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WTA e dintorni/ Australian Open: gioie e dolori del tabellone

Quello dell’Australian Open femminile è un tabellone che, detto come va detto, appartiene alla categoria “bestiale”. Ci sarebbe la speranza di una prima finale Slam tra Iga Swiatek e Aryna Sabalenka, perché nel 2023 le due sono quelle che hanno più fatto lo scatto in avanti staccandosi dalla concorrenza: la polacca confermando i risultati del 2022, la bielorussa rimanendo numero 1 fino proprio all’ultima giornata della stagione. E davvero, malgrado l’abbiamo scritto più volte su questa rubrica al femminile, le partite tra le due non sono più banali. A cominciare dalla vigilia, quando si sente che sta per accadere qualcosa: non è spiegabile molto diversamente, ma sono quei momenti di sport che capitano soltanto quando due di grandissimo livello, magari con una storia alle spalle, stanno per affrontarsi. E molto più che nel passato, nel 2023 c’era la netta sensazione di due che sfidandosi volevano sempre essere meglio l’una dell’altra per una questione quasi “personale”, come se riconoscessero l’una nell’altra la grande antagonista di questa fase della loro carriera.

RYBAKINA, POSSIAMO PARLARE DI VERA FAVORITA?

C’è però tutto un gruppo di rivali, partendo da primi turni qua e là che già attirano molto interesse, pronti a ribaltare le circostanze tanto che Elena Rybakina, la primissima inseguitrice delle due è anche la favorita forse principale del torneo per alcune ragioni: tende ad avere la guida nei confronti contro Swiatek, ed è nella sua metà di tabellone; ha già giocato la finale lo scorso anno trovando picchi di rendimento davvero alti, e malgrado tutto non ha una brutta strada; ha cominciato la stagione davvero in palla, e ha sempre poche attenzioni sulle spalle rimanendo così indietro rispetto alle prime due. La kazaka, che ha forse il grande pregio di essere la migliore giocatrice al servizio di questo periodo, soprattutto con Naomi Osaka ancora in fase di rodaggio, è la prima inseguitrice sulla carta con un primo turno non semplice ma gestibile contro Karolina Pliskova, e da lì si può aprire una strada dove non ha particolari pericoli e l’avversaria al quarto turno potrebbe essere Anhelina Kalinina o Daria Kasatkina come teste di serie, da vedere anche lì eventuali mine vaganti che non sembrano emergere. Forse un quarto di finale contro Zheng Qinwen, favorita nella parte sotto rispetto anche a Jessica Pegula, potrebbe essere per lei un primo vero banco di prova, ma denota una prima parte molto meno complessa di una Swiatek che invece avrà davanti a sé la qualsiasi.

SWIATEK SCOPRE IL SUO ZONCOLAN

Per la polacca c’è un esordio contro Sofia Kenin e a seguire una tra Danielle Collins e Angelique Kerber. L’ottavo la vedrebbe più probabilmente contro Elina Svitolina che Veronika Kudermetova, sebbene la russa potrebbe essere la scelta migliore per Swiatek che sì ci ha perso nell’ultimo confronto a Tokyo, in un torneo giocato male, mentre nei precedenti quattro confronti le lasciava le briciole. Se in una prima settimana Iga ha un cammino, potenzialmente, da difficoltà sul 7/7,5 poi la seconda sarebbe sull’8,5/9. Sarà sempre favorita, perché avere un numero 1 da 86 (ormai) settimane e avere quei risultati porta inevitabilmente a pensare sia un disastro inenarrabile un’uscita tra primo e secondo turno, cosa che le è capitata una volta (all’esordio) e due volte (al secondo) nel corso della carriera, tutte ristrette al primo anno tra le big (2019).

Fa effetto vederla al primo turno contro un’avversaria contro cui vinceva il primo Slam della carriera, e per un certo periodo Kenin sembrava destinata ad avere una delle ultime teste di serie. È rimasta fuori e con risultati comunque ancora molto altalenanti (ha perso al secondo turno a Hobart in questa settimana e lo scorso anno batteva per esempio Aryna Sabalenka per poi perdere la settimana successiva contro una giocatrice fuori dalle prime 250 del mondo), ma se è vero che vive di momenti e fiammate, cosa c’è di meglio di un match di questo livello per accendersi e fare almeno un’oretta dove si colpisce tutto con la sua (spettacolare) fluidità? E anche al secondo turno, se è vero che Swiatek ha lasciato tre game a Kerber alla United Cup, il contesto sarà diverso e l’alternativa sarebbe quella Collins che in Australia ha spesso trovato terreno fertile. Sembra lontanissimo il cammino della sua finale nel 2022, negli ultimi tempi ha vinto pochissimo, ma è anche lei una veramente imprevedibile e che Swiatek conosce bene nella sua veste migliore perché proprio due anni fa la spazzò via dal campo con la polacca che dovette fare i miracoli per racimolare cinque game.

