La giornata di ottavi di finale del WTA 500 di Stoccarda si è chiusa col botto. Nell’ultimo match serale Marta Kostyuk ha colto un’incredibile qualificazione ai quarti di finale battendo Zheng Qinwen per 6-2 4-6 7-5 in due ore e 40 minuti di gioco, che vanno a sommarsi alle tre ore e 10 minuti di mercoledì contro Laura Siegemund, mostrando tenacia e forza d’animo encomiabile nel trovare proprio all’ultimo momento il sorpasso.
Per l’ucraina si tratta di un nuovo successo pesante in questo 2024 fin qui piuttosto importante. L’elogio vero per lei sta nella costanza di rendimento che le era troppo spesso mancato in questi anni non riuscendo a reggere le iniziali aspettative dopo il terzo turno all’Australian Open 2018, a 15 anni, impiegando molto più tempo del dovuto ma a tratti dando sprazzi di qualcosa di importante. Andò vicinissima a mettere davvero nei guai Naomi Osaka allo US Open 2020, torneo vinto proprio dalla giapponese che in quel match di terzo turno si trovò sotto 1-2 e 0-40 al terzo set, nel momento migliore dell’ucraina. Mise spesso sotto tanta pressione Iga Swiatek al Roland Garros 2021. E non parliamo di due qualsiasi, soprattutto nei loro Slam preferiti.
Non era per nulla facile durante il suo primo match qui a Stoccarda, contro la padrona di casa (nel vero senso della parola) Laura Siegemund, da sempre una minaccia per tante qui grazie a quel gioco così votato all’attacco che qui la esalta. Men che meno contro Zheng Qinwen, che pure non ci ha capito granché per un set e mezzo ma che era riuscita a spuntarla nel testa a testa decisivo del secondo set e sembrava poter trascinare la partita in porto, soprattutto dopo il break preso a inizio del set decisivo.
La cinese ha cominciato a tenere turni di battuta senza più soffrire. Il servizio e la qualità del suo gioco si erano alzati, per Kostyuk era sempre più dura col punteggio costantemente a sfavore, quasi più impegnata a non crollare anziché attaccare. Sul 3-5, però, Marta ha trovato qualcosa in più: dal 30-30 ha servito due ottime prime palle e ha cacciato uno dei (tanti) urlacci come dire all’avversaria che c’era, e ci credeva ancora. Zheng, col servizio per chiudere, ha avuto ben cinque match point e in ognuno di questi l’ucraina si è superata. Una risposta vincente di rovescio ha cancellato il terzo, sul quarto è riuscita a giocare il dritto lungolinea incrociato a pulire la riga, sul quinto si è superata in difesa raccogliendo ogni accelerazione della cinese portandola all’errore.
La partita non era finita e anzi alla prima vera chance Kostyuk tornava di prepotenza nel punteggio, cominciando il game sul 5-5 con un gran recupero su una smorzata di Zheng e trovando un servizio vincente per il 30-0. Un’altra prima vincente e arrivava il 6-5, lì dove la numero 5 del seeding spegneva la luce dal 30-0 facendosi riprendere da un’avversaria ormai indemoniata e non trovando la chiusura sul 40-30, commettendo il doppio fallo decisivo sul primo match point concesso. Incredula, Marta dopo al stretta di mano all’arbitro è rimasta lì, immobile, con le mani che non sapevano se finire in mezzo ai capelli o a coprirsi la bocca dallo stupore.
Marta, hai vinto una partita clamorosa. Dopo le tre ore di ieri ne hai aggiunte altre due e 40 minuti. Come stai?
“Mi sento alla grande. Match fantastico, sono davvero felice di avere partite così. Qualcosa che anche se perdessi sarei comunque grata, perché sono quelle partite che ti spingono in ogni caso a essere una giocatrice migliore, ti spingono al limite e sì, è fantastico ce l’abbia fatta”.
Hai dovuto salvare cinque match point e su ognuno di essi hai preso il comando o hai forzato l’errore dell’avversaria, come sei riuscita a comportarti così e non perdere coraggio?
“Il segreto? Non so, sicuramente non devi metterti a contare i match point che stai salvando (ride, nda). Stavo davvero cercando di giocare punto dopo punto, ma non avevo avuto chance nel terzo set. Cercavo di essere pronta a lottare ogni volta in risposta ma non era per nulla facile, per nulla facile, perché avevo perso abbastanza facilmente il primo game del terzo set e cercavo di riprendermi… no davvero, felicissima ce l’abbia fatta”.
Adesso hai Coco Gauff, di recente hai giocato contro di lei un quarto di finale thriller in Australia. Oltre tre di gioco. Che sensazioni hai visti anche i tuoi continui progressi?
“È un altro giorno, un’altra superficie, un’altra Coco, un’altra me. Credo che sarà una grande partita, spero che ci saranno tante persone a vederci, qui c’è una bella atmosfera e spero che riusciremo a ripagarla con un bello spettacolo. Quello che ricordo da quel quarto di finale all’Australian Open è che stavo giocando con un gran dolore e ho cercato di gestirlo. Ricordo che ero avanti nel primo set per 5-1 e l’ho perso, avevo avuto dei set point, non ricordo nemmeno quanti, e fu un match lottatissimo. Fisicamente ero messa molto diversamente, perché erano i quarti di finale e non ero mai andata così avanti negli Slam. Ero anche in un diverso momento dal punto di vista mentale. Non ero nemmeno tanto abituata alla Rod Laver Arena, lei credo avesse giocato due partite lì. Qui invece abbiamo giocato già su questo campo, le condizioni saranno abbastanza uguali per entrambe. È terra rossa poi, questo anche lo rende molto diverso da quella partita in Australia. Lei ha un ottimo servizio, bellissimo rovescio… Sarà un’altra partita e spero che chiunque possa godersela, inclusa me”.
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