Halep fa ricorso: “Tutti negativi i test prima e dopo la positività”

Simona Halep è inevitabilmente distrutta, in questo momento, come persona e come atleta. I quattro anni di squalifica ricevuti dal tribunale indipendente voluto dalla ITIA in merito alla sua positività al doping, e all’infrazione del passaporto biologico, sono una mazzata terribile sulla sua carriera e non solo.

A 32 anni, la ex numero 1 del mondo si ritrova ferma fino a ottobre 2026 in una decisione che è arrivata al termine di un infinito periodo di attesa con rinvii e problematiche, dovuti anche alla spinosa situazione creatasi dopo l’infrazione al test, accertata anche dalle controanalisi, e la scoperta più avanti di una infrazione al passaporto biologico nei 51 campioni del sangue nel 2022 presentati contenenti valori sfalsati dovuti secondo il tribunale a tracce di sostanze proibite.

La reazione di Halep non si è fatta attendere: “Ho preso 200 campioni di sangue e urine come controllo contro le sostanze proibite, tutti quanti puliti, fino al 29 agosto 2022. Prima della stagione sul cemento con la raccomandazione del mio team medico di fiducia, ho modificato i miei integratori alimentari. Nessuno di questi presentava nella lista dei suoi ingredienti delle sostanze vietate eppure ora sappiamo che uno di questi conteneva roxadustat. Sono stata controllata praticamente ogni settimana dopo il test positivo fino a inizio 2023 e ogni volta è risultato negativo. Malgrado le evidenze, la ITIA ha portato l’infrazione del passaporto biologico solo una volta scoperta la mia identità da parte del loro gruppo di esperti, causando un cambio di giudizio da parte di due componenti su tre dando ragione alla ITIA. La ITIA si fornisce solo di questi giudizi che si basano sui miei parametri del sangue che per 10 anni ho mantenuto perfettamente in regola. Il tribunale non ha tenuto in considerazione che per tutto questo tempo non è mai stata rilevata traccia di sostanza proibita fino al test del 29 agosto, col roxadustat che era presente in quantità misera e, se considerato il test negativo effettuato tre giorni prima, può portare solo a un’ingestione involontaria”.

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