Aryna Sabalenka fa bis, Zheng Qinwen fa il botto, Dayana Yastremska fa il grande balzo. È il podio di un Australian Open femminile terminato con la numero 2 del mondo di nuovo trionfante e, a differenza del 2023, senza perdere un set come accaduto solo altre quattro volte dal 2000 a oggi: nel 2000 con Lindsay Davenport, nel 2008 con Maria Sharapova, nel 2017 con Serena Williams e nel 2022 con Ashleigh Barty.
Di seguito vi proponiamo pagelle, che terranno conto della prestazione rispetto alle aspettative, del risultato e del tabellone, fattore che potrebbe causare qualche discussione ma soprattutto in questo caso è da considerare per alcune (in caso, qualsiasi domanda, @Diego_Barbiani su Twitter).
PROMOSSE
Sabalenka: 9,5. Cosa manca al 10? Un tabellone. Lei non ha alcuna pecca, ma delle sette partite più della la metà è sembrata una mera passeggiata di salute. Lei bravissima a renderle tali, e forse potremmo discutere a lungo su quali avversarie potevano davvero impensierirla al di fuori delle big, ma tutto si è incastrato alla perfezione a partire da una prima settimana davvero molto comoda con due ragazzine di sedici anni con zero esperienza nel tour maggiore nei primi due turni e una Lesia Tsurenko al terzo turno su cui si dovrebbero aprire pagine extra campo ma limitiamoci al dato chiave. L’ucraina non avrebbe mai tenuto un turno di battuta con quelle velocità e quel ritmo così basso. Una prima palla che non arrivava ai 140, una seconda a malapena sopra i 110 chilometri orari. Contro questa Sabalenka, per giunta spinta dalla voglia di non togliere mai il piede dall’acceleratore proprio per la storia passata (e presente) tra le due. I break erano garantiti, e l’unico modo per Lesia di sbloccare il punteggio era cercare un break in risposta, che sarebbe arrivato solo con una disattenzione dell’avversaria. Differenze enormi, per il resto, mostrate contro due appena fuori dalla top-10 (in quel momento) come Barbora Krejcikova e Zheng, qualche solito problema mostrato contro Coco Gauff in semifinale. Però ha vinto, ricominciando molto bene dopo la delusione di fine 2023 con il numero 1 perso proprio in volata.
Zheng: 8. Il voto è un po’ gonfiato dal fatto che era una prima finale Slam, una top-10 conquistata e un inizio di stagione che continuava il momento ottimo con cui aveva finito il 2023. Poi però abbiamo il tabellone, che per lei pesa molto di più di Sabalenka, perché non aver avuto una top-50 in sei partite è un qualcosa di più unico che raro e adesso che è diventata numero 7 del mondo comincerà una nuova fase della sua carriera. Ci sono progressi, ma ci sarà modo di rivederla più avanti.
Yastremska: 9,5. Voto davvero molto alto a Dayana, che pareggia quello di Sabalenka ma per le motivazioni opposte. Lei ha avuto un tabellone pesante, già a partire dalle qualificazioni dove è stata sempre costretta al set decisivo. Poi arrivata nel tabellone principale ha colto due grandi vittorie contro Marketa Vondrousova e Victoria Azarenka, e la ciliegina sulla torta dello spareggio tra outsiders contro Linda Noskova. Solo meriti, superando di gran lunga ogni aspettativa e riuscendo finalmente a correggere un ranking che faceva fatica a sembrare veritiero, bloccato da oltre due anni al limbo delle top-100 lei che a inizio 2020 era ormai prossima alla top-20.
Gauff: 7+. Quel “+” perché comunque ha raggiunto una nuova semifinale Slam, ma il discorso del tabellone fatto con Zheng vale perfettamente anche per lei. Non ha colpe, come non ne ha Qinwen, come non ne ha Aryna, ma inevitabilmente incide sul giudizio finale l’aver affrontato in serie: Anna Karolina Schmiedlova, Caroline Dolehide, Alycia Parks, Magdalena Frech, Marta Kostyuk. Coco ha vinto le partite che doveva vincere, immergendosi anche in un match terribile contro Kostyuk (volto 7,5) nei quarti e mostrando sempre tante incertezze dal lato del dritto, ma di fatto la sua condizione è tale che non può soffrire contro quasi tutte quelle avversarie. Si era fatto un gran parlare del suo match contro Parks, con Alycia capace di fare anche 15 ace e altrettanti doppi falli a partita, colpire fortissimo la palla, ma quando si è trovato per lei di essere di fronte a una big ecco che sono emersi tutti i problemi di scarsissimo controllo e pessima gestione del momento, rimediando appena due game.
