[2] A. Sabalenka b. [9] M. Sakkari 6-4 6-1
La semifinale del WTA 1000 di Madrid tra Aryna Sabalenka e Maria Sakkari si è conclusa con la bielorussa vincente per 6-4 6-1, un punteggio forse ancor più lottato di quanto si sia visto in campo per la solita impetuosità della numero 2 del mondo che ha avuto qualche grattacapo contro la rivale soltanto a metà del primo set.
Sulla carta ci si attendeva forse qualcosa in più vista la superficie, visto il carattere delle due protagoniste, visti i precedenti che davano Aryna avanti sì ma solo 5-3. La realtà è stata però ben diversa. Non è una Sabalenka, come visto nelle scorse giornate, da “9” in pagella ma si trova molto meglio a giocare contro una come Sakkari su questa superficie e su questo campo rispetto a una meno forte ma con un gioco più da terra battuta. Maria era nata come “terraiola”, con tanto spin sul dritto, ma per diventare top-10 e costantemente in semifinale ha probabilmente dovuto cambiare stile ed essere più aggressiva. Di fatto, però, così è probabilmente diventata troppo “simile” alla bielorussa che adesso in particolare riesce a imporre la propria potenza e se non trova veri ostacoli come accaduto oggi può dilagare.
Serviva ben altra costanza, dalla greca, per dar fastidio alla rivale. A cominciare da una giornata al servizio decisamente diversa. È stato quasi un miracolo che dopo i primi turni di battuta, con anche un break subito, fosse sul 3-3. La percentuale di prime in campo era salita appena sopra al 40% solo negli ultimi punti del sesto game, quando si è incartata in un laborioso game fatto di almeno sei parità e quattro palle break da salvare. Era 30-0, all’inizio, ma due doppi falli consecutivi (saranno sei in totale) l’aveva portata subito con l’acqua alla gola. È stata brava lì a non cedere, ricavando anche un regalo di Sabalenka sulla quarta chance offerta col dritto della bielorussa volato via di metri su una risposta a una seconda palla nemmeno aggressiva. Era riuscita a risalire da 0-3 a 3-3, ma non poteva reggere così.
Poteva forse trarre vantaggio dello sbandamento, unico e vero, che Aryna ha subito a livello mentale quando dopo tutte quelle occasioni sfuggite ha cominciato malissimo alla battuta nel settimo game e un doppio fallo l’aveva portata sotto 0-30, risalendo però da 15-40 e rimanendo avanti.
Tutto rispettato dunque, era solo capire quando Sakkari sarebbe tornata in affanno visto che la percentuale con la prima di servizio non cresceva, o non in maniera da togliersi tutta quella pressione sulle spalle, anche perché i punti vinti con la seconda non sono praticamente mai stati sopra al 40%. Non di meno, durante lo scambio non c’era praticamente difficoltà per Sabalenka nell’imporre il suo gioco anche quando doveva spostarsi lateralmente. Non sembra molto dinamica, con un passo un po’ più pesante del solito, però non c’era nemmeno difficoltà da parte sua a colpire come voleva. Maria di fatto doveva tenere vivo il palleggio quanto poteva e cercare una via d’uscita allo scambio, un cambio in lungolinea improvviso, un qualcosa che sorprendesse l’avversaria.
Sul 4-5 ha cominciato al servizio con ottima verve: una prima al centro non risposta, una prima al corpo non risposta. Dal 30-0 però è crollato tutto il castello costruito. Una prima in slice a uscire, non troppo esterna, è finita sul dritto di Sabalenka che ha attaccatto verso il centro ricavando il punto col rovescio successivo. Sul 30-15 un’altra prima non troppo efficace è finita invece sul rovescio, con una nuova risposta centrale e profonda senza che potesse essere rigiocata. Dal 30-30 sono arrivate invece due seconde palle consecutive, e non poteva che arrivare il break e il set per la bielorussa. Sakkari non riusciva a darle fastidio, e svaniva anche tutta la verve in un secondo set dove è crollata su ogni aspetto, vincendo solo un game sull’1-0 Sabalenka, mancando una palla break nel terzo game e perdendo malamente la battuta sul 2-1 per l’avversaria che, ancor più libera da pensieri, ha poi giocato il miglior turno di battuta della sua partita.
La greca non ha saputo nemmeno prolungare l’incontro sull’1-4, mancando infine due palle break consecutive sull’1-5. Tutto abbastanza facile, dunque, per la numero 2 del seeding che dopo Adelaide, Melbourne, Indian Wells e Stoccarda ha trovato la quinta finale del 2023. Ormai ci sono tutti i presupposti per cui tra nemmeno molto potrà cominciare a insidiare davvero Iga Swiatek in cima al ranking, accendendo ancor di più la rivalità tra le due che potrebbe riproporsi nel frattempo sabato sera, con la polacca che sfiderà oggi Veronika Kudermetova e parte da un 3-0 nei confronti diretti.
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