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Zhang si infuria, Toth cancella un segno ed esulta al ritiro: “Se l’è cercata”

Nel tardo pomeriggio di martedì 18 luglio, un normale primo turno del WTA 250 di Budapest è finito improvvisamente sotto le luci dei riflettori di ogni portale di informazione sportiva (e non) per il travagliato finale di primo set tra la testa di serie numero 2 Zhang Shuai e la wild card locale, all’esordio in un tabellone del circuito maggiore, Amerissa Kiara Toth.

Sul punteggio di 5-5, un dritto della cinese è stato chiamato fuori. Per quanto Zhang non fosse d’accordo, la decisione della giudice di sedia è stata irrevocabile. Shuai, che sta vivendo un periodo sportivo e personale terribile è giunta col ritiro sul punteggio di 6-5 alla quattordicesima sconfitta consecutiva e all’ultimo Roland Garros ha parlato per la prima volta di queste difficoltà legate agli ultimi anni dove le era impossibile tornare a casa, in Cina, a causa delle restrizioni legate alla pandemia e problemi personali con la federazione cinese e con la perdita dei nonni.

Malgrado quello sfogo in conferenza stampa e l’ammissione che sta giocando troppo e avrebbe bisogno di una pausa, la cinese ha continuato a essere in campo settimana dopo settimana, in singolare e doppio, e su quella chiamata di ieri il crollo di nervi ha avuto il sopravvento. Lei ha continuato a lamentarsi per la chiamata e probabilmente aveva ragione perché la palla sembrava non avere “luce” tra il segno lasciato a terra e la riga laterale del campo. Alla fine del game, il primo fattaccio. Toth ha cancellato il segno di quella palla mentre la cinese le urlava dall’altro lato del campo: “Non farlo! Non farlo! Non togliere il segno!”. Il pubblico, non moltissimo ma abbastanza rumoroso a favore della propria beniamina, ha cominciato a beccare la numero 2 del tabellone che si è trovata contro tutti.

Toth, dopo il gesto, ha replicato all’avversaria dicendole: “Perché tu stai facendo un gran problema”. Zhang non si capacitava della risposta e del suo atteggiamento, vedendola quasi riderle in faccia, e tutto ciò l’ha portata ad arrabbiarsi ancor di più mentre il team della cinese era in piedi a sbracciarsi per chiedere sanzioni verso l’ungherese. È arrivata in campo pure la supervisor, che non aveva alcun potere sulla vicenda e non ha placato gli animi sempre più esplosivi. Zhang, dopo aver richiesto anche la fisioterapista e aver ricevuto un medical time out, ha deciso per il ritiro stringendo, seppur in maniera molto fugace, la mano sia all’arbitro (Morgane Lara) e all’avversaria che, a ingigantire ulteriormente la sua posizione, ha esultato platealmente alzando le braccia al cielo per la vittoria ottenuta.

Shuai, uscendo dal campo, ha prima puntato il dito contro gli spettatori per i fischi e le urla che stavano piovendo quasi senza sosta dalla sua protesta nei confronti della giudice di sedia. Inevitabilmente, tutto ciò ha scatenato uno tsunami di polemiche su internet ma, un po’ a sorpresa, ne è nato anche un altro di totale appoggio alla tennista cinese da tante colleghe: Maria Sakkari, Caroline Garcia, Daria Kasatkina, Ons Jabeur, Donna Vekic, Ajla Tomljanovic, Daria Saville, Kristina Mladenovic solo per citarne alcune. Tutte a ribadire come la scena fosse molto brutta da vedere soprattutto perché a pagare in questo caso è una delle giocatrici più apprezzate nello spogliatoio.

Zhang, su Twitter, ha tenuto a ringraziare tutta l’enorme mole di supporto ricevuta inserendo a sua volta il video di quanto successo. Toth invece, che rischia ora di avere un percorso molto difficile nello spogliatoio WTA con la condanna totale di molte giocatrici, ha parlato oggi a Radio Kossuth: “Non ho capito perché ha fatto tutta questa polemica per quello, cercando di cambiare il giudizio dell’arbitro. Non capisco perché non abbia accettato la situazione, ma se l’è cercata”. Allo stesso modo, dall’organizzazione del torneo arriva comunicazione a MTI che molte persone dal team della cinese hanno dato fastidio alla giocatrice locale quando stava cancellando il segno e l’hanno chiamata “scorretta”, aggiungendo che di casi come questo ce ne sono tantissimi nel mondo.

Diego Barbiani

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