Australian Open

Sabalenka, altra vittoria dominante: Gauff tra lei e una nuova finale

[2] A. Sabalenka b. [9] B. Krejcikova 6-2 6-3

E se avessimo trovato lo Slam ideale per Aryna Sabalenka? Ormai la domanda va posta, perché sono 12 i successi consecutivi per lei a Melbourne Park, teatro di un Australian Open che per il secondo anno di fila la sta vedendo come ormai grande favorita alla vittoria finale e in generale giocare con una sicurezza e un controllo come ancora non la si è vista fare da altre parti.

Le condizioni per lei sono ottimali: inizio stagione, quindi atleticamente e mentalmente fresca; campi abbastanza veloci, a esaltarne le caratteristiche; braccio di qualità superiore a tante; crescita come giocatrice accertata ormai da più di un anno. Il dubbio vero, magari, è sulla gestione dei momenti nelle fasi conclusive, quello scoglio che deve ancora arrivare qui e dove non è forse mai stata impeccabile, ma ogni anno che passa sembra fare un po’ di più per avvicinarsi a quell’obiettivo. È vero che in questo 2024 ha perso una finale dove ha raccolto appena tre game contro Elena Rybakina, ma il punteggio è molto anomalo anche per un fastidio alla coscia sinistra (un indurimento, perlopiù) che ne condizionava la rapidità negli spostamenti.

Sabalenka, all’Australian Open 2024, è stata fin qui una macchina: 6-0 6-1 al primo turno, 6-3 6-2 al secondo, 6-0 6-0 al terzo, 6-3 6-2 al quarto, 6-2 6-3 oggi contro Barbora Krejcikova. I punteggi fanno impressione, la rapidità con cui mette ogni partita dalla sua fa sembrare che tutto possa finire nei primi 10, 15 minuti dovesse prendere margine. Sono segnali simili a quelli che ha dato più volte Iga Swiatek, giocatrice che inevitabilmente le si presta a confronti visto il momento delle due che hanno concluso il 2023 da dominatrici nel ranking, a un paio di centinaia di punti di distacco. La polacca ha avuto questi momenti soprattutto sulla terra battuta, lì dove ha già in cascina tre Slam. Aryna potrebbe aggiungerne uno al termine di questa settimana. Perché ormai va presa e considerata come la grande favorita.

Forse la numero 2 del mondo fa ancora più impressione quest anno rispetto all’Australian Open di 12 mesi fa. Probabilmente perché un anno dopo c’è quella sensazione di livello ormai raggiunto, di progresso ormai consolidato nelle corde. Krejcikova oggi non aveva scampo, giunta tra le migliori otto salvandosi all’ultima curva contro Storm Hunter al terzo turno e rimontando un set di svantaggio contro Mirra Andreeva, ma troppo fragile da fondo campo e con una seconda di servizio che veniva assalita sistematicamente dall’avversaria. La ceca ha una tipologia di tennis troppo delicata e basata sul timing, e oggi aveva una che non le dava mai occasione di respirare, facendole fare anche qualche brutta figura. Si sono riproposti i loro ultimi precedenti. Nel 2023 da metà febbraio a metà aprile si sono affrontate quattro volte: tre volte ha vinto Sabalenka, una Krejcikova. Barbora ha vinto soltanto rimontando da 0-6 1-3, riuscendo in quel giorno a Dubai a trovare un livello spettacolare in un torneo 1000 vinto battendo in serie la numero 2 (Sabalenka), la numero 3 (Pegula) e la numero 1 del mondo (Swiatek). A Indian Wells, due settimane dopo, fu ancora abbastanza vicina a un nuovo upset vanificando però tutto con un game pessimo al servizio nel terzo set, l’unico mal giocato dall’inizio del secondo parziale, con l’avversaria alle corde. Gli ultimi due erano terminati 6-2 6-3, 6-3 6-2. Stesso punteggio di oggi.

Saranno stati contenti gli organizzatori per aver recuperato terreno in una programmazione pesantemente rovinata dalla sessione diurna terminata quasi alle 21 di sera. Secondo la BBC, notizia ripresa anche da Eurosport, a Sabalenka e Krejcikova era stato proposto di giocare il match sulla Margaret Court Arena ricevendo però il rifiuto delle due. E a ragione, perché una è pur sempre campionessa in carica e l’altra campionessa Slam. Non sarebbero loro a dover far un piacere agli organizzatori, che comunque vista la breve durata potrebbero anche avere una fine giornata non così estrema come una settimana fa quando tutto finì a pochi minuti dalle quattro del mattino.

Diego Barbiani

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