Jessica Pegula conferma quanto già si sapeva fin troppo bene: contro di lei, le nostre tenniste non hanno praticamente mai successo. Il 6-2 6-2 odierno contro Camila Giorgi porta il dato a 13 vittorie consecutive nei confronti di giocatrici italiane, 22 vittorie su 24 dal 2011.
L’unica a batterla in carriera è stata proprio Camila, prima in un ITF a Carson nel 2011 e poi nella semifinale del WTA 1000 di Montreal del 2021 quando correva verso il titolo più importante della carriera. Il bilancio tra le due, però, viene così aggiornato a nove vittorie della statunitense su 11 confronti.
È finita 6-2 6-2 oggi, punteggio che ha seguito quel 6-2 del primo set ottenuto dalla numero 3 del seeding al Roland Garros ormai tre mesi fa prima del ritiro dell’azzurra a inizio secondo set. Il copione è lo stesso di sempre: Camila ha giocato in spinta ma la sua azione non era continua a sufficienza per creare problemi a Jessica, che con ordine e concentrazione prendeva quasi subito il vantaggio e si portava a casa il primo parziale. C’è stata un po’ più incertezza a inizio del secondo set quando l’azzurra metteva per la prima volta alcuni bei punti consecutivi dalla sua parte, prima però di perdere il game terribile sul 2-2 durato 18 minuti e con 10 parità disputate. Di occasioni ce ne sono state, tante, ma il break subito ha spento completamente Camila che dal 2-3 è passata abbastanza rapidamente a un nuovo 2-6.
Così, il primo sorriso dell’Italia femminile in questo US Open viene portato da Martina Trevisan. In maniera caotica, rocambolesca, tenace, ma quando si gioca contro Yulia Putintseva bisogna tenere in considerazione tantissimi fattori. Anche rimontare da uno 0-6, da 2-4 nel terzo set mettendo fine a una brutta serie di quattro game persi con due break subiti senza vincere un punto al servizio, prendere il break decisivo sul 5-5 dopo il game più lungo e sprecarlo subito dopo, ma alla fine portare a casa un 0-6 7-6(0) 7-6(10-8) che sa di incredibile e vitale, in un momento con non troppe soddisfazioni per lei.
È la quarta vittoria nel 2023 su altrettante partite allungatesi oltre le tre ore, a testimonianza (semmai ce ne fosse ancor bisogno) del suo carattere sempre vivo. Motivo per cui anche partenze così negative possono essere ribaltate. Ci voleva anche una mano dall’avversaria, e Putintseva gliel’ha data in alcune occasioni, ma è solo una delle tante occasioni dove la toscana ha messo in campo tutto quello che aveva oltre ai dritti vincenti (tanti) e cambi di rovescio con traiettorie alte (altrettanti, per mandare fuori fase la kazaka).
Impossibile raccontare bene ogni istante di un match che ha avuto almeno quattro fasi diverse, ma il momento chiave è arrivato probabilmente all’inizio del secondo set. Con Putintseva reduce da quel brillante 6-0, ma che doveva stare attenta al momento di calo sempre dietro l’angolo, ha concesso un break di vantaggio all’azzurra. Non è bastato a far suo il parziale, né ad avere vita semplice, ma per Martina quel momento voleva dire iniziare la partita e cominciare a crederci. Da lì è stata lotta serratissima, con momenti altalenanti per entrambe, eppure nelle fasi chiave l’azzurra ha quasi sempre avuto la meglio e al secondo turno affronterà Marketa Vondrousova, neo-campionessa di Wimbledon che ha aperto a Flushing Meadows con un comodo 6-3 6-0 contro la qualificata sud-coreana Han Na-Lae.
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