[WC] N. Osaka b. T. Korpatsch 6-3 7-6(9)
Quindici mesi dopo, Naomi Osaka è tornata. La seconda carriera della tennista giapponese, diventata mamma lo scorso mese di luglio, è ripartita la mattina dell’1 gennaio 2024 da Brisbane, località che adora per i bei ricordi di un torneo che non ha mai vinto e dove ha ottenuto al massimo una semifinale, nel 2019, ma che non ha mai nascosto di avere nel cuore anche per il bel rapporto che si è creato quasi subito col pubblico australiano.
Oggi, d’altronde, è andata in campo alle 11 del mattino e le tribune del campo centrale erano quasi da tutto esaurito. Parliamo del rientro in campo più importante della stagione, a livello femminile, accompagnato da tanti buoni propositi dell’ex numero 1 del mondo che avrebbe persino detto di puntare a una medaglia olimpica, lei che fin qui non ha mai dimostrato granché fuori dal cemento e che quest anno vedrà l’edizione a cinque cerchi disputarsi sulla terra rossa del Roland Garros.
Sono tanti i punti da capire, perché se è facile pensarla già abbastanza competitiva da ottenere almeno una seconda settimana all’Australian Open (detto che va sempre fatto un discorso migliore dopo il sorteggio) dall’altra c’è l’impatto con la realtà. Oggi, contro Tamara Korpatsch, finché le gambe e il ritmo l’hanno sostenuta aveva vita abbastanza agevole: la tedesca doveva cercare di non farsi travolgere dalla potenza avversaria, ma il servizio era troppo debole e ogni scambio era una sorta di chimera per una ragazza con un tennis troppo leggero per questo calibro. Naomi ha aperto con un break a zero fatto praticamente solo di risposte pesanti e profonde. Da lì ha tenuto quasi sempre agevolmente la battuta, strappando nuovamente il servizio sul 5-3 per chiudere il primo set.
Era una partita un po’ segnata, con Korpatsch che doveva cercare di trovare forza e coraggio per sorprendere la giapponese con qualche soluzione in lungolinea a sorpresa, come col rovescio, ma non c’erano veri margini di manovra perché Osaka aveva spesso il controllo del gioco al punto da non doversi nemmeno muovere più di tanto, sennò per passettini piuttosto rapidi nella ricerca della palla. Oltre all’impatto della racchetta sulla palla, l’altro fattore che faceva ricordare sprazzi della migliore Osaka erano i rovesci incrociati dopo il servizio da destra. Una traiettoria che ha nelle corde da sempre ed esegue sul cemento con una disinvoltura enorme per raccogliere una risposta in lungolinea insidiosa e trasformare il colpo da difensivo a offensivo con ottimo lavoro della mano.
Il momento migliore per Osaka, però, si è esaurito a inizio del secondo set. Come normale, vista la lunga assenza, la giapponese ha cominciato a calare e gli spostamenti non erano più tanto brillanti. Qualche errore di troppo e nemmeno il break sul 4-3 l’aiutava a chiudere la partita. Dopo aver perso il game al servizio sul 5-3 ha sparato via diverse risposte per permettere alla tedesca di pareggiare i conti e andare 0-30 sul 5-5. Recupererà, ma subirà a sua volta una rimonta da 0-30 sul 6-5 per un tie-break tutto sommato giusto. E come era il trend degli ultimi minuti, anche il gioco decisivo è stato caratterizzato da tensione e nervosismo. Naomi ha rischiato di smarrirsi, ma ha messo da parte due match point non sfruttati e cancellare punto dopo punto i set point avuti da Korpatsch. Il volto era cambiato, dopo un inizio sereno ora era molto più corrucciato, e dopo il match point decisivo si è lasciata un po’ andare tirando un bel sospiro di sollievo.
Tutto accettabile, dopo un’assenza così lunga e pur sempre particolare. Al prossimo turno avrà la numero 16 del seeding Karolina Pliskova, con la vincente che agli ottavi potrebbe trovare Aljona Ostapenko o Camila Giorgi. Nel frattempo, ben tornata Naomi.
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