Perchè la stagione di Musetti non è insufficiente

Perché la stagione di Musetti non è da considerarsi insufficiente? Ci sono tanti motivi ma partiamo da qualche presupposto: il voto complessivo della stagione di un giocatore viene dato per tutto ciò che è accaduto durante l’arco dell’annata tennistica, sia campo che extracampo e viene dato in base alle aspettative che si hanno di un’atleta.
Musetti, per il sottoscritto, è un giocatore da top 20, con qualche fugace apparizione in top 10, ma distante dal livello dei vari Alcaraz, Sinner, Rune e Shelton (tanto per citarne 4 a caso): alla luce di ciò, chiudere una stagione alla soglia della top 20 (anche se di poco fuori come sembra), per il secondo anno consecutivo, a 21 anni, con un tennis complicato come il suo, non è da considerarsi negativa.
Nel 2022, Musetti ha chiuso la stagione al 23esimo posto, conquistando 1865 punti frutto di 2 tornei vinti (Amburgo e Napoli) in finale con Alcaraz e Berrettini: altro risultato di spessore è stato il quarto di finale di Parigi Bercy.
Sommando i punti di questi tre tornei (930) ha ottenuto il 50% del suo bottino annuale.
Quest’anno la stagione è partita male, con sconfitta al primo turno in Australia e una campagna sudamericana a dir poco disastrosa (1 vittoria in 3 tornei): col ritorno in Europa, Lorenzo finalmente ingrana e conquista i quarti di finale a Montecarlo sconfiggendo Djokovic (poi sconfitto da Sinner).
Conquista semifinale a Barcellona, ottavi a Roma e a Parigi dove esce sconfitto due volte da Tsitsipas e una volta da Alcaraz: per la prima volta vince match su erba, conquistando i quarti al Queen e il terzo turno a Wimbledon.
La campagna sul cemento americano non è fantastica ma forse le vicende extra campo influiscono e non poco (in questo periodo scopre che diventerà fra qualche mese padre per la prima volta): nello swing asiatico Lorenzo non fa faville e sull’indoor europeo ha perso due volte da Dimitrov (che sarà pure in forma, ma rimane un giocatore “battibile”).
Rispetto al 2022, è mancato l’exploit ma la sua stagione è stata più costante, con vari piazzamenti che lo consolidano nella top 25 del tennis mondiale: certo ci sono state sconfitte abbastanza inaspettate (Harris in Australia e Droguet allo Usopen principalmente) ma spesso è uscito per mano di giocatori oggettivamente più forti e contro cui ancora non ha le armi giuste per vincere con continuità.
Sicuramente ci si poteva aspettare di più da Musetti (che quest’anno ha raggiunto il best ranking alla posizione 15), genio e sregolatezza del tennis azzurro, ma la stagione non si può definire sicuramente fallimentare: d’altronde nel tennis, come in qualsiasi altro sport, raggiungere un risultato è difficile, ripeterlo lo è ancora di più.
Alla fine della fiera, Musetti è riuscito a confermare a fine anno (posizione più posizione meno) la classifica di 12 mesi fa: il prossimo step, per il 2024, è salire di qualche gradino, magari ottenendo qualche exploit che quest’anno è mancato.

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