Tre ore o poco meno, almeno 30 minuti in più “spesi” per una sospensione causata da un tilt al sistema elettrico di hawkeye live, un’altalena di emozioni non banale, ma alla fine il trend è stato rispettato. Victoria Azarenka ha colto la terza vittoria su altrettanti scontri diretti contro Yulia Putintseva e, ancora una volta, ha dovuto rimanere “lì” ben oltre il necessario.
I precedenti due incontri avevano visto la bielorussa imporsi prima 11-9 nel supertie-break che sostituiva il terzo set nel Grampian Trophy, uno dei tre tornei che Tennis Australia istituì a febbraio del 2021 per preparare i tennisti all’Australian Open post-covid 19, poi un ancor più sudato 5-7 6-2 7-5 a Doha nel febbraio 2022, match che passò anche alla cronaca per lo sfogo dell’ex numero 1 del mondo verso l’avversaria, per continui gesti secondo lei volti a disturbarla, tanto da arrivare a dire come sfogo che le servirebbe uno psichiatra.
Oggi, sul centrale di Miami, Azarenka si è imposta 7-6(4) 1-6 6-3 in due ore e 56 minuti di grande fatica e sforzo fisico, soprattutto dopo un parziale d’apertura durato 90 minuti che l’ha svuotata. Putintseva dava spettacolo, con ottimo spin a dare tanto fastidio alla numero 28 del seeding, variazioni continue con lo slice di rovescio e tanta imprevedibilità nella scelta dei colpi. Victoria faceva spesso il classico tergicristallo da un lato all’altro del campo, solo di rado riusciva a entrare coi piedi e anticipare la sua esecuzione per togliere finalmente la kazaka dal suo timing. Yulia, infatti, andava prima avanti di break, poi sul 4-4 rientrava bene dal 15-40 e con un’Azarenka in discreta confusione saliva 5-4 e servizio grazie alla smorzata del giorno. Putintseva, malgrado set point e altri punti da applausi, non è riuscita a chiudere il parziale e nel tie-break, pur essendo arrivata a sua volta salvando set point, si è arresa alla maggiore concretezza dell’avversaria.
Quel 7-6 in 90 minuti è stato il parziale più lungo della carriera di Azarenka, superando di un minuto quello vinto contro Sara Errani alle WTA Finals del 2013. Per Putintseva, invece, era addirittura soltanto il quarto, col record immacolato dei 97 minuti di parziale contr Sara Sorribes Tormo al primo turno del WTA 250 di Rabat del 2018. Ci si aspettava che dopo tutte quelle energie consumate e il risultato a sfavore, fosse la kazaka quella a cedere il passo. E invece un ottimo inizio di secondo set e il break immediato concretizzato poi per il 4-1 ha fatto desistere Azarenka, ancora in riserva fisicamente e che ha rinunciato di fatto agli ultimi game rimandando tutto al set decisivo, concentrando tutto nella prima fase per costruirsi il vantaggio e mandando nel pallone Putintseva, Perso buona parte dello spirito combattivo che l’aveva accompagnata fin lì Yulia è scivolata sotto 1-5, eppure con un ultimo cenno di reazione ha cercato di darsi ancora speranza cancellando match point e risalendo fino al 3-5. Era una partita difficile anche da registrare, perché Victoria sembrava da tempo abbastanza in affanno se spostata, ma stava riponendo tutto nella grande esperienza che può vantare in quasi 20 anni di attività ad alti livelli e così, al secondo tentativo di chiudere la partita, non ha tremato: bella prima al corpo per il 15-0, smorzata perfetta sul 15-15 per non tornare a scambiare dopo un lungo destra-sinistra che l’aveva vista capitolare e rovescio vincente lungolinea a pizzicare mezza riga esterna. Alla fine, si è presa un successo per lei molto pesante e che la riporta vicina alla top-20. Tutto ciò a quasi 35 anni.
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