Australian Open

Swiatek stavolta non si salva: Noskova fa l’impresa

L. Noskova b. [1] I. Swiatek 3-6 6-3 6-4

Doveva essere la partita in cui Iga Swiatek, dopo tante (troppe) sofferenze nei primi turni, alzava il livello. O almeno proporre qualcosa di diverso per dare un po’ di credito alle sue chance di andare lontano in questo Slam dove invece per il secondo anno di fila la vede fuori troppo presto. Non c’era oggi, non c’è mai stata dal primo turno contro Sofia Kenin. Un po’ sorprendente un rendimento così negativo da parte sua, che fuori da Wimbledon aveva sempre mostrato un livello piuttosto valido. Stavolta è girato tutto contro, come un tabellone pessimo dal momento del sorteggio con tutte avversarie dalle caratteristiche perfette per lavorare sulle sue negatività e oggi l’eroina di giornata è Linda Noskova, tennista ceca classe 2004 alla prima volta in un campo centrale di uno Slam e alla prima volta assoluta in questo torneo.

A 19 anni Noskova si è regalata una serata da sogno, perché non solo ha battuto la numero 1 del mondo ma lo ha fatto recuperando un set di ritardo, salvando una pericolosissima chance di break sul 3-3 30-40 e meritando ampiamente il risultato. Possiamo anche pesare le due circostante. Una Swiatek di per sé lontanissima da un livello che le compete, una Noskova capace di fare breccia la dove ha visto la possibilità, cominciando fin dai primi scambi a far girare quel dritto sulla diagonale puntando da subito alla debolezza principale di Iga quando le cose non le girano bene: il dritto. Contro Sofia Kenin ha passato più di un’ora e mezza senza timing sulla palla, contro Danielle Collins ha avuto un buon primo set prima di affidare quasi tutto al suo istinto nella folle rimonta del terzo set, oggi è difficile trovare un momento in cui è stata veramente superiore.

Tutto l’opposto di quanto accaduto in United Cup, ed è qui che salgono le domande maggiori. Già nel primo appuntamento dell’anno la si era vista in un doppio misto giocare con una piccola fascia sotto alla rotula del ginocchio sinistro, per esempio. Lei odia parlare di possibili fastidi o dolori, ma dopo averlo rimesso nel terzo set contro Collins le è stato chiesto da Andrea Petkovic, in campo, se ci fosse qualcosa che non andava. Iga, a cui forse non è tanto piaciuto una domanda così diretta, aveva accennato a un fastidio che si portava dietro da fine 2023 ma che non stava influendo sulla sua condizione in campo, quantoa dare “quell’1% in più che poteva servire alla mia performance”. Se l’era cavata, anche dialetticamente, ma oggi quella fascia è tornata sulla gamba già a inizio partita. Sono idee, non c’è conferma di nulla tranne che dalla United Cup a qui il rendimento è cambiato come tra il giorno e la notte. La scarsissima continuità di rendimento mostrata potrebbero anche far supporre a un po’ troppa tensione, mostrando incapacità di ripetere punti con la solità normalità e alternando in maniera troppo netta alcune buone azioni a diversi passaggi a vuoto.

Noskova dal canto suo è stata bravissima, con una partita coraggiosa e dove non ha mai mollato mentalmente, neanche dopo un primo set perso per un’inezia e un secondo cominciato dove al servizio passava dal 40-0 al 40-40, o nelle altre circostanze in cui si è trovata ai vantaggi. A un certo punto ha fatto ‘la Swiatek’: vinto un punto importante, ha cominciato una serie quasi perfetta dove colpo dopo colpo non sbagliava e tutto filava rapido. 3-3 30-40, palla break in un game dove Linda era partita sotto 0-30. Ha servito molto bene esterno, su una seconda coraggiosa, ma Iga ha sbagliato l’approccio nel tentativo solito di voler prendere il comando del punto. Lo fa sempre, spesso riesce, ma in questo torneo in veramente poche occasioni. Noskova si è salvata, e sul 4-3 ha attaccato molto bene da fondo campo salendo subito 0-30 e strappando la battuta col rovescio protagonista. Sul 5-3, al servizio per il set, ha dominato la scena e solo sul 40-0 Swiatek ha messo fine a una serie di 10 punti consecutivi per l’avversaria. Quei momenti che di solito è lei a mettere a segno.

C’era indecisione nella polacca. Diciamo spesso come sia forse la migliore nei momenti in cui si trova spalle al muro, ma non può sempre trovarsi in questa condizione prima di risalire la corrente. Il dritto ha retto finché ha potuto, nemmeno troppo a lungo, e poi si è trovata a giocare in maniera alle volte frettolosa, alle volte senza spinta. O in difesa era un disastro perché accorciava, lasciava campo e non poteva sempre difendere. Tutte cose che sa bene, perché se in risposta non era libera di testa quando andava al servizio era ancora più dura. Doveva resistere a ottime risposte, e oggi soprattutto è andata in affanno con maggiore frequenza. Nel set decisivo è scivolata indietro di un break già sull’1-1, recuperando la situazione con una reazione delle sue più che mettendo a posto i vari tasselli del suo gioco. Passava avanti nel punteggio, ma era lunga arrivare alla fine. Sul 3-3 ha giocato un pessimo game, dove non ha messo alcuna prima per i primi sei punti. Si stava quasi salvando, perché Noskova ha buttato due risposte di rovescio su altrettante seconde palle in rete, ma Iga non ha chiuso il game e dal 40-40 la ceca ha giocato sempre in spinta e con profondità. Preso il break, lo ha confermato senza troppo patire, cosa che non stava avvenendo sul 5-4: Swiatek ha cominciato il game decisivo con due ottimi punti, ma dallo 0-30 si è spenta di nuovo. Grave la risposta di rovescio steccata sul terzo punto. Sul 30-30 il decimo ace della partita della ceca le dava match point, realizzato con l’ultimo errore della polacca.

E così il torneo femminile perde anche la numero 1 del seeding. Non era favorita alla vittoria finale, ma finché rimaneva in gara era sempre la più osservata e chiacchierata. Ora nella parte alta, svuotata di nomi che potevano puntare al titolo, sarà un discreto terno al lotto dove la testa di serie più alta è Zheng Qinwen, oggi salvatasi 10-8 al tie-break decisivo. E in tutto ciò, Aryna Sabalenka è sempre più senza avversarie.

Diego Barbiani

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