Noskova: 8. Linda, eccoci. L’ottimo inizio di 2023 aveva avuto poco seguito nel resto della stagione, e ora il 2024 è cominciato col botto. I quarti di finale in Australia sono un ottimo traguardo e rimarranno soprattutto per quella vittoria contro Iga Swiatek, anche perché paradossalmente nel resto non ha potuto dire granché. Prestazioni ok prima, ritiro di Elina Svitolina (voto 6,5) dopo e sconfitta contro Yastremska. Il voto è alto, e perlopiù perché alla prima volta su un campo centrale di un torneo di questo livello ha rimontato la numero 1 del mondo. L’età c’è, il tennis pure, se trova anche più rapidità nel gioco di gambe può davvero crescere pur rimanendo comunque una delle migliori under-20 in assoluto.
Anisimova: 7,5. Per Amanda c’è un voto di incoraggiamento, e di bentornata. Un Australian Open positivo, vista anche la lunga assenza, ma che ha evidenziato quanto lunga possa essere la sua strada per avere una buona condizione atletica. Nel caso però di una ragazza che aveva voluto smettere perché non ce la faceva più, l’esser tornata a sentire la voglia di giocare è la notizia migliore. Anche perché in mezzo c’è pure una vittoria contro una top-20 come Liudmila Samsonova, sebbene la si è vista troppo dipendente dalla mera potenza del suo braccio e di fatti, alla prima avversaria di (alto) livello sono emersi i problemi. Quella però era Sabalenka, che avrebbe “piallato” un po’ chiunque, dunque anche quella sconfitta viene un po’ mitigata.
Mirra Andreeva: 7,5. Paradossalmente vale molto di più la rimonta contro Diane Parry (voto 7) al terzo turno che il successo contro Ons Jabeur (voto 3) al secondo. La prima vittoria contro una top-10 è sì rilevante, e sì passa agli archivi, ma nei fatti chiunque ha visto quella partita ricorda una tunisina a tratti impresentabile. La vera nota negativa del torneo, Swiatek a parte, perché ci si attendeva molto di più ed è incappata in un match dove non teneva la palla in campo oltre il secondo, terzo colpo. Mirra le ha lasciato due game senza particolare apprensione, poi lo score fa rumore ma purtroppo nasconde un’amara verità. E per questo averla vista rientrare da 1-5 nel set decisivo contro la talentuosissima ma altrettanto fragile Parry ha un sapore già più forte. La francese ha sprecato un po’ nel settimo game, ma la ragazzina del 2007 si è presa di forza la rimonta e la vittoria. Non è riuscita a continuare il sogno quando al quarto turno si è arresa a Krejcikova (voto 7-) ma è un altro Slam di buon livello per lei.
BOCCIATE
Swiatek: 4,5. Iga stavolta non arriva al 5. Non può, ne vale della sua classifica, delle aspettative che aveva (e che avevamo), del livello di gioco espresso e di qualcosa che ancora una volta non è andato come voleva. Perché da un lato ci mettiamo la rimonta di carattere contro Danielle Collins al secondo turno quando tutto sembrava chiuso, ma è forse l’unica cosa positiva da prendere, la solita questione che quando si trova spalle al muro ha sempre qualcosa su cui credere. Grande qualità, ma non può esserci solo quella. Perché una volta si salva, due volte, tre volte, quattro, ma alla quinta se non fa lo scatto in avanti può essere che venga battuta. Ed era giunta qui con 17 vittorie consecutive e una forma fisica molto brillante in United Cup, non un vero termometro forse nei risultati ma la polacca sembrava avere ben altro spirito rispetto al gennaio 2023. La sua prima settimana, come avversarie, era terribile a prescindere dalla condizione e quel mezzo punto in più è per aver passato una campionessa di questo torneo in piena ripresa di risultati e una finalista appena due anni fa che su questi campi sa fare malissimo. Però, nel complesso, non ha mai trovato la quadra: fuori timing completamente nel primo match, basata più sull’istinto e la voglia di non “morire” (sportivamente) nel secondo, rimasta ferma alla terza marcia nell’ultimo. Noskova ha il gioco per darle fastidio sul cemento veloce, ma le bastava poco per far sua la partita. Che è forse il rimpianto maggiore perché si dava giorni in più per lavorare. Era consapevole che qualcosa non andasse, lo diceva dopo la prima partita, e quella fasciatura sotto al ginocchio sinistro lascia un discreto alone di mistero su cosa sia successo tra la United Cup e lo Slam perché ci sia stato un calo così rilevante e come mai non sia riuscita ad alzare il livello. Non siamo a fare drammi o discorsi di fallimenti generali, perché è uno Slam giocato male, ma (più di) qualcosa su cui lavorare c’è.
