[Q] D. Yastremska b. L. Noskova 6-3 6-4
La prima e unica occasione in cui all’Australian Open si è verificata la corsa di una qualificata fino alla semifinale fu nel 1978, con Christine Matison, sconfitta in quella circostanza 7-5 6-4 dalla testa di serie numero 8 Betsy Nagelsen. Prima e unica fino a oggi. Dayana Yastremska, ex numero 21 del mondo e reduce da due anni veramente difficili, si è spinta fino al penultimo atto del primo Slam stagionale con una nuova, l’ottava, vittoria consecutiva.
L’ucraina, che eguaglia il miglior piazzamento Slam di Elina Svitolina in singolare, ha preso una vittoria netta in una partita quasi perfetta contro Linda Noskova, oggi vittima un po’ del momento. Un 6-3 6-4 quasi cinico, perché Yastremska non ha avuto tante occasioni ma ha sfruttato alla perfezione i tre game in cui la ceca le ha concesso palle break e cancellando il servizio perduto a inizio partita.
Una partita abbastanza diverso già solo a livello di nervosismo e tensione rispetto al suo quarto di finale contro Victoria Azarenka, con anche un tipo di tennis molto più aggressivo per entrambe e un confronto quasi apatico in alcuni momenti. Dayana è sembrata un po’ stanca di testa, o quantomeno a centellinare un po’ le energie in alcune fasi di gara anche perché probabilmente si sentiva con margine e comunque padrona del campo visto l’atteggiamento fiacco di un’avversaria che non è mai riuscita a trovare una contromisura da fondo campo e ha forse usato troppo poco la sua smorzata che, per quanto non sia proprio nelle sue corde è una palla che per spezzare il ritmo era perfetta, anche perché costringeva Yastremska a venire avanti dopo sforzi significativi e poteva aiutarla a scardinare un po’ quelle sicurezze che andava mostrando.
Il cammino dell’ucraina è particolare: tre vittorie nelle qualificazioni e tutte in partite decise al terzo set, cinque quelle nel tabellone principale e solo in una ha ceduto un set pur affrontando due campionesse Slam come Azarenka e Marketa Vondrousova, una giocatrice con già un titolo WTA in stagione (Emma Navarro, l’unica ad arrivare al terzo set) e oggi una che come lei era la rivelazione del torneo. Nel 2021, anno che cominciò in attesa della sentenza sul caso di doping emerso a fine 2020 e che la vide assolta soltanto a fine giugno, finì l’anno appena dentro le prime 100 del mondo. Nel 2022 rimase tra un minimo di 150 e un massimo di 74 toccato dopo Wimbledon. Nel 2023 fu al massimo numero 97 al mondo. Sono stati anni duri, malgrado poi il gioco ci sia: molto monocorde, ma l’agilità che possiede l’aiuta tantissimo e quella palla esce dalle corde con un livello ben superiore a quanto la classifica le dava. Non è un caso se, insomma, a nemmeno 20 anni era ormai prossima all’ingresso in top-20.
Questo Australian Open la rilancia, comunque vada ora l’ultima parte di tre settimane che sistemeranno il suo 2024. Se un obiettivo di inizio stagione poteva essere consolidare la posizione in top-100, ora può già strizzare l’occhio alle prime 30 e sentirsi più vicina a dove era arrivata prima che il mondo si fermasse a causa della pandemia e prima dell’inizio di tanti problemi sportivi e personali. E ora (domani, giovedì) la semifinale Slam da giocare.
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