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Finals: contro Tsitsipas (forse) la prima occasione per Sinner

Nel percorso di avvicinamento verso il sacro graal, il titolo slam atteso da quasi 50 anni, le Finals che cominciano a Torino contro Tsitsipas – che pare non essere in ottime condizioni, tanto da essere addirittura in forse per via dei problemi al gomito che l’hanno tormentato per tutto l’anno – potrebbero essere una tappa non banale. Non tanto per la rilevanza del torneo, più mediatica che tecnica ad essere sinceri, quanto perché potrebbe certificare che nel circuito l’uomo da battere potrebbe essere Sinner. Certo, Djokovic a Parigi ha mostrato che per quanto i margini si siano assottigliati rimane il più forte di tutti; e certo, Alcaraz ha già vinto due slam ed è stato numero 1 del mondo nonostante sia più giovane di Sinner; e Medvedev è un diavolo capace di risorgere se solo si alza dal verso giusto del letto; ma alla fine, quello che sembra avere più testa, più cattiveria sembra proprio Jannik.

Sin dall’inizio dell’anno il team aveva detto che l’obiettivo era raggiungere Torino, cioè sostanzialmente piazzarsi tra i primi 8, ma la top5 non sembrava ancora alla portata del ragazzone italiano. E tutto sommato la prima parte della stagione era stata un po’ altalenante, col solo torneo di Montpellier conquistato contro avversari non proprio di prima fascia e con i contraddittori risultati di Miami e Montecarlo, quando aveva raggiunto finale e semifinale ma perdendo in malo modo contro Medvedev e Rune. Gli slam estivi non hanno fugato i dubbi, nemmeno la semifinale di WImbledon, raggiunga più che altro per merito di un sorteggio difficilmente ripetibile. Così la seconda parte della stagione sembrava destinata a rinviare al 2024 lo step decisivo verso i grandi traguardi, e pure la vittoria di Toronto in fondo aveva fatto storcere qualche naso, soprattutto perché seguito dalle delusioni di Cincinnati e, soprattutto New York. Forse le polemiche sulla mancata risposta all’inutile convocazione della Davis hanno fatto scattare qualcosa, forse più semplicemente Sinner è entrato in rotta di collisione con un momento di assestamento di chi gli stava davanti fatto sta che improvvisamente è diventato il giocatore che tutti aspettavano. La svolta naturalmente a Pechino, quando un torneo “normale”, con balbettii contro Evans e Dimitrov è diventato improvvisamente un torneo fenomenale. Schiantato un presuntuoso Alcaraz in semi, contro Medvedev Sinner ha fatto valere quella che è stata sempre una sua qualità fin da giovanissimo: i nervi saldissimi. I due tiebreak che gli hanno dato il titolo hanno praticamente certificato l’arrivo nelle zone altissime della classifica, e dato ulteriore fiducia al numero 1 italiano, ribadito dalla vittoria di Vienna. Tutto a posto quindi? I mesi, gli anni che seguiranno saranno all’insegna di Jannik il rosso?

Le Finals da questo punto di vista saranno un banco di prova interessante. Uno dei problemi che Sinner ha avuto in stagione è quello della continuità tant’è che alle vittorie di Pechino e Vienna hanno fatto seguito i rovesci di Shanghai e di Bercy, al netto delle vecchissime polemiche sugli orari. E va detto che Shanghai e Bercy sono tornei più importanti di Pechino e Vienna. Quello che è sembrato è che Sinner fisicamente non sia ancora del tutto pronto a sforzi prolungati, e forse questo spiega anche i risultati deludenti negli slam. A Torino, dopo Tsitsipas, dovrebbe giocare contro Djokovic – o Rune, se il ragazzo danese riuscisse a sorprendere Nole – e cioè fare due partite di fila contro avversari molto forti. La distanza dei 2 set su 3 dovrebbe aiutarlo ma rimane la prima volta che Sinner si cimenta in imprese del genere. A questo si aggiunge che il sorteggio non è stato proprio benevolo, perché anche se rimane l’incognita del gomito di Tsitsipas, Rune è un giocatore diverso da quello di appena due mesi fa e Djokovic è Djokovic. Si fosse trovato invece di loro due Rublev, Zverev e Alcaraz forse sarebbe sceso in campo più tranquillo.

Detto questo, soprattutto per gli italiani, non c’è dubbio che queste siano le Finals più interessanti forse di sempre. Del girone di Sinner abbiamo detto, nell’altro Medvedev e Alcaraz dovrebbero decidere chi sfiderà il serbo e il quarto uscente dal gruppo rosso. Guarda caso il colore di Sinner.

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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Roberto Salerno

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