Ce l’ha messa davvero tutta, Jasmine Paolini, per provare a guastare i piani di gloria della numero 1 del mondo nel circuito WTA Aryna Sabalenka, che al ‘1000’ di Pechino fa il suo esordio da leader della classifica, ma alla fine la bielorussa è riuscita a prevalere. Una prova molto positiva per vari aspetti, quella della toscana, che ha ceduto in due set ma con numeri molto positivi nelle statistiche come anche quelli più “visibili” a occhio nudo, grazie a uno spirito che non è mai stato titubante al cospetto di un’avversaria lanciata a chiudere la stagione come la migliore di tutte e che già solo nel primo set aveva messo a segno 11 ace risultando quasi ingiocabile al servizio.
Alla fine, Aryna si è imposta soltanto 6-4 7-6(4), un punteggio che magari racconta di un match-up non troppo comodo come potrebbe sembrare visto anche il successo raccolto da Paolini a Indian Wells nel 2022. Altro momento per la sua avversaria, in un periodo non bello, all’inizio anche dell’invasione russa in Ucraina e il caos (che persiste tutt’ora) nello spogliatoio WTA tra tensioni e malumori di una parte importante delle giocatrici (non solo ucraine). Parlando di tennis, la partita di oggi è stata una bella lotta, cresciuta nel livello col passare dei game e quella piccola sensazione che Sabalenka abbia tratto enorme vantaggio dalla lunga serie di buoni servizi per evitare momenti difficili, tirandosi fuori da un pericoloso 15-40 nel set d’apertura sul 2-2 e mantenendo la testa avanti che in queste circostanze non fa mai male, considerato anche come sarebbe stata Paolini a trovarsi sotto una pressione crescente servendo per prima dopo il cambio campo.
Non è un caso, quindi, che il momento chiave della prima frazione vissuta in grande equilibrio sia arrivato proprio sul 5-4, con la numero 1 a raccogliere la prima vera opportunità avuta e mettendo a segno il break che è valso il pesante 6-4. Peccato enorme, anche perché tolto uno 0-30 di ritardo sull’1-2 Jasmine non era mai stata sotto nel punteggio, e mai aveva concesso palla break. Poi nel decimo game, pur avanti 30-0, ha avuto difficoltà nei punti successivi e si è trovata con tanta tensione sul 30-30, perdendo anche gli ultimi due punti. E il livello dell’azzurra nel secondo è cresciuto ancora, col dritto sempre molto pericoloso ma soprattutto non dando quella libertà alla bielorussa che normalmente è capace di ottenere dal suo gioco. Il dritto di Paolini faceva molto bene, e nel palleggio Sabalenka non aveva quella facilità e quel timing per “soffocare” l’avversaria mandandola sempre più in affanno. Nemmeno avanti 3-1 la numero 1 del mondo ha saputo trovare la via della sicurezza, perché Paolini ha reagito subito e ha collezionato in tutto quattro game. Poi però son nati i rimpianti.
Con la buona mole di gioco prodotta, con una Sabalenka abbastanza nervosa, Paolini doveva assolutamente capitalizzare. Contro una numero 1 del mondo stordita, che si mostra vulnerabile, perdere invece la battuta sul 5-4 (a zero) e sul 6-5 è l’ultima cosa da fare. Purtroppo il momento si è fatto ancora sentire e nel tie-break successivo Aryna ha capitalizzato subito salendo 5-1 e rendendo vano l’ultimo tentativo di rientro della rivale arrestatosi dopo due match point cancellati. Domani la bielorussa ritroverà Elena Rybakina con cui ha diviso la sorte nelle finali dell’Australian Open e di Indian Wells a inizio stagione.
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