Lunedì 12 settembre si chiuderà un’era, sportiva, e se ne aprirà un’altra. Dopo 75 settimane di dignitosissima presenza Iga Swiatek cederà lo scettro di numero 1 del mondo alla sua diretta rivale Aryna Sabalenka, che completerà la rincorsa partita a inizio anno salendo per la prima volta sul gradino più alto del ranking mondiale di singolare, lei che è già stata numero 1 in quello di doppio.
È finito il primo stint da leader della polacca, affossata nella serata di New York dalla forza e dalla velocità di Aljona Ostapenko che aveva promesso battaglia e che, forte dei precedenti completamente a favore e senza la pressione di dover pensare anche ad altri agenti esterni come il ranking e la difesa del titolo, ha finito dilagando rischiando di infierire a Swiatek il primo 6-0 in oltre due anni. 3-6 6-3 6-1 il punteggio per la lettone, andata in un enorme crescendo dall’inizio del secondo set e protagonista di una partita dove ha tenuto Swiatek sotto un’enorme pressione fino a sfondare la resistenza e affondare i colpi con enorme facilità nel terzo set.
Ancora una volta, contro Ostapenko, Iga ha trovato la fine della sua corsa. A riprova di come le serva una prestazione vicina alla perfezione, il calo dopo il primo set vinto è nato con un dritto sbagliato dopo una mezz’ora senza veri errori gratuiti. Eravamo 1-0 per la numero 20 del seeding e la polacca aveva a disposizione sul suo dritto una palla non complicata da chiudere in lungolinea. Palla sotto al nastro, parità, nastro favorevole a Ostapenko e palla break, 2-0 e allungo sul 3-0. Non è stato il via libera alla marea, ma l’inizio di un nuovo cammino che è lentamente arrivato al punto di rottura.
Swiatek aveva cominciato la partita correggendo un game al servizio perso e salendo 2-1, gestendo bene la varietà al servizio e raccogliendo qualche errore di troppo dell’avversaria sulle seconde palle. In generale però era molto concentrata, attiva coi piedi. Riusciva nella fase centrale del primo set a difendere facendo muro ai tanti tentativi avversari finché la sua trama non ha preso il sopravvento a Ostapenko ha cominciato a sbagliare, di poco ma quel tanto che bastava per farla calare nella fiducia e farla uscire un po’ dalla partita, allungando sul 5-2 e chiudendo il set col servizio graziata anche da un nastro favorevole sul 5-3 30-30. Dal secondo parziale però la musica è cambiata. Un po’ troppo rapidamente per Iga.
Con Ostapenko subito sul 3-0, la partita prendeva una strada molto diversa. C’era margine per la lettone sia nel punteggio sia nell’equilibrio in campo, con Iga che ha cominciato a innervosirsi e non ricavava più punti dagli errori avversari. Aljona ha alzato tanto i giri del motore e nel complesso si è visto come mai lei è l’unica a darle così tanto fastidio: il ritmo indiavolato che ha è letale per Swiatek, soprattutto sul dritto. La polacca non ha nessun’altra avversaria capace di farle così male, sistematicamente, senza darle modo di respirare. È un assalto continuo e per vincere doveva reggere mentalmente a tutto ciò sapendo che per quanto Ostapenko possa far bene ci sarà sempre quel momento in cui il livello cala, un passaggio a vuoto dove deve essere pronta ad approfittarne rimanendo nel frattempo in scia. Difficilissimo, ancora una volta. Perché la chance c’è stata: dopo un parziale quasi immacolato alla battuta, la lettone ha perso completamente il movimento sul 4-2 commettendo due brutti doppi falli e perdendo il game a zero.
Swiatek, qui, non ha giocato bene. Ha cominciato l’ottavo game con una palla interlocutoria di rovescio al centro del campo, troppo comoda da aggredire. Sullo 0-15 ha commesso doppio fallo. Di nuovo in affanno, ha vanificato il regalo dell’avversaria perdendo per la seconda volta la battuta. Finirà la partita con sei break consecutivi subiti. E sul 5-3, andando a tutta in risposta, si è creata la chance del nuovo controbreak ma sulla risposta apparentemente più semplice (servizio non potente, sul suo rovescio) ha esagerato col colpo mettendolo ampiamente in corridoio. Bruttissimi segnali per lei, che ha mollato la presa sul parziale e nel terzo ha cominciato senza troppa convinzione, andando subito sotto 0-40. Due regali avversari le hanno dato il 30-40, ma sulla terza chance ha messo in rete un dritto dal centro del campo che non sarebbe stato decisivo perché aveva colpito verso l’avversaria confermando la scarsissima lucidità.
Da lì è stato un crollo sempre più netto, con la sua spinta che calava e permetteva a Ostapenko di prendere il controllo assoluto del campo e avere tutto il tempo che voleva per colpire la palla, creando quasi solo vincenti. È sembrato un incontro di boxe dove la polacca, che aveva subito ganci fin lì ma cercava sempre di reagire, ora era alla fine e non aveva più reattività. Pugno dopo pugno, punto dopo punto, vincente dopo vincente: 5-0 Ostapenko, che non ha chiuso col servizio ma si è rifatta molto bene in risposta per la quarta vittoria in altrettante partite contro Swiatek, l’unica giocatrice capace di farle vivere un incubo (sportivo) di questo livello ogni volta che si affrontano. Non ci è ami riuscita fin qua, a questi livelli, nemmeno Sabalenka che però ringrazierà la lettone per il regalo che tanto sperava.
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