Australian Open

Un’ottima Garcia ferma Osaka, Jabeur toglie la ruggine

Quando Naomi Osaka è andata a stringere la mano a Caroline Garcia, al termine della loro partita, il suo volto era molto deluso. Questo rientro così anticipato tanto da dirlo già a dicembre del 2022 quando annunciava la gravidanza, questa voglia di ritrovare il tennis e l’Australia, luogo a lei tanto caro, e questa attesa spasmodica creatasi attorno a lei, vincitrice di quattro Slam sul cemento in due anni e mezzo ed è forse la migliore (nei picchi almeno) sul veloce, è fin qui carico di insoddisfazioni.

Le parole spese tra novembre e dicembre avevano altro sapore. Non tanto le sue, quanto delle persone attorno a lei, o di altri “esperti” come Patrick Mouratoglou, che la vedevano come già pronta a essere competitiva per vincere o quantomeno essere al pari delle big attuali. Si è creato un circolo scomodo, ancora una volta. Tante neo-mamme al rientro nel tour hanno faticato nei primi passi, il caso di Kim Clijsters nel 2009 rappresenta semmai l’eccezione. Osaka non è diventata mamma all’età di Serena Williams, o Victoria Azarenka, ma la lontananza dai campi, o meglio dalle competizioni, si è fatta ugualmente sentire.

C’erano video di allenamenti di buon livello, interviste e indiscrezioni sul voler riprendersi il numero 1 del mondo appena possibile e puntare anche a una medaglia a Parigi malgrado si giochi su terra battuta dove lei non ha mai avuto veramente agio. Poi purtroppo passando alla realtà dei fatti c’è una vittoria, contro Tamara Korpatsch, e due sconfitte di misura ma dove non è stata mai vicina al traguardo. A Brisbane era parsa giocare un buon primo set in entrambe le occasioni, ma poi calare sempre più velocemente. Oggi, contro Garcia, un solo break ha deciso una partita segnata dall’atteggiamento ultra offensivo di entrambe in risposta che fruttava poco in termini di chance ma aiutavano soprattutto la francese a mantenere altissima la pressione su una giapponese mai a suo agio.

6-4 7-6(2) il punteggio finale di una partita molto rapida, durata meno di un’ora e mezza, con Caroline che ha messo a segno 13 ace e soprattutto nel secondo set non ha praticamente concesso nulla. Osaka rimaneva ancorata alla partita, ma se nel primo set un inizio un po’ bloccato con le gambe la faceva scivolare sotto di un break sul 2-2 e rischiava di sprofondare sul 2-4 (rientrata da 15-40) nel secondo dal 3-3 è andata smarrendo la prima palla ed era alla fine questione di momenti perché Garcia non traesse vantaggio di game sempre più lottati.

La francese è stata bravissima, dal canto suo, a chiudere due delicati game sulla fine del primo set: il primo sul 4-3 quando si è incagliata in diverse situazioni di 40-40 e Osaka, che stava cominciando a farsi sentire maggiormente e trovare qualche spunto col dritto incrociato anche in fase di spostamento, ha visto sfumare tutto con ottimi servizi anche quando sul 4-5 è andata 0-30. E nel secondo set le occasioni erano sempre meno: un solo punto concesso in risposta in totale fino al 3-3, nessuna che cercava di fare un passo indietro per far partire lo scambio. Garcia è abituata, essendo questo il modo di intendere il tennis da sempre, mentre per Osaka sembrava un voler estremizzare qualcosa che non è tanto nelle sue corde, come nella finale di Miami del 2022 contro Iga Swiatek.

La giapponese si è salvata al servizio una prima volta sul 3-3, quando sul 15-30 è uscita da una situazione di grande pericolo trovando il rovescio lungolinea vincente quasi in controbalzo. Sul 4-4 è stata di nuovo indietro 15-30 e lì la francese ha un po’ esagerato non trovando la risposta su un’altra seconda palla. Il game tranquillo sul 5-5 della ex numero 1 del mondo è stato seguito da un tie-break dove ha ceduto di schianto: sul 2-2 l’ennesima seconda palla al servizio è stata fatale perché è uscita una palla troppo tenera e Garcia si è avventata chiudendo al secondo colpo col dritto incrociato. Al servizio, Caroline è stata micidiale: prima vincente e ace, 5-2 in un amen. Gli ultimi punti sono arrivati in risposta, con due ottimi intercetti che hanno messo in affanno Naomi e hanno chiuso la pratica.

Naomi è uscita dal campo tra gli applausi di tutti, anche della rivale, ma con la testa non c’era più. Il rientro nel tunnel l’ha vista procedere molto lentamente, con l’asciugamano sul volto. È ora che deve dimostrare di tenerci, perché forse l’Australian Open era un obiettivo troppo ambizioso ma i primi segnali sono positivi e serve continuare a lavorare perché la strada è un po’ più lunga (anche per lei) del previsto ma può fare bene. A patto che riesca a non ridurre i suoi impegni a una manciata di eventi all’anno.

Tra gli altri risultati, vittoria di Ons Jabeur contro Yuliia Starodubtseva per 6-3 6-1 a togliere le ruggini di un inizio di stagione ritardato il più possibile per avere più tempo da dedicare anche a se stessa dopo un 2023 con tante delusioni e infortuni.

Diego Barbiani

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