Iga Swiatek trova la quinta semifinale consecutiva in un torneo WTA 1000, con una striscia quasi impeccabile dal torneo di Dubai dello scorso anno: soltanto a Roma, a causa del ritiro contro Elena Rybakina, ha mancato l’appuntamento tra le migliori quattro. Paradossalmente, quel match contro la kazaka conclcuso sul 2-2 al set decisivo, è anche l’unica volta per lei in cui disputando un quarto di finale a questo livello non è riuscita a trovare l’accesso alla semifinale. Meri dati, o poco altro. La vera sorpresa semmai è che anziché trovare Coco Gauff dall’altra parte della rete ci sarà la qualificata Anna Kalinskaya, che festeggierà così l’ingresso in top-30 e aggiunge un altro bel risultato al 2024 dopo i quarti di finale all’Australian Open.
Iga sembra ancora un po’ “sulle gambe”, con il pochissimo tempo di stacco tra Doha e Dubai, dopo quella finale e il primo match molto duro qui contro Sloane Stephens, ad averle tolto un po’ di brillantezza. Non sta facendo male, tanto che dopo i cinque game concessi a Elina Svitolina ne ha lasciati altrettanti oggi a Zheng Qinwen, ma sta pensando molto più alla concretezza che allo spettacolo, spesso uscendo (molto bene) da situazioni delicate. Oggi ha chiuso il match 6-3 6-2, replicando il punteggio con cui aveva battuto la cinese alla United Cup, per quanto Zheng sia stata molto ben impostata in campo per almeno un set e mezzo. Qinwen, con oggi, ha giocato tre partite contro le prime due del ranking, e ha sempre perso 6-3 6-2. Il fatto che questa sia stata pure la prestazione migliore, dove aveva chiaro cosa fare e seguiva l’intenzione senza farsi abbattere da qualche errore di troppo, lascia forse un senso di scoramento in lei maggiore. Ha cercato di attaccare fin dal servizio, rischiando tanto ma rimanendo in partita fino alla fase centrale del secondo set. Oltretutto, il primo parziale lo ha perso con un break ceduto proprio nel game di battuta iniziale e dove la colpa è quella di non aver più trovato una prima palla di servizio dal 40-0, soccombendo continuamente alla risposta letale della polacca.
2-0, 3-0 col break confermato salvando palla break, e Iga poteva gestire con grande solidità al servizio finché sul 5-3 pur non mettendo molte prime palle in gioco ha trovato aiuto dalle buone seconde, compreso l’unico ace della sua partita (proprio di seconda) arrivato sul 15-0. Zheng era agguerrita, sentiva molto bene la palla sul dritto e cercava grande aggressività trovando molte risposte di buon valore, ma quando c’era da essere efficaci e concreti Swiatek aveva sempre qualcosa in più. Come all’inizio del secondo set dove Qinwen non poteva nulla sulla palla break avuta sul 2-1, in un game dove dallo 0-30 non ha potuto fare altro che ritrovarsi sul 30-30. Ha avuto quella chance, 30-40, e Swiatek alzava il livello. Lo faceva nei momenti giusti, contando magari anche sul fatto che potesse essere particolarmente difficile per Zheng tenere quel livello. E in parte è stato anche così. Ha fatto pagare carissimo quel game salvato arrivando a sua volta a palla break con alcune buone risposte e sul 15-40 hanno giocato un punto spettacolare dove assieme avranno colpito quattro volte le righe di fondo campo. La cinese ha ceduto, Swiatek ha preso il vantaggio concretizzato con un nuovo game vinto soprattutto con la testa e la solidità.
Sul 6-3 4-2 la numero 1 del mondo ha raccolto il primo vero calo dell’avversaria, che un po’ presa dallo scoramento ha perso il campo e ha commesso diversi brutti errori, mentre sul 5-2 non è stata aiutata dal servizio con troppe seconde palle e un nuovo pericoloso 15-30 dove ha difeso bene raccogliendo un errore di rovescio in lunghezza. Soprattutto nel finale di gara quella era una dinamica a lei piuttosto favorevole, perché col proprio dritto trovava spesso campo in lungolinea e se la diagonale poteva darle fastidio lì guadagnava campo e aveva molto più tempo per comandare. Sul 30-30 concedeva comunque una nuova chance di break, salvata senza che cominciasse lo scambio, e sul primo match point ha avuto anche fortuna perché la difesa in slice basso e corto di Zheng l’ha costretta a un dritto sotto rete non banale per la sua impugnatura. La palla si è impennata colpendo il nastro ed è rimasta molto corta, la cinese ci è arrivata ma lei ha fatto ottima guardia a rete concludendo la giornata con un ottimo (per lei) 8/8 in quella zona di campo.
In semifinale ci sarà dunque la prima volta in carriera contro Kalinskaya. La classe 1998 è sembrata a un passo da un possibile ritiro oggi contro Gauff, quando dopo un medical time out sul 5-2 per la statunitense nel primo set per quello che sembrava essere un problema tra spalla destra e parte alta della schiena la vedeva commettere tanti errori e non muoversi nemmeno particolarmente bene. La fisioterapista, in campo sia sul 5-2, sia a fine set, sia dopo il primo game del secondo, ha accompagnato queste fasi con dei massaggi, forse anche per sciogliere i muscoli, e per quanto la russa sia stata sempre al limite è riuscita a imporsi 2-6 6-4 6-2.
Da parte della statunitense c’è stata una nuova partita ben al di sotto del suo livello. Condizionata dai tanti errori, dai doppi falli, da un approccio agli scambi spesso impacciato. Qualcosa non sta funzionando in lei, la fiducia è crollata da qualche settimana e non funziona nemmeno la fase difensiva. Sembra mentalmente affrontare una fase dove sa già che i risultati scarseggiano e non sembra in grado di svoltare. Anche nel primo set si è staccata dall’avversaria sul 2-1, ma è stato più il calo di Kalinskaya a condizionare il risultato. Nel secondo, invece, un inizio molto traballante dell’ultima campionessa dello US Open ha spinto la russa con tre break fino al 5-2 e servizio. Anna non ha chiuso, ma è riuscita a trovare qualche buona accelerazione sul 5-4. Nel terzo set Gauff è crollata da subito, senza riuscire mai a mettere pressione vera in risposta, perdendosi tra brutti errori e grande scoramento.
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