Coco Gauff vince un quarto di finale di fatto mai cominciato contro Aljona Ostapenko, centrando la prima semifinale in carriera allo US Open con il netto punteggio di 6-0 6-2. Un totale anticlimax rispetto alle attese, alle aspettative, agli exploit recenti di entrambe. Una partita decisa di fatto ieri quando il team di Gauff ha espressamente voluto che questa fosse giocata di giorno per trarre vantaggio del gran caldo e afa attesi a Flushing Meadows.
Per quanto umiliante sia il punteggio, e per quanto si possa pensare faccia tutto parte della “solita” altalenante (ai suoi estremi) Ostapenko, la voce che girava tra i corridoi del Billie Jean King National Tennis Centre e ripresa prima da The Tennis Podcast e poi da Jon Wertheim, famoso giornalista statunitense, aveva fondamenta solide: questo era il match femminile che doveva apparire come primo della sessione serale nell’ordine di gioco odierno, con gli organizzatori che mai avrebbero altrimenti dato priorità a Karolina Muchova e Sorana Cirstea con la chance di avere un match così importante della loro giocatrice con più appeal.
Tra l’altro, e anche questo non avrà aiutato più di tanto la lettone, Ostapenko ha finito contro Iga Swiatek nella nottata italiana tra domenica e lunedì quando a New York era mezzanotte, andando a dormire non prima delle 3:30 circa. Ci son state le 24 ore di riposo mentre Gauff ieri ha giocato e vinto il doppio, ma rimane una scelta chiara per trarre vantaggio. Oltretutto, con il gran caldo e l’umidità, lo spiegava Paul Annacone nello studio di Tennis Channel prima del match, queste palline volano senza controllo, oltre alla componente fisica di chi come Gauff è abituata ad allenarsi in Florida e vive questo clima quasi tutto l’anno.
Di fatto, dopo i sorrisi e i momenti di palleggio come riscaldamento, il match è andato spegnendosi nei primi tre game. Ostapenko già al secondo aveva il volto viola, pur cercando di spingere ogni palla come suo solito. Gauff, al contrario, aveva assunto una posizione più difensiva stando cinque metri dietro alla linea di fondo a riprendere ogni palla che rimanesse in gioco. 20 minuti passati più o meno così, con gli errori della lettone che andavano aumentando e lei infastidendosi sempre più (nel terzo game già urlava al suo team di volersi ritirare). Nel secondo c’è stato un accenno di reazione che ha fruttato un po’ di equilibrio nei primi game, con serie di break e controbreak, ma quando la statunitense ha allungato sul 4-2 ha tolto anche le ultime flebili speranze di rimonta alla numero 20 del seeding che ha concluso senza mai tenere un turno di battuta.
In poco più di un’ora di gioco, Gauff si è presa la semifinale. Forse non è stato completamente corretto da parte del suo team cercare di indirizzare la partita in questo modo, ma non sarebbe la prima volta che un torneo accontenta le richieste di un big per aiutarlo. Per cui, ora potrà mettersi comoda e vedere come andrà stasera per capire chi sarà la sua avversaria nella serata (lì sì) di giovedì nella prima semifinale dell’ultimo Slam stagionale.
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