Non è improbabile che si leggerà in giro di una grande partita tra due grandi campioni, del resto si sa che l’emozione è una cattiva consigliera, figuriamoci il tifo. Sinner e Zverev hanno dato vita ad un’ora scarsa di gran tennis e tre ore e mezza di tipico psicodramma tennistico, condita qui e lì da qualche colpo di violenza inaudita, soprattutto dalle parti di Sinner. L’alto-atesino ha confermato pregi, molti, e difetti, non pochissimi se si si hanno grandi ambizioni, che l’accompagnano in questa lenta ascesa verso il graal rappresentato dallo Slam, uno qualsiasi. Sinner ha il solito dritto devastante, uno splendido rovescio, una grande aggressività, una fiducia nelle proprie possibilità che l’avversario mostra di “sentire”, una buona mobilità e tutto sommato un dropshot che a questo punto non è più casuale. Il guaio è che i pregi sostanzialmente finiscono qui, e da qui in poi ci sono le cose da limare che chissà se verranno prima o poi aggiustate. Non è tanto il servizio, che certo aiuterebbe, ci mancherebbe, ma il problema di non sapere bene che pesci pigliare se l’avversario non si chiama, absit iniura verbis, Safiullin o de Minaur. Zverev, che è in recupero ma che rimane ancora lontano da quello che prendeva a pallate Djokovic e Federer, ha mostrato che durante la partita si può ragionare e che magari indovinare il piano tattico qualche vantaggio riesce a dartelo. Ma soprattutto il tedesco ha mostrato che in circolazione c’è qualche giocatore che se provi a prendere a pallate ti rimanda tutto dall’altra parte, fino a quando non ti stanchi.
Come accennato il match è durato giusto il primo set, perché dal secondo sono cominciati scempi vari, da break regalati col doppio fallo a contratture prima e crampi poi che impedivano di poter fare partita pari, almeno. Colpa certamente di un’umidità non certo inusuale nel settembre newyorchese, anche se pure Zverev ha mostrato qualche imbarazzo nel gestirla, imbarazzo che gli è costato il quarto set, ceduto ancora grazie ad un doppio fallo. I meriti di Sinner insomma sono quelli che abbiamo già riconosciuto: il ragazzo è un trascinatore e in top10 ci sta perché è il suo posto. Ma in questo torneo avrebbe dovuto battere, oltre a Zverev, Alcaraz, Medvedev e Djokovic. Non scherziamo, uno slam potrà anche venire ma non certo in questo modo, piuttosto come è arrivato il 1000 canadese o la semifinale di Wimbledon.
In precedenza, oltre alla vittoria di Alcaraz c’erano state quelle di Medvedev e Rublev, che si affronteranno nell’altro quarto di finale della parte alta del tabellone. I due russi erano favoriti contro de Minaur e Draper e alla fine hanno avuto pochi grattacapi, anche se entrambi hanno perso un set.
Ottavi di finale
[1] C. Alcaraz b. M. Arnaldi 6-3 6-3 6-4
[12] A. Zverev b. [6] J. Sinner 6-4 3-6 6-2 4-6 6-3
[3] D. Medveved b. [13] A. de Minaur 2-6 6-4 6-1 6-2
[8] A. Rublev b. J. Draper 6-3 3-6 6-3 6-4
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