Non è più la mia Davis, ma felice per questi ragazzi

Li vedo ballare e abbracciarsi, gli azzurri di ora, Sinner che non sbaglia più niente, Sonego che in Davis dà sempre qualcosa in più, Arnaldi che ha vinto una partita persa non so quante volte, ma è stato bravo a tenerla in piedi, a resistere fino a cambiarle il volto. Poi Musetti che deve risalire la corrente e lo farà presto, e Berrettini che quanto tornerà, perché sono convinto che tornerà il tennista che andava in finale a Wimbledon, darà a questa squadra quel tocco in più, e allora non ce ne sarà più per nessuna delle avversarie.

Sono felice per questi ragazzi, perché vincere la Davis è uno dei più straordinari ricordi che ti possano accompagnare, per me è stato così, e lo sarà anche per loro, con i nomi incisi sull’argento delle targhe che accompagnano la vecchia bowl in giro per il mondo.

Non è più la mia Davis, questa mi piace meno, l’ho sempre detto. Ma l’importante è averla vinta, essere sul podio più alto, tornare lì dove eravamo stati ed era, anzi, è bellissimo esserci. Sono passati quarantasette anni, quasi una vita intera. Ma per l’Insalatiera il cuore batte sempre forte.

Ne usciamo con un numero uno, Jannik Sinner. La classifica dice altro? Non importa. Lo è nei fatti, ormai da due mesi. Ha battuto tutta la Upper Class del tennis. Ha battuto Djokovic, due volte su tre, anche in doppio. Ha battuto Medvedev e Alcaraz. Sfido chiunque a dire che sia il quarto del mondo, in questo momento. In questa Coppa malagueña è stato perfetto, non ha sbagliato nulla, anzi, ha continuato a crescere incontro dopo incontro. Griekspoor, poi Djokovic, infine De Minaur… Li ha messi in fila, li ha saltati con un unico balzo. L’australiano non aveva un solo colpo da opporre al nostro, lo si è visto. È stata una gara tra una formula uno e una city car.

Bravo anche Arnaldi, a superare Popyrin. Un incontro non bello e nemmeno giocato benissimo, ma vinto, strappato con le unghie e con i denti. La Coppa è così. Non importa giocare benissimo, importa vincere. Arnaldi ce l’ha ricordato con i fatti. E ogni qual volta l’australiano gliene ha dato la possibilità, Matteo ha infilato il colpo vincente.

Aspetto ora Berrettini. Aspetto che ritrovi il suo tennis, la sua classifica, le sue vittorie. Se così sarà la Davis sarà nostra per molti anni ancora. In esclusiva.

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