Quella seconda di servizio di Tsitsipas sul 3-1 a favore di Sinner nel terzo e decisivo set era uscita di sette centimetri, secondo quanto accertato dai più sofisticati strumenti di calcolo. Come ha fatto Aurelie Tourté a vederla dentro? E perché Jannik non s’è fermato? Ne hanno discusso Adriano Panatta e Paolo Bertolucci nel corso de “La telefonata”. Jannik è corretto e mai sopra le righe anche quando ha ragione, al punto che Adriano Panatta piazza la battuta che ha un fondo di verità: “Tra poco lo faranno santo, e lo dico con rispetto”.
“Avrei voluto vederti in campo quando l’arbitra dice che la palla è buona”, ha detto il commentatore Sky offrendo un assist al bacio all’amico. “Cosa avrei fatto? L’avrei buttata a mare con tutto il seggiolone, il microfono, l’ombrellino”, la risposta tranchant. “Era pure una seconda palla molto lenta: come hanno fatto? E perché l’occhio di falco non funzionava? Ce l’avevano l’inquadratura per vedere se era fuori o dentro, allora dico: perché non utilizzarla?”.
La discussione è proseguita e Panatta non ha nascosto le sue perplessità di fronte all’atteggiamento di Sinner: “È forte sì, di un’altra categoria. Stava per vincere il torneo contro il Tsitsipas più forte degli ultimi due anni. Ma doveva fermare la palla su quell’errore“. Bertolucci a quel punto ha confidato un curioso retroscena: “Ho parlato con Vagnozzi, mi ha detto che Sinner nella risposta era in allungo e aveva mandato la palla nell’altro campo. Ha preferito proseguire, poi ha sbagliato il passante. Io dico solo che non ho dormito la notte per l’incazzatura”.
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