Guardando poi le teste di serie, detto che Svitolina sembra sia la favorita vera per l’ottavo di finale (da vedere le condizioni del piede, ma ad Auckland ha gestito molto bene la cosa) c’è la solita leggenda di quel quarto turno che spesso porta i problemi più grandi alla numero 1 del mondo che soltanto a Wimbledon di pochi mesi fa riuscì a raggiungere un record positivo tra vittorie e sconfitte in quel punto e allo US Open ha subito bruciato quella casistica ritrovandosi di fronte Aljona Ostapenko. Proprio la lettone, protagonista di un ottimo avvio di stagione, è nella zona di tabellone che potrebbe combaciare col suo quarto di finale. Sarà lunga, perché dovrà vincere quattro partite e sta spendendo tanto in queste due settimane. Non di meno, il suo terzo turno eventuale la vedrebbe contro un osso durissimo come Victoria Azarenka, che partirà coi favori del pronostico contro Camila Giorgi in quello che è l’apice dei match di primo turno da circoletto rosso (escludendo quello tra Osaka e Caroline Garcia, lì siamo proprio fuori categoria).

SABALENKA PUO’ PUNTARE AL BIS

I nomi pericolosi per minare il cammino di Swiatek ci sono, e sono parecchi. Molti meno quelli presenti sul cammino da campionessa in carica di Aryna Sabalenka, che non è stata proprio impeccabile nella sua settimana di esordio del 2024 e per quanto dica di sentirsi benissimo a ritrovare questo Slam e il suo pubblico, dovrà comunque gestire anche la pressione extra di essere campionessa uscente. È un terreno nuovo per lei, soprattutto in uno Slam, e tra i punti da analizzare c’è il suo rendimento del 2023: questo è l’anno dove deve confermare i passi in avanti fatti, e per una che vuole sempre premere sull’acceleratore quella stagione ha richiesto tanto a livello fisico e mentale, soprattutto quando è entrata in quei mesi di lotta per il numero 1 del mondo. In ogni caso, meglio di così non poteva avere e dopo un esordio contro la qualificata Anna Seidel, tedesca classe 2005 alla prima apparizione Slam, ci sarà Ana Bogdan o Brenda Fruhvirtova per un terzo turno dove la testa di serie è Lesia Tsurenko, che aprirà contro Lucia Bronzetti. Detto che purtroppo in un match tra le due ci sarà un ricordo a quanto avvenuto a Indian Wells (sebbene, è giusto sottolinearlo, Tsurenko ebbe quell’attacco di panico pre partita non per dover affrontare Sabalenka ma per le parole sentitesi dire da Steve Simon, che non si fece remora a dirle in faccia tra le altre cose che se un russo o bielorusso sostiene la guerra e i bombardamenti lei non deve arrabbiarsi perché è una sua opinione e va rispettata) una buona Aryna potrebbe anche passeggiare per la “capacità” di Lesia di metterla in palla con dei colpi sempre molto uguali come traiettoria e tipologia di palla, molto regolari nella spinta.

In una seconda settimana la pendenza non salirebbe più di tanto. Il quarto turno contro Liudmila Samsonova, che non ha neanche cominciato bene la stagione, sembra il pericolo più grande e la stessa italo-russa è in una zona che ha mine vaganti: Amanda Anisimova all’esordio, Anastasia Pavlyuchenkova al terzo turno (o Donna Vekic, che sarebbe anche l’altra testa di serie). C’è Paula Badosa qui, opposta però a una giocatrice molto fantasiosa quanto scomoda come Taylor Townsend e rientrata questa settimana dopo sei mesi di stop. Da decifrare l’ottavo sopra con Ons Jabeur che potrebbe essere l’avversaria della bielorussa nei quarti ma che non ha giocato fin qui e dopo i tanti guai fisici del 2023 inevitabilmente partirà con qualche riserva e non è il massimo sapendo che in un secondo turno potrebbe affrontare Mirra Andreeva, ancora acerba ma con tanta voglia di far bene. E non c’è una vera alternativa alla tunisina come favorita in questa sezione perché già le teste di serie sono giocatrici con scarsissima continuità nell’ultimo periodo, tra cui Barbora Krejcikova.

L’ultimo quarto di tabellone invece è un po’ un terno al lotto: dovrebbe essere di proprietà di Coco Gauff, ma la sua sezione è scomoda perché aldilà di Leylah Fernandez ci sono due discrete mine vaganti come Caroline Dolehide e Alycia Parks, indecifrabili e spericolate, mentre è nell’ottavo di Naomi Osaka. Che la giapponese riesca a vincere tre partite e ad avere le forze per reggere una quarta dopo qualche stento di troppo alle prime uscite a Brisbane è da vedere, però è un altro nome pesante che rende il cammino della campionessa dell’ultimo US Open davvero irto. E paradossalmente l’eventuale quarto di finale sembra più agevole: né Beatriz Haddad Maia né Maria Sakkari hanno fatto bene nelle prime settimane, c’è Caroline Wozniacki che però per affrontarla vorrebbe dire aver fatto cammino netto per quattro partite. La danese ha giocato una buona partita ad Auckland ma si è fermata lì e anche lei era ferma da fine agosto e rientra nella categoria “è da vedere”.

La finale di 12 mesi fa tra Sabalenka e Rybakina sembra ancora un bel ricordo, di una partita spettacolare e ben poco caotica malgrado se ne siano date di santa ragione per tre set. Quello era un livello da finale Slam, e chissà che le due non possano davvero ritrovarsi 12 mesi dopo.

Diego Barbiani

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