Domenica, -1 al via del tabellone principale del WTA 500 di Stoccarda. Questi, se si è accaniti di tennis, sono giorni preziosi perché ancora l’impianto non è affollato e si gira molto bene tra i campi godendosi ancora momenti che tra il caos e le giocatrici (in questo caso) che entrano in ‘modalità torneo’ piano piano svaniranno.
Quando diciamo che questo torneo è diverso da tutti gli altri, possiamo trovare l’ennesimo esempio nella vittoria odierna di Sara Errani che è riuscita a superare Anna Kalinskaya, grande protagonista di questo inizio di 2024, per 6-2 al terzo set rimontando nel primo parziale con sei set point cancellati e anche un momento pesante superato molto bene, quando sul 5-5 doveva servire una seconda palla sotto 30-40 ma il lancio è stato disturbato da tre piccioni entrati in campo. E dire che siamo indoor, chi ha lasciato la porta aperta?
Anna, numero 26 del mondo questa settimana e numero 24 fino alla precedente, non è entrata nel main draw pur avendo un ranking così alto al momento dell’entry list perché (pregi e difetti) questo torneo ammette solo 28 giocatrici nel main draw di cui 20 direttamente ed essendo sempre sovrapopolato di top-10 e top-20 lo spazio per quelle oltre il 23 del mondo può non esserci. Quest anno poi la situazione è stata ancor più netta, perché fino a venerdì Aljona Ostapenko da numero 10 del mondo non era compresa nelle otto teste di serie e rischiava di affrontare al primo turno anche la numero 5 Jessica Pegula, colei che dando forfait le ha garantito la testa di serie numero 8. Cosa che le ha dato modo di affrontare niente meno che Linda Noskova, altra giocatrice molto “attiva” fin qui, nel quarto di tabellone di Iga Swiatek che sarà contentissima (sarcasmo) all’idea di trovarsi nuovamente contro una delle due nell’eventuale quarto di finale.
Proprio la polacca è apparsa poco prima di mezzogiorno per la prima volta quest anno sulla Porsche Arena, campo dove fin qui non ha mai perso (due edizioni giocate, due vittorie). Vestita in maniera estremamente casual, non era lì per allenarsi dato che nel giro di breve sarebbe andata a fare un tour del museo della Porsche. L’evento era in programma per la mattina, ma a quanto pare dopo essere arrivata alle 23 di sabato sera ha preferito prendersi un po’ più tempo.
Giornata completamente ‘off’ per lei, alla fine, con il primo allenamento che sarà lunedì mattina verso le 11. Sarà abbastanza importante, anche perché ancora non ha messo piede sul ‘rosso’ fin qui, complice la sfida di Billie Jean King Cup giocata in Svizzera sul veloce indoor, e per quanto si dica che quella di Stoccarda non è vera terra rossa (Angelique Kerber ci ha vinto due volte consecutive, mentre al di fuori della Porsche Arena ha ottenuto davvero poco).
Poco dopo la sua apparizione, sono andate in campo Paula Badosa e Aryna Sabalenka per il loro allenamento. Prima di cominciare, però, un bel momento a rete con Ons Jabeur che cercava scherzosamente di dar fastidio
Nel primo pomeriggio è stata la volta di Jasmine Paolini. Dopo un allenamento con Sara Errani e Liudmila Samsonova nella mattinata, la toscana è tornata in campo e per la prima volta sulla Porsche Arena con Sorana Cirstea, lasciando spesso andare quel dritto ultimamente così esplosivo.
Proprio Jasmine, a un cambio campo ha detto a Sorana grandi elogi per la qualificazione, la prima, della Romania alle Billie Jean King Cup Finals del prossimo novembre, con la squadra che ha rimontato uno 0-2 dopo la prima giornata contro l’Ucraina. “Soprattutto Cristian” ha detto Paolini, “Ha vinto 6-4 al terzo, no? grande”.
E comunque, quel suo dritto giocato in piena estensione del braccio è un colpo straordinario
L’altra azzurra, Errani, ha invece compiuto una grande impresa contro Kalinskaya. Bello l’ambiente attorno al Court 1, con le tribune abbastanza piene, ma soprattutto a fine gara Sara si è trovata tanta gente che le chiedeva un autografo o una foto. Non male per una che compirà 37 anni a breve.
Chiudiamo il resoconto odierno, invece, con l’ultimo allenamento di giornata. Proprio così tardi che gli spettatori erano usciti da tempo, la porta della Schleyer Halle era quasi chiusa (nel tratto riservato ai fan) e nella fan zone c’erano nastri a impedire l’accesso alla zona degli stand. Erano le 7:30 passate da poco quando nel silenzio più totale è arrivata Ostapenko, per quello che doveva essere un allenamento abbastanza tranquillo, lei che non ha assolutamente nascosto di essere arrivata appena due ore prima.
Da un’ora scarsa, ha forse superato l’ora e mezza in campo. Ed era di ottimo umore, perché non smetteva di parlare per mezzo secondo nei primi minuti, “dando da dire” al coach, allo sparring, a un’altra persona del team con loro. Quando stava per cominciare a colpire, si è fermata dicendo “ma è così lucente! che fastidio!”. Sarà un tema ricorrente del suo palleggio, cercare di non rimanere accecati come per esempio nel momento del lancio di palla. Ha fatto molti palleggi da fondo per adattarsi oltre alle luci anche al rimbalzo non sempre regolare
Però, però, ogni tanto toccava anche improvvisare. E qualsiasi cosa fosse questo, è riuscito bene.
La cosa particolare di questo allenamento è quanto Ostapenko stessa volesse giocare. Malgrado poi fossero le 8, 8:30, 9 di sera e probabilmente doveva ancora mangiare. Mentre allenava la risposta continuava a chiedere “ancora uno!” di servizi allo sparring, e così almeno una buona decina di volte. A un certo punto il coach si è pure seduto comodo a lato, rivolgendosi a noi: “Giornata lunga, eh?”. Alché la risposta è stata: “Forse più la tua, sei appena tornato dalla Florida vero?” (era assieme alla squadra ucraina di Billie Jean King Cup). Lui: “Stamattina, sì. A Monaco verso le 6:30, poi treno ed eccomi qui. Tutto comodo”. Nel frattempo, Ostapenko continuava.
A un certo punto, la lettone si è lasciata andare a un servizio da sotto divenuto ace da quanto size-spin c’era sulla palla. Proprio il coach: “Non ci credo! Prima volta nella vita che glielo vedo fare! Mai successo!”. Ostapenko, che già rideva forte: “Ma tu mi hai sussurrato prima: ‘Fai un servizio da sotto, fai un servizio da sotto!'”. Passata un’ora e 20, il coach: “Abbiamo finito?”. Ostapenko: “No, continuiamo”. Verso le 9:10, dopo l’ennesimo “ultima!” rivolto allo sparring, lei si è fermata a controllare un segno per terra: “Basta, questo è un segnale che devo chiudere”. E domattina, alle 10, è attesa di nuovo in campo per un nuovo allenamento.
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