Tante volte elogiamo la dimensione dello sport che può portare l’atleta dall’inferno al paradiso in pochissimo tempo. Il tennis ha visto giocatori e giocatrici ribaltare situazioni difficili grazie alla sua dinamica di essere sempre “in corsa” settimana dopo settimana, giorno dopo giorno. Qui invece si è, purtroppo per noi, verificato il destino opposto e Martina Trevisan in 24 ore.
Dall’esaltante successo in rimonta contro Ons Jabeur, trovatasi pure a due punti dalla sconfitta, alla cocente delusione per la sconfitta in rimonta contro Caroline Dolehide dopo pure aver avuto quattro match point di cui ben tre consecutivi. Tutto e il contrario di tutto, per vedere andare in fumo la grandissima chance di una semifinale in un WTA 1000 contro Sofia Kenin, che in precedenza aveva battuto Leylah Fernandez 6-4 6-7(4) 6-1.
3-6 7-6(9) 6-3 il punteggio che ha premiato la statunitense classe 1998, autrice di una prova molto coraggiosa e dove non ha quasi mai subito le geometrie di Martina perché il proprio dritto molto carico di spin e il servizio in kick tenevano piuttosto bene l’equilibrio dello scambio. È il torneo “della vita” per Dolehide, numero 111 del mondo ma che salirà vicina alle prime 50 del mondo. Nel 2018 raccontava a Indian Wells, quando le facevano notare che quel kick ricordava abbastanza quello di Samantha Stosur, “Questo è il miglior complimento che potessi sentire. Da piccola seguivo tanto tennis guardando soprattutto Serena Williams, Maria Sharapova e proprio Sam”. E c’è molto dell’australiana, anche perché spesso col rovescio si ritrovava a rallentare il gioco con uno slice.
Di fatto però, Trevisan potrebbe essere stata sorpresa anche da alcuni colpi spettacolari e dal coraggio che Dolehide ha trovato nel secondo parziale quando tutto sembrava essere finito. La toscana è stata anche 6-3 4-1, sul 6-5 era 0-40, e l’avversaria non ha mai mollato. Si buttava a rete alle volte anche in maniera scriteriata, ma aveva sempre buona personalità per impostare poi il gioco al volo. Succede anche quando ci si sente così bene che tutto sembra poter riuscire. E quel primo match point cancellato con uno scambio molto efficace e all’attacco ha poi mandato lei ancor più in fiducia e Trevisan a faticare e a pensare. Martina ha ripreso la situazione da 3-6, annullando anche un quinto set point sul 7-8 con alcuni bei dritti incrociati stretti, ma ha comunque dovuto cedere il set e se ieri la vittoria del secondo l’aveva lanciata alla rimonta contro Jabeur, oggi a subire è stata lei.
Nel terzo Dolehide ha trovato il break nella prima metà del parziale e solo sul 5-3, dal 40-0, ha cominciato a sentire la pesantezza di cosa stava per completare. Ha impiegato ben sei match point in un game fiume, ma alla fine ce l’ha fatta, correndo subito ad abbracciare il proprio coach mentre Trevisan, arrabbiatissima, stringeva velocemente la mano all’arbitro e poi all’avversaria senza nemmeno guardarla in faccia. Succede, anche questo è sport. E il tennis è forse l’apoteosi di come si possa passare in 24 ore ai due estremi.
Risultati
C. Dolehide 3-6 7-6(9) 6-3
S. Kenin b. L. Fernandez 6-4 6-7(4) 6-1
[3] C. Garcia b. V. Azarenka 6-3 6-4
[2] M. Sakkari b. E. Arango 6-3 6-4
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