Rybakina: 4,5. Una delle sorprese più grandi, in negativo, è l’uscita di Elena Rybakina già al secondo turno. Doveva contendere il titolo a Sabalenka, è franata invece nel tie-break più lungo di sempre in uno Slam. Sei match point mancati, un livello di gioco deficitario per quasi tutto il match contro Anna Blinkova. Un 22-20 che fa malissimo in una giornata dove nemmeno era parsa in piena forma con alcuni movimenti innaturali col piede sinistro tra un punto e l’altro. Non aveva il livello, fin lì, per vincere il titolo, ma vederla uscire così è una delusione importante.
Wozniacki, Kerber: 5. Le mettiamo assieme, perché siamo al 2024 e vederle di nuovo nello stesso tabellone Slam ha comunque fatto piuttosto piacere. Le prove poi sono state abbastanza diverse, perché la danese ha approfittato al primo turno del ritiro di Magda Linette prima di perdere, sfinita, al secondo con la gara di resistenza messa in campo da Mariia Timofeeva (voto 7) mentre la tedesca ha fatto quello che poteva contro Collins, contro cui c’è poco da fare: in Australia è un oggetto a parte rispetto a tutto il resto della stagione. Un 5 perché nessuna delle due ha convinto davvero, e bisogna capire ora dove porterà questo tentativo di rientro.
Osaka: 5. Difficile scendere sotto quella soglia, per Naomi Osaka, perché il match contro Caroline Garcia (voto 6) è rimasto in bilico fino al tie-break del secondo set. La giapponese sembrava rimanere sempre un filo dietro l’avversaria, forse poteva evitare di tenere una posizione così aggressiva in risposta per togliere un po’ di tempo all’avversaria e uscire da quel ritmo, però non è stata una brutta partita. Affatto. Il problema semmai è che anche il suo rientro come quello di Wozniacki e Kerber è naufragato in un mese di gennaio sotto tono. E per lei vale come per tutte la considerazione che ancora non ci siamo con la condizione fisica, al di là di tanti (troppi) proclami fatti su un rientro che doveva essere apparentemente già trionfale. La realtà del tour, ora, è però un’altra.
ITALIANE
TOP: Paolini 7,5. Complimenti a Jasmine per i primi ottavi di finale Slam raggiunti in carriera, per i passi avanti costanti nel ranking e un piazzamento ora dentro le prime 25 del mondo che vale tantissimo. C’erano poche energie soprattutto mentali rimaste contro Anna Kalinskaya (voto 7,5) ma l’aver sfondato quel muro del terzo turno, anche con quel pizzico di fortuna che non guasta per non aver trovato Rybakina, è un punto di partenza importante nel 2024.
FLOP: Trevisan 5. Martina in singolare ha vinto una partita, cosa non riuscitale nei due tornei precedenti e in quello successivo, ma a dimostrazione di una partenza veramente difficile nel 2024 c’è che quell’unico successo è arrivato contro una qualificata (Renata Zarazua) in un match dove ha rischiato più volte di trovarsi vicina alla sconfitta. Ed era forse tra i match più giocabili nel tabellone delle azzurre. Soprattutto pensando a Camila Giorgi che ha pescato Azarenka. Mettiamo tutto da parte, è stato un mese pessimo e vediamo col proseguo della stagione cosa arriva.
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