[5] E. Rybakina b. [1] A. Sabalenka 7-5 6-2
Aryna Sabalenka, come tante, sembra arrivata abbastanza sulle gambe a questo punto della stagione. È da dire sottovoce, visto anche come Iga Swiatek è passata da una settimana disastrosa a una con una buona semifinale e partite completamente opposte nel rendimento e attitudine, ma per la bielorussa serviva altro, qualcosa che forse non può più trovare così facilmente come poco tempo fa.
La sua sconfitta contro Elena Rybakina nei quarti di finale del WTA 1000 di Pechino è un altro segnale di crepa, dopo il completo disastro della finale dello US Open contro Coco Gauff. Di fatto, è la seconda top-10 che riesce a batterla in maniera relativamente agevole da quando ha avuto la certezza di diventare numero 1 del mondo. Leggendoci, in molti avranno fatto caso a quanto peso abbiamo dato nel corso dei mesi a questa rincorsa di Aryna al trono della WTA, a quanto dura a livello psicologico sia stata la sfida a distanza contro Iga per tante questioni non ultimo il rendimento della polacca che non ha mai mollato e ha mantenuto un livello sufficientemente alto da richiederle sempre qualcosa in più.
Il problema per lei è che avrebbe bisogno di far pesare quello status per evitare che possa diventare una eventuale chimera come accaduto ad altre colleghe in passato. Swiatek, come Ashleigh Barty prima di lei, hanno saputo navigare molto bene e per lungo tempo, portando a casa titoli pesanti in continuazione. Ora tocca a lei, e queste prime uscite lasciano forse più dubbi che certezze. Dopo lo US Open avrà anche staccato un po’ la spina, ha preso più riposo di alcune rivali, e qui a Pechino ha di fatto avuto vita semplice solo contro Sofia Kenin all’esordio. Già ieri contro Jasmine Paolini aveva un po’ perso la bussola, e oggi contro Rybakina è proprio andata alla deriva.
Un 7-5 6-2 che ha premiato la testa di serie numero 5, grande protagonista nei primi mesi del 2023 e poi troppo presa da un calo di condizione derivato anche da guai fisici continui. Non c’è stata pace, praticamente da Stoccarda, e la scorsa settimana aveva sollevato anche un discreto caos con la critica alla WTA per dei “performance bye” non chiari, le reazioni (contro) delle colleghe e il suo forfait motivato da una condizione non ancora necessariamente buona. Giunta a Pechino con un po’ di anticipo, ha avuto una settimana dove l’unica fin qui a mandarla abbastanza in difficoltà è stata Mirra Andreeva, talento classe 2007, negli ottavi di finale. Oggi è emersa alla distanza, contro la numero 1 del mondo, dopo un primo set di sostanziale equilibrio e senza veri picchi dove l’unica scossa è arrivata sull’1-1 con break e controbreak, fino alla volata finale.
Sabalenka non è parsa a proprio agio in campo, con troppi dritti senza controllo o colpiti proprio male. Nondimeno, sorprendeva parecchio vederla diverse volte indietreggiare rispetto alla linea di fondo e stare proprio tre metri dietro a “remare”. Uno strano atteggiamento che sembrava denotare ulteriormente la scarsa lucidità della bielorussa, incastratasi alla fine in un pessimo game sul 5-5. Parità dopo parità, occasione dopo occasione, Aryna sprecava varie chance di 6-5 e cominciava a concedere palle break: ce ne sono volute cinque, ma alla fine Rybakina ha trovato il vantaggio. Nemmeno Elena stava facendo bene, perché sulla seconda ha buttato la risposta di rovescio che voleva essere profonda (su una seconda palla di servizio) e sulla quarta è scappato lungo un dritto in fase di palleggio da fondo, ma in generale sembrava lei quella sempre più in grado di dare problemi e, col servizio a disposizione, ha chiuso il parziale servendo il sesto ace e una prima vincente dal 30-15.
La kazaka non ha trovato il break in avvio di secondo set malgrado uno 0-30, ma sull’1-2 ha salvato molto bene una situazione di 0-30: dritto vincente, rovescio lungolinea, ace, poi ancora ace sul 40-40 e dritto sbagliato dall’avversaria che subito dopo giocava il peggior turno di battuta della sua partita e commetteva quattro gratuiti dopo il servizio. Rybakina era di nuovo ben concentrata al servizio e in risposta, sul 4-2, prendeva il break decisivo regalato da Sabalenka con due doppi falli dal 40-40. Zero problemi per lei, sul 5-2 e servizio, con la chiusura grazie a un dritto vincente incrociato sul match point.
Come rivale ora ci sarà Liudmila Samsonova, la stessa che la sconfisse a Montreal nell’ultima semifinale giocata da Rybakina prima di adesso. Fu un match particolare, segnato dalla forma non ottimale della numero 5 del seeding e dalla enorme stanchezza del match di quarti contro Daria Kasatkina, finito alle 3 del mattino.
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