Ebbene sì, Sinner è più forte di Djokovic

Non è ancora una proposta di ricambio al vertice, e nemmeno un’Opa sbattuta in faccia a chi non aveva intenzione di mollare le redini, ma è certo che da oggi il tennis attende un nuovo numero uno, e che la candidatura di Jannik Sinner è diventata in questi tre mesi di vittorie ripetute su tutta la classe dirigente del nostro sport, la proposta più forte.

Decideranno le ultime due giornate di questo Slam australiano ormai tutto a tre colori. È azzurro un finalista del singolare, il primo italiano ad arrivare in fondo a un torneo così lontano e così difficile come gli Australian Open, ed è azzurra una delle coppie di finalisti del doppio. Azzurro come il cielo di Melbourne che sembra una cupola sulla città. Colori beneauguranti per l’Italia che si appresta a giocare un impensabile All-in.Saranno i prossimi risultati a formulare le nuove gerarchie, la regola è questa e nessuno ha intenzione di metterla in discussione. Resta una giornata indimenticabile per il nostro Semola, che sarà da ricordare probabilmente come l’approdo a una nuova dimensione della sua carriera. Djokovic è stato passato a fil di spada ormai per la terza volta negli ultimi quattro confronti, e mai come in questa semifinale si è mostrato caduco e poco ispirato, improvvisamente invecchiato, quasi imbarazzato per due set dalla sua stessa pochezza. Certo, capace anche di un’estrema ribellione, con la quale ha consumato l’ultimo moccolo di una candela che si stava ormai spegnendo. Ha allontanato un match point che avrebbe dato al punteggio il valore di uno sberleffo nei suoi confronti, ha vinto il tie break del terzo set e poi si è consegnato. Da oggi, ufficialmente, Sinner sul cemento è più forte di lui. La finale ci dirà se è diventato anche il più forte di tutti.

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