qualcosa a cui pensi?
“In qusto momento son contenta ma onestamente sono tanto dentro al momento, ai tornei, al gioco… fa tanta soddisfazione, assolutamente, ma non so nemmeno bene cosa dire (ride, nda). Mi sembra di starmi godendo il momento, di giocare questi match… Sai ieri contro Jabeur, oggi contro Rybakina… Sono partite belle, tornei importanti, che vuoi vivere e vuoi giocare. Ogni torneo, ben venga di giocare queste partite perché vuol dire che si continua a vincere. Alla fine si cerca sempre di migliorare e tornei e partite simili ti danno tanto, ti permettono di migliorare e di capire ancor di più dove lavorare, cosa manca, cosa stai facendo bene. Ti mettono un pochino alle strette. Però sì in questo momento alla classifica… Mi piace godermi il momento in campo, ecco”.

Diego Barbiani

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