L’inizio di 2023 per Elena Rybakina fu davvero importante. Per i primi tre mesi fu costantemente tra le migliori, tanto da dar ancora più valore a quel successo a Wimbledon dell’estate precedente, e ritrovandoci così a inizio 2024 con una kazaka davvero efficace sembra di rivedere quanto successo allora prima che cominciasse una lunga serie di fastidi fisici e di salute.
In questo scorcio di 2024 ha due titoli a livello ‘500’ e ora anche la prima semfiinale in un torneo pesante, il primo WTA 1000 dell’anno, a Doha, inanellando la settima vittoria consecutiva. Non per nulla veniva considerata come grande favorita, per alcuni addirittura sopra Aryna Sabalenka, all’inizio dell’ultimo Australian Open. Quella sconfitta al secondo turno contro Anna Blinkova brucia ancora, per svariate ragioni, però continua a esserci quella continuità complessiva che può aiutarla e riproporla sempre come una delle più pericolose.
Oggi Elena ha battuto un’ottima Leylah Fernandez per 6-4 6-2, un punteggio che non rende nemmeno troppo merito a quanto fatto dalla canadese che ha pagato molto il grande divario in potenza tra le due ma ha trovato spesso modo di mettere a segno ottimi colpi cercando sempre un anticipo estremo, che lei possiede ma non così facile da trovare quando dall’altra parte della rete c’è chi può sovrastarla. E l’inizio gara è stato molto favorevole per Leylah, che con le sue traiettorie mancine e angoli molto stretti aveva sorpreso abbastanza Rybakina, che aveva concesso un primo break con tanti errori e continuando a subire l’ottimo ritmo dell’avversaria scendeva addirittura indietro 1-4 e doppio break di ritardo.
Dal quinto game, però, le cose sono cambiate. Il modo in cui Elena ha ripreso quel set quasi perduto è anche indice di quanto possa gestire un match-up così favorevole, senza andare in affanno, calmandosi e cominciando a fare quello che le riesce bene. Il primo cambio di passo si è visto nello spostamento laterale sul suo rovescio, lì dove Fernandez cercava di piazzare il proprio dritto incrociato per lavorarla ai fianchi e dove ha fatto sempre più fatica ad aprirsi il campo per il lungolinea. La canadese perdeva un primo break e sul 4-3 non era aiutata dalla prima palla di servizio, costretta così a delle seconde che diventavano sempre più preda della rivale.
Il gioco per Fernandez è veramente tanto dipendente dal timing e dal peso con cui la palla le arriva. Può colpire così bene da far sembrare stia spingendo a tutta quando in realtà è un impatto perfetto dove assorbe la palla e la rilascia, mentre al servizio non può avere velocità elevate proprio perché deve impattare una palla quasi senza peso. Può sfruttare la sua traiettoria mancina, ma nei game finali del set era una lotta punto a punto. Sul 4-5, dovendo servire per rimanere nel parziale, è andata 40-15 con tre ottimi punti ma si è vista ripresa in un lampo grazie al rovescio di Rybakina in lungolinea, letale. È cominciata una lunga serie ai vantaggi, dove entrambe per la prima volta da diversi minuti concedevano qualcosa, forse con la tensione a incidere soprattutto per Leylah, che al terzo set point ha perso il controllo e il parziale.
Fernandez, nel secondo set, ha cercato di continuare su quella strada, aprendosi un po’ gli angoli dopo aver trovato palle un po’ profonde ma in risposta era sempre più difficile per lei avere il comando e questo non faceva che aumentare i rischi col servizio. Già sull’1-2 si è superata cancellando due palle break con ottimi vincenti, ma sul 2-3 ha ceduto e da lì Rybakina è andata verso la linea del traguardo. Elena domani troverà Anastasia Pavlyuchenkova, che ha saputo avere la meglio nel testa a testa abbastanza serrato contro Danielle Collins. Per la prima volta in carriera, la russa ha superato la statunitense e il 7-5 6-4 conclusivo è valso la prima semifinale in un grande torneo sul cemento da Indian Wells 2009.
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