Fa notizia? Non fa notizia? E’ un semplice fatto di cronaca come un altro?
Il “caso Zverev” da anni ormai costituisce in un certo senso uno dei lati oscuri che accompagna il mondo del tennis, che lo si voglia o no. Abituati a vedere gli sportivi quasi come supereroi immersi in bolle di successo per noi quasi distanti anni luce, spesso si tende a dimenticare che quelle “galassie lontane lontane” siano costituite, come per qualsiasi comune mortale, da una vita quotidiana che, quando arriva sui giornali per fatti non proprio comuni, risuona come il boato di un cannone.
Quanto è successo (e continua a succedere, essendo la vicenda Platea ancora lontana dal ritenersi chiusa) a Alexander Zverev ha colpito il mondo del tennis nella sua immagine e continua a farlo tuttora; e non potrebbe essere altrimenti, per un giocatore che già nel 2020, accusato allora dalla ex compagna Olga Sharypova, era numero 7 del mondo e visto da molti come “il nuovo che avanzava”.
Ma in Germania come viene vissuta questa situazione?
Innanzitutto occorre dire che se nel femminile, grazie a Kerber e in parte a Sabine Lisicki e Julia Goerges il tennis teutonico ha potuto riassaporare momenti felici dopo anni di nulla cosmico, nel maschile Zverev è sempre stato visto, fin dal suo affacciarsi nel circuito, non tanto come il fratello minore di quel Mischa che era riuscito a spingersi fino ai quarti dell’Australian Open, bensì come il nuovo bambino d’oro che avrebbe finalmente riportato la Germania sulla mappa del tennis maschile che contava davvero. D’altronde per troppo tempo i tifosi avevano atteso invano gli eredi dei Becker e Stich, e l’ascesa di Sascha pareva riuscire ad accalappiare finalmente l’attenzione di tifosi che ormai le tv avevano perso da decenni.
Eppure quest’ascesa ha subito un primo grande contraccolpo con l’affiorare della questione Sharypova nel 2020, tanto forte da mettere in ombra una stagione fatta di successi e culminata con la finale di New York (seppur persa malamente). Una scomodissima faccenda sia per l’ATP, che non disdegnava veder crescere il fenomeno tedesco in un periodo in cui si sentivano ormai sempre più chiaramente gli scricchiolii dei Big Three, sia (come negarlo) per l’immagine del giovane in Germania, dove Zverev passò in pochi mesi dall’essere “nuovo futuro eroe della patria”, a quello che maltrattava le donne e a cui veniva adesso puntualmente ricordato dalla stampa il suo comportamento superficiale durante la pandemia, tra feste e partecipazioni “spericolate” all’Adria Tour.
E se la faccenda Sharypova alla fine si era risolta quasi in una bolla di sapone, con la caduta delle accuse in un nulla di fatto per mancanza di prove, le ombre su Zverev erano comunque rimaste, con la stampa che se da un lato lodava i successi perfino storici di Sascha (primo tennista tedesco a vincere una medaglia d’oro in singolare, a Tokyo nel 2021) o soffriva con lui nel vederlo cadere rovinosamente su una caviglia distrutta a Parigi, non perdeva occasione di bacchettarlo malamente per i suoi comportamenti ad Acapulco, definendolo, come già fatto in passato, un personaggio “arrogante” e spesso incontrollabile.
Il tutto poi veniva scosso dalla seconda bomba esplosa con l’affare Platea. Solo che stavolta la cosa non si è risolta a tarallucci e vino, sfociando in un procedimento giudiziario che porterà a un processo che si terrà a fine maggio. Un procedimento che ovviamente ha creato un forte imbarazzo all’ATP (Zverev è attualmente numero 6 del mondo in uno sport che dopo gli anni d’oro di Federer, Nadal e Djokovic vorrebbe mantenere quella fama che ha raggiunto) e che in Germania ha fatto molto scalpore, per quanto la stampa tedesca si sia tenuta in questi mesi molto “sui generis”, riportando la cosa quasi come un semplice fatto di cronaca e delineando i fatti di volta in volta in modo quasi matematico. Su quasi tutte le testate si leggono tutt’oggi in maniera molto scolastica i passi della vicenda, le decisioni giudiziarie che hanno portato alla situazione odierna e poche, pochissime opinioni. Gli stessi colleghi del tennista (fata eccezione per il duro intervento di Serena Williams o degli organi femministi, come era anche logico attendersi) si sono praticamente astenuti dal commentare (come accaduto recentemente in Australia), dando poco adito a possibili correnti di opinione in Germania. Solo lo Spiegel ha in un certo senso posto l’accento sui presunti eccessi estremi di Zverev, la gelosia maniacale o gli scatti di ira al limite dell’incomprensibile riportati dalla Platea, mentre il resto della stampa dava e dà tuttora la sensazione di un paese quasi in attesa del giudizio finale. Che l’opinione pubblica sia stata in qualche modo influenzata dall’atteggiamento sicuro di Sascha, che ha sempre prontamente e categoricamente smentito ogni accusa, rifiutando persino il patteggiamento offerto dai giudici, con il conseguente rischio di un processo che potrebbe colpire duramente non solo la sua carriera ma la sua vita? Difficile da dire.
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