Primo squillo di un certo livello per Naomi Osaka, appena una settimana dopo la brutta uscita di scena ad Abu Dhabi e in un inizio di stagione tra tanti stenti. La giapponese si è presa la rivincita nell’esordio al WTA 1000 di Doha contro Caroline Garcia, contro cui aveva perso all’esordio invece dell’Australian Open appena passato. Il punteggio è stato abbastanza simile a quanto visto in Australia, ma stavolta ha preso la direzione della ex numero 1 del mondo.
Là fu un 6-4 7-6(2), qui un 7-5 6-4 a parti invertite che vale tantissimo per la giapponese in una fase dove (e lo si è visto anche oggi) c’è sempre una discreta montagna da scalare. Non è cambiato il mondo, ma qualche buono sprazzo per lei soprattutto col rovescio si è finalmente intravisto. In uno sport dove, come si è visto anche adesso, certi giudizi potrebbero variare di settimana in settimana, serve pesare bene la situazione ma probabilmente in questi tornei di alto livello è importante per lei cogliere ogni chance possibile durante un lavoro su corpo e mente che continuerà anche nelle prossime uscite.
L’uscita dal campo di Garcia dopo la conclusione del match è emblematica su cosa sia stata la partita in sé. La francese, delusissima, è andata via molto rapidamente e a testa bassa, consapevole che dal suo lato c’è stato tutto per non meritare la vittoria. Una situazione che si era messa nello stesso binario di Melbourne ma che l’ha portata a tutt’altro, perché la fluidità dei colpi si è fermata nel momento più importante e non è riuscita come in quella serata sulla Rod Laver Arena a prendersi il set di apertura che avrebbe molto probabilmente scavato un solco importante. Come allora aveva trovato il break di vantaggio sul 2-2, dominando al servizio nei primi game e recuperando molto bene sul 4-3 nella prima occasione dove ha avuto un minimo di pressione in risposta. Osaka fin lì era la stessa vista finora, con un dritto troppo falloso e difficoltà negli spostamenti, nemmeno aiutata da un servizio che ancora sembra forzare troppo le soluzioni. Dal 5-3 Garcia, però, si è ribaltato tutto.
Non è facile capire quanto sia per i meriti della giapponese, che ha sì sbagliato meno ed è stata pronta a capovolgere il set ma molto evidenti sono stati i passaggi a vuoto di un’avversaria andata in tilt dalla tensione e divenuta molto fallosa da fondo campo, che ha sparato via un brutto schiaffo al volo di dritto sulla palla break (la prima concessa) per il 5-5 e non capitalizzava un 15-40 in risposta trovandosi di colpo a dover difendere il servizio in un parziale che sentiva di dover avere già chiuso. E così, sul 5-6, i primi punti sono stati di chi aveva la testa ancora bloccata e doveva cercare di ripartire. Non ce l’ha fatta e due brutti servizi l’hanno spinta sotto di un set.
Naomi ha saputo gestire bene l’inizio del secondo parziale, si faceva attaccare molto meno sulla seconda palla di servizio perché Garcia stessa era divenuta molto più fallosa. Lo si nota spesso: se si sente bene, allora quel tennis così aggressivo e complicato è uno spettacolo da vedere; quando però le cose cominciano a non girare, ecco che aumentano errori e frustrazione. Il segnale peggiore per lei è stato cominciare a parlare tra un punto e l’altro, sfogarsi, perdersi in monologhi che la distaccavano sempre più dal match. Osaka restava avanti senza fare granché di speciale, ma l’ottimo recupero da 0-30 a 30-30 sul 4-4 le garantiva la possibilità di mettere pressione in risposta nel decimo game, cosa che ha funzionato immediatamente e dove di nuovo Garcia ha mostrato pecche.
Oltre alla francese, numero 15 del seeding, è fuori anche Beatriz Haddad Maia, numero 10, che non ha recuperato dalle fatiche di Abu Dhabi ed è stata sconfitta 6-1 6-3 contro Wang Xinyu, prossima avversaria di una Victoria Azarenka che ha invece avuto il suo bel da fare per battere Magdalena Frech. La bielorussa ha descritto quel 6-4 3-6 6-3 con tanti meriti alla polacca, dove secondo lei ha trovato meglio la quadra sulle condizioni in campo approfittando anche delle partite giocate nelle qualificazioni e ha soprattutto saputo portarla a giocare male, concedendo ben 18 palle break e trovandosi nel set decisivo costretta a game molto complicati alla battuta, riuscendo comunque a prevalere